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Sgarbi destabilizzante nella scelta delle opere in mostra a Sutri

Mostra di SGARBI a Sutri ritratto di Pasolini

Siete stati a Sutri a vedere la mostra organizzata dal Sindaco Vittorio Sgarbi? Da Giotto a Pasolini a palazzo Doebbing è un piacevole tentativo di legare passato e presente.

Che Vittorio Sgarbi sia alquanto “originale” nelle sue scelte è cosa nota. Ma per quanto riguarda le iniziative volte a promuovere l’arte e la cultura, è destabilizzante e sorprendente.

In qualità di Sindaco di Sutri, paese nelle Provincia di Viterbo, da appassionato critico d’arte ha profuso il suo impegno sempre nell’obiettivo del recupero e rivalutazione del sito storico-artistico, e qui nel rilancio del restauro di Palazzo Doebbing.

Amando la Tuscia, ed i suoi borghi in particolare modo, e non avendo avuto ancora l’occasione di visitare Sutri, ho approfittato della calma del periodo post lockdown per trascorrere un paio di giorni in questo territorio.

La mostra Da Giotto a Pasolini copre un arco temporale che va dal VI secolo ad oggi, con  oltre 250 opere esposte nella splendido cornice di Palazzo Doebbing. Questo progetto intende rilanciare anche economicamente lo storico territorio di Sutri, che analogamente a tante altre realtà, ha subìto le pesanti conseguenze del lockdown dei mesi scorsi.

L’esposizione è concepita per legare passato e presente, coniugando mirabilmente la struttura antica con la modernità, in accordo con lo spirito del palazzo e nella sua nuova destinazione dopo un ottimo lavoro di recupero e riadattamento su progetto dell’architetto Romano Adolini.

Ma se pensate di seguire un percorso cronologico, vi sbagliate! Destabilizzante è il contrasto che mette in un costante confronto diversi artisti o periodi storici lontani.

Il dialogo tra loro convive in una serie di sezioni dedicate che vanno dal VI secolo ai nostri giorni, in una ricerca del bello che si esprime in modi differenti e personali.

Dalla grande sala dove sono esposte le cosiddette petala aurea della collezione Rovati, ben 47 lamine realizzate in sottilissimi strati di metalli preziosi (la maggior parte in oro, alcune in argento e altre in leghe), probabilmente risalenti ai secoli VI e VII e di ambito protobizantino e longobardo, si arriva all’opera attribuita a Giotto, la Madonna dipinta subito dopo il ciclo padovano, nel primo decennio del ‘300.

Da qui un rapido salto centenario ci porta ad ammirare le figure femminili nelle sculture, icone fuori dal tempo, del giovane scultore romano Alessio Deli. L’artista contemporaneo Alessio Deli realizza le sue opere con resine e materiali di scarto, coniugando con armonia e raffinatezza cromatica la tradizione più classica con il moderno.

La simbiosi fra tradizione e contemporaneità è ben rappresentata anche nelle sculture di Livio Scarpella con i suoi busti di giovani in terracotte policrome, perlopiù smaltate in oro, d’ispirazione classica.

Difficile comprendere il fil rouge che ci porta ad ammirare i ritratti di Pasolini, immortalati dalla maestria fotografica di Dino Pedrali, che coglie lo scrittore in vari momenti della sua intimità quotidiana, mentre si trovava a Chia nel viterbese poche settimane prima della sua barbara uccisione.

Ad ogni modo l’atmosfera del Palazzo e dell’esposizione nel suo insieme vi aiuterà ad apprezzare comunque questi salti cronologici evidenziati dai contrasti cromatici.

E la meravigliosa vista di Sutri che potrete godere dalla terrazza del museo di Palazzo Doebbing vi riappacificherà con tempi e modi. È inutile chiedersi se il professor Vittorio Sgarbi questa volta ha osato troppo, o è stato fedele ad un pensiero filosofico e culturale che però a tratti ci sfugge, ma il suo omaggio all’Arte, con la A maiuscola, va comunque lodato.

  • Dal 26 giugno 2020 al 17 gennaio 2021
  • Incontri a Sutri.
  • Da Giotto a Pasolini
  • palazzo Doebbing

 

In homepage io accanto ad una sua scultura presente all’esposizione, che si rifà alle dame del Verrocchio, di Alessio Deli.

 

 

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