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In Cina si legittimano vescovi lazzaroni! La denuncia del cardinale Zen

In queste settimane la Santa Sede sta negoziando con Pechino il rinnovo dell’accordo segreto sulle nomine dei vescovi, che ha raggiunto i primi due anni di scadenza naturale. Ora, dopo un mese previsto per riflettere sugli anni trascorsi, si dovrà passare al rinnovo, qualora sia questa l’intenzione delle due parti. Questo accordo ha portato il Vaticano a un duro scontro con il segretario generale degli Stati Uniti Mike Pompeo, che con un articolo pubblicato sulla rivista First Things ha cercato di premere sulla diplomazia vaticana per mandare a monte il nuovo capitolo di relazioni di Roma con il Dragone.

Il cardinale Joseph Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong, uomo di grande saggezza ed esperienza, non ha mai nascosto la sua dura critica verso le intenzioni dei preposti vaticani. A febbraio la Santa Sede ha attaccato frontalmente le tesi dell’anziano cardinale cinese, con una lettera di fuoco firmata dal Decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. La conferma di questo clima di aperta ostilità è infine arrivata nelle scorse settimane, quando il porporato ottantottenne si è recato a Roma direttamente da Hong Kong per incontrare il Papa, ma non è stato ricevuto.

Interpellato da Formiche.net, a proposito di quali siano, a suo avviso, le responsabilità cinesi nello scoppio della pandemia, il porporato risponde laconico: “Penso che si possa trovare una risposta precisa in un articolo del cardinale Charles Bo”. Il riferimento è alle dichiarazioni, diffuse lo scorso aprile dall’agenzia di informazione religiosa AsiaNews, del cardinale birmano Charles Maung Bo, il primo a puntare il dito in maniera netta contro il Partito Comunista Cinese per i ritardi nella condivisione di informazioni sull’imminente pandemia, accusandolo inoltre di avere punito quei medici che hanno cercato di lanciare l’allarme.

Il presidente americano Donald Trump ha più volte sostenuto che il virus possa essere nato in un laboratorio di Wuhan, e non è l’unico a sposare questa versione dei fatti. Lei di tutto questo Eminenza cosa ne pensa, possiede delle informazioni a riguardo?

Non ho informazioni precise, ma c’è una notizia di una professoressa di Shanghai recentemente venuta fuori dalla Cina con qualche rivelazione a riguardo (il cardinale si riferisce probabilmente alla virologa Li Meng Yan, che in un programma televisivo britannico ha denunciato l’origine artificiale del Covid-19, ndr).

Alcuni osservatori internazionali sostengono che in molti paesi del Pianeta la crisi sanitaria dovuta al Covid-19 sia stata utilizzata come pretesto per implementare modelli di governo autoritario, anche contro la libertà di religione. È d’accordo?

Non so. Sono però del parere che le autorità religiose molte volte sono state troppo passive nell’accettare le restrizioni imposte dal governo. Si sarebbe potuto provvedere in qualche misura il servizio religioso con tutte le necessarie precauzioni.

Il governo cinese fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria in Italia ha intrattenuto un intenso dialogo con le istituzioni italiane, in particolare con il ministero degli Esteri, che ha portato anche all’invio di aiuti umanitari come mascherine o medici. Come giudica questi eventi, e a suo avviso quali sono le intenzioni del governo cinese?

Io sono del parere di non fidarsi del governo cinese: Timeo Danaos et dona ferentes. Ma gli italiani sono ottimisti…

Lei ha duramente criticato gli accordi provvisori siglati il 22 settembre 2018 tra la Repubblica popolare cinese e la Santa Sede. Perché?

Non solo perché l’accordo è segreto, anche per me, un cardinale cinese. C’è stato di peggio.

A cosa si riferisce?

Nello stesso tempo la Santa Sede ha legittimato sette “vescovi” illegittimi, sette “lazzaroni” che per tanti anni hanno sfidato l’autorità del Papa, usurpando il potere sacro che deriva dall’ordinazione illecita hanno perfino osato ordinare preti ad altri vescovi. Due di loro hanno anche moglie e figli. Nessuno di loro ha dato alcun segno pubblico di pentimento o di riconoscenza al Papa per il perdono concesso. Come ha potuto il Papa riconoscerli come veri vescovi ed imporli ai fedeli? In due delle sette diocesi c’erano i due vescovi legittimi della comunità cosiddetta clandestina, sono stati obbligati a cedere il posto ai legittimati!? Cose impensabili!

C’è altro, Eminenza, su cui ha osservazioni critiche?

La cosa peggiore è stata il documento della Santa Sede, uscito l’anno scorso fine giugno, Orientamenti pastorali della Santa Sede circa la registrazione civile del Clero in Cina. Senza firme, senza specificazione del dipartimento responsabile, ma ovviamente opera di Parolin. In esso tutti i preti sono stati incoraggiati ad uscire dalla clandestinità ed entrare nella Chiesa dell’associazione patriottica, completamente sotto il controllo del governo. È il colpo di grazia! È legittimare la Chiesa scismatica!

La Santa Sede ha risposto alle sue posizioni parlando di continuità tra gli ultimi tre pontificati. Che cosa ne pensa di questa affermazione?

La continuità? È la sfacciata bugia dell’eminentissimo Cardinale Parolin. Basta consultare il libro “Le ultime conversazioni” di Papa Benedetto. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano contrari all’Ostpolitik!

Qual è l’attuale condizione dei cristiani e della Chiesa in Cina, e cosa è cambiato dall’accordo tra Cina e Vaticano?

Siamo in fondo all’abisso. Con i tre atti, di cui sopra, hanno consegnato nelle mani del governo la “Chiesa” ufficiale con i vescovi “opportunisti”, hanno aiutato il governo ad eliminare la Chiesa underground. Ma la fede sopravvivrà nelle “catacombe”.



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