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Venezuela, Nicaragua e Cuba. La strategia di Trump in America Latina

Per l’amministrazione di Donald Trump, l’intera regione (tutta l’America, dal Canada fino all’Argentina) è una priorità. Per gestire i diversi dossier, il Consiglio di Sicurezza Nazionale ha approvato un Piano strategico per l’Emisfero Occidentale, con attenzione speciale sull’America Latina.

Secondo Abc, gli obiettivi di questo progetto sarebbero tre: combattere il narcotraffico e l’immigrazione illegale, ripristinare i valori democratici e frenare l’influenza di attori esteri, Cina in primis. Per alcuni analisti, la tempistica di questo piano di Trump risponde ad un interesse elettorale, e non è un caso che sia stato presentato nello stato di Florida, dove il peso del voto ispano-americano è molto importante.

Il documento segue le linee generali tracciate dalla Strategia di Sicurezza Nazionale approvata dal presidente americano alla fine dell’anno 2017.

Secondo il Consiglio di Sicurezza Nazionale americano, la regione è “critica” per la sicurezza, pace e prosperità degli Stati Uniti, per cui la presenza di “regimi dittatoriali repressivi” costituisce una minaccia per gli statunitensi. Gli Usa, infatti, guardano con attenzione le attività di organizzazioni criminali transnazionali, con base in Paesi come il Venezuela, che arrivano sul territorio americano.

Preoccupano particolarmente lo stato delle democrazie in Venezuela, Nicaragua e Cuba, per cui il governo americano continuerà a lavorare con i suoi soci democratici della regione per “promuovere elezioni giuste e trasparenti” e il rispetto della Carta Democratica Interamericana.

In questo senso, la Casa Bianca rinnova l’impegno per collaborare con gli altri Paesi nei vertici multilaterali e istituzioni come l’Organizzazione di Stati Americani (Osa), la Banca Interamericana di Sviluppo, la Conferenza dei ministri della Difesa delle Americhe, l’Alleanza del Pacifico e il Gruppo di Lima.

Invece, il governo americano crede opportuno fermare i “Paesi avversi che esercitano un’influenza maligna” nella regione. Il documento si riferisce a chi simpatizza e cerca di allinearsi con i regimi, per sfruttare le risorse a proprio beneficio e “aprire” con investimenti e donazioni la possibilità di un’influenza politica ed economica. “Tutto ciò – aggiunge il documento – contribuendo ad aumentare la corruzione e il peggioramento sistemico dello stato di diritto”.

Le accuse sono velate nei confronti della Russia, ma molto più esplicite sulla Cina, che sta compiendo “sforzi aggressivi per espandere la quota di mercato, noti con l’infrastruttura 5G, Huawei e altri firme statali tecnologiche”, nonché “esportando strumenti di sorveglianza e censura, e aumentando la dipendenza della regione nel finanziamento del debito e dell’esportazione di materia prima in scalpito della sovranità, la prudenza fiscale, la diversificazione economica e i mercati locali”.

Infine, sul tema della migrazione illegale, il documento sottolinea l’impegno degli Stati Uniti per sostenere il progresso economico del Messico e dei Paesi centroamericano, e così fermare il flusso migratorio. Washington considera fondamentale il rinnovo dell’accordo di libero commercio tra Stati Uniti, Canada e Messico e il programma “America cresce” per l’aumento degli scambi commerciali nella regione e il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più svantaggiate.

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