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Tasse, scontri, scandali. Su cosa può inciampare Trump con Biden

Nel primo dibattito televisivo tra Donald Trump e Joe Biden, questa notte, da Cleveland, nell’Ohio, i democratici vogliono sfruttare l’impatto dello scoop del New York Times sul mancato pagamento delle tasse da parte del magnate presidente. Un tweet della campagna di Biden è stato visualizzato milioni di volte: “Gli insegnanti hanno pagato 7.239 dollari, i pompieri 5.283, le infermiere 10.216. Trump ha pagato 750 dollari”; e uno slogan e una pin recitano “Io ho pagato più tasse di Trump”.

Contrariamente a quanto fa di solito, ieri Trump nel suo briefing alla Casa Bianca sul coronavirus non ha accettato domande dai giornalisti, dopo avere dichiarato che lo scoop del New York Times sulle sue dichiarazioni dei redditi degli ultimi 15 anni – non avrebbe ha pagato tasse federali per 10 anni e avrebbe versato solo 750 dollari nel 2016 e nel 2017 – sono solo “fake news”.

Un modo per dimostrare inequivocabilmente che il Nyt dice il falso, il magnate ce l’ha: rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi, che invece cerca in ogni modo di tenere nascoste anche alla magistratura, nonostante una sentenza a lui contraria della Corte Suprema.

Nel briefing di ieri sul coronavirus, Trump ha annunciato un nuovo test rapido, con una risposta entro 15 minuti, sostenendo di avere realizzato “in breve tempo il sistema di test più avanzato al mondo”. “Questa settimana saranno forniti 6,5 milioni di test rapidi”, ha riferito Brett P. Giroir, Ministero della Sanità, facendo una dimostrazione in diretta con un bastoncino tampone.

Nel giorno in cui il numero delle vittime al mondo superava il milione, Trump ha ancora insistito sull’arrivo del vaccino in tempi rapidi. I dati dalla Johns Hopkins University indicano che i contagi nell’Unione, alla mezzanotte sulla East Coast, superano i 7.148.000 e i decessi sono oltre 205.000, più d’un quinto dei totali mondiali, pur essendo gli Usa meno del 5% della popolazione mondiale.

Il dibattito

Questa sera – in Italia, saranno le 03.00 del mattino di domani, Trump e Biden saranno per la prima volta sul podio televisivo l’uno contro l’altro: gli altri due dibattiti si svolgeranno il 15 e il 22 ottobre. Il 7 ottobre ci sarà il confronto fra i candidati vice Mike Pence e Kamala Harris.

Regole d’ingaggio al tempo della pandemia: pubblico ridotto – un centinaio di persone massimo, niente strette di mano (ma niente mascherine).

Il format di un’ora e mezza è suddiviso in sei segmenti di 15’ ciascuno circa, Trump e Biden discuteranno le loro esperienze e i loro programmi, di Corte Suprema, dell’epidemia di coronavirus, della questione razziale e delle proteste violente in molte città, dell’affidabilità delle elezioni e dell’economia. Su ogni tema, i candidati avranno due minuti di tempo per dire la loro e potranno poi interloquire l’un l’altro.

Il moderatore è Chris Wallace della Fox News: sulla carta, un vantaggio per Trump: le tasse non pagate dal magnate presidente e Amy Coney Barrett, i morti da virus – oltre 205.000 – e le ragioni e gli eccessi di Black Lives Matter saranno evocati. E si parlerà della validità del voto: se perde, Trump – scrive Politico – ha pronti migliaia di avvocati per contestare il risultato.

Dal 1960 i dibattiti televisivi, che possono avere un’audience di 50 e più milioni di spettatori, sono momenti determinanti della corsa alla Casa Bianca; quest’anno, ancora più del solito, visto che l’epidemia riduce ai minimi termini comizi e meeting.

Il dibattito si svolgerà alla Case Western Reserve University, dopo che l’Università di Notre Dame, nell’Indiana, diede forfait a fine luglio, causa Covid-19. Gli altri saranno a Miami in Florida e Nashville nel Tennessee; quello fra i vice all’Università dello Utah, a Salt Lake City.

L’esame antidoping non si farà, anche se Trump è tornato provocatoriamente a chiederlo: ritiene che le prestazioni del suo rivale, nei dibattiti fra gli aspiranti alla nomination democratica, siano state troppo altalenanti. Troppo sveglio, insomma, a tratti, ‘Sleepy Joe’: “Solo il doping può avere causato simili differenze”, è l’ironia del magnate.

L’endorsement a Biden del Washington Post

Era già chiaro dalla copertura della campagna, ma ora è ufficiale: il Washington Post appoggia Biden. In un editoriale, il quotidiano del Watergate scrive: “Per cacciare il peggiore presidente dei tempi moderni, molti elettori sono disposti a votare quasi per chiunque. Fortunatamente per cacciare Trump nel 2020 gli elettori non hanno bisogno d’abbassare i loro standard. Il candidato democratico, l’ex vice-presidente Joe Biden, è qualificato in modo eccezionale e ha il carattere e l’esperienza per affrontare le sfide del Paese nei prossimi quattro anni”.

“La democrazia è a rischio, nell’Unione e nel Mondo. C’è disperatamente bisogno di un presidente che rispetti i funzionari pubblici, che rispetti la legge, che sia consapevole del ruolo costituzionale del Congresso e che lavori per il bene pubblico e non per il suo vantaggio privato … un presidente con il know-how e l’esperienza per mostrare che i valori e i risultati possono andare di pari passo. Siamo fortunati ad avere Joe Biden, un candidato che può guidare un’Amministrazione onesta e di successo”.

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