La gestione della pandemia da parte dell’amministrazione Trump è stata “il più grande fallimento nella storia americana”, Kamala Harris. “Abbiamo salvato milioni di vite umane”, Mike Pence. “Sapevate della pericolosità del virus e l’avete tenuta nascosta. E neanche adesso avete un piano”. “Abbiamo creato un vaccino che sarà disponibile entro fine anno”. “Il vaccino? Se me lo dice la scienza, lo farò; se me lo dice Trump, no”. “Lei sta minando la fiducia degli americani nel vaccino”.
Quello sul coronavirus è stato il primo scambio – e uno dei più vivaci – del dibattito fra i candidati alla vicepresidenza Mike Pence, vice in carica di Donald Trump, ex governatore dell’Indiana, e Kamala Harris, vice in pectore di Joe Biden, senatrice della California. Un confronto preceduto dalla pubblicazione di un sondaggio della Fox News che dà Biden avanti di dieci punti su Trump nelle intenzioni di voto a livello nazionale, 53% a 43%: posizioni difficilmente intaccate da quanto Pence e la Harris hanno detto.
Se il primo dibattito fra Trump e Biden il 29 settembre era stato un festival delle interruzioni, senza un discorso compiuto, quello fra Pence e la Harris è stato sostanzialmente corretto, ma anche un po’ piatto: i due candidati vicepresidenti sono parsi più preoccupati di mettere in buona luce i loro rispettivi capi-cordata, e in cattiva luce il boss dell’altro, che di proporsi in prima linea (Kamala ha talora richiamato il suo background di procuratore e senatore).
Il duello televisivo tra i candidati alla vicepresidenza è durato 90 minuti ripartiti in nove segmenti, senza break pubblicitari, sul palco della Kingsbury Hall della Utah University a Salt Lake City: moderatrice Susan Page di USAToday, che ha avuto un compito molto più agevole di quello toccato la settimana scorsa a Chris Wallace con Trump e Biden. I due rivali erano seduti a distanza di quasi cinque metri, divisi da pannelli di plexigas; per il pubblico, rimasto invisibile ai telespettatori e silenzioso per tutto il tempo, c’era l’obbligo di test, mascherina e distanziamento.
Harris, tailleur pantalone nero, bottom scuro e un filo di perle, orecchini con una grossa perla e montatura in oro, se non è un bijoux, è partita un po’ ingessata, ma s’è poi andata sciogliendo e appassionando, specie sui temi della giustizia e delle ingiustizie razziali. Pence, completo scuro e cravatta rossa, è parso più freddo, ma più lento: rispondeva al giro successivo alla domanda fattagli nel giro precedente e sforava il tempo nelle risposte – la moderatrice l’ha richiamato -. E quando una mosca s’è posata sui suoi capelli bianchi e ben pettinati, l’ironia sui social s’è scatenata.
Pence è stato evasivo su due domande: sull’evento alla Casa Bianca divenuto un focolaio di contagi – l’annuncio della designazione di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema – e sull’aborto, anche se ha poi rivendicato di essere “pro vita”. Harris ha eluso a due riprese di rispondere sulla riforma della Corte Suprema.
Secondo media e analisti, era il più importante confronto televisivo fra i candidati vice mai svoltosi, “il dibattito da vedere”, scriveva il Washington Post. Forse per spianare la strada al suo “numero 2”, Trump, che sta già affilando la dialettica in vista del suo secondo dibattito televisivo con Biden, se mai si farà, aveva twittato la mattina: “Biden è un matto, tutti lo sanno, ha un quoziente intellettivo molto basso”.
E di Harris aveva scritto: “È molto più a sinistra del pazzo Bernie Sanders”; e aveva rilanciato un post della sua campagna, secondo cui la Harris ha “un’agenda radicale che non è al passo con i valori del nostro straordinario Paese”. Durante il dibattito, Pence ha detto, citando Newsweek, che Harris è la senatrice più liberal del Senato statunitense, “più di Bernie Sanders”.
La contrapposizione è stata costante, anche se sempre espressa in termini civili. Sulla Cina, Pence: “Noi abbiamo tenuto la schiena dritta con Pechino”; Harris: “Non siamo ossessionati dalla Cina”. Sulla politica estera, la Harris: “Trump ha tradito i nostri amici e ha tenuto rapporti con dittatori… Trump crede più a Putin che alla nostra intelligence… Abbiamo abbandonato accordi con la Nato e con l’Iran… L’unilateralismo e isolazionismo hanno reso l’America meno sicura…”; Pence: “Abbiamo trasferito l’ambasciata Usa a Gerusalemme… Abbiamo ucciso al Baghdadi senza perdere un uomo… Abbiamo ucciso Soleimani… Gli Stati Uniti hanno reso gli alleati più sicuri…”.
S’è parlato pure delle tensioni razziali e dell’operato della polizia. Harris: “La violenza non è mai giustificata, neppure se la fa la polizia… Ma bisogna sempre battersi per la giustizia… Trump non ha condannato razzisti e suprematisti: l’America si merita di meglio”; Pence: “Non ci sono scuse per le violenze, i saccheggi…”. Altri temi toccati la Corte Suprema, le forze armate, l’economia, le tasse; ambiente, energia e riscaldamento climatico; i valori e la regolarità del voto.
Trump e Biden sono intervenuti sul dibattito a confronto aperto. Il presidente ha twittato: “Mike sta facendo benissimo! Lei è una macchina di gaffe”. Il candidato democratico ha scritto: “Kamala sta mostrando agli americani perché l’ho scelta come mia vice: è intelligente, ha esperienza e si batte per la classe media. Sarà una vice-presidente incredibile”. Né Pence né Harris hanno sostanzialmente risposto alla domanda se abbiamo mai preso in considerazione l’ipotesi di ritrovarsi presidente, considerata l’età avanzata di Trump, 74 anni, e di Biden, quasi 79.
(Usa2020)