In Guerra e Pace di Lev Nikolàevič Tolstòj, il Capo di Stato Maggiore delle forze russe, il Generale Michail Illarionovič Goleniščev -Kutuzov sa che ha un alleato che lo trarrà d’impiccio, il Generale Inverno. Quindi, fece una ritirata strategica, lasciò Mosca alle truppe francesi, il cui Imperatore Napoleone Bonaparte si insediò un fastoso castello appena fuori dalla città, ed aspetto i primi cenni del Generale Inverno. Circa 150 anni dopo, le truppe di Stalin si rivolsero al Generale Inverno per sconfiggere i tedeschi che da novecento giorni assediavano San Pietroburgo. Ed ebbero successo.
Coloro che studiano Storia, con diletto e con profitto, sono oggi in Italia ancora meno di coloro che studiano, con profitto e con diletto, la “triste scienza”, ossia l’economia. Quindi, quando dopo più di due mesi di lockdown sono cominciate le altre “fasi” della guerra al Covid-19, ci siamo dimenticato che costui, pur se invisibile, aveva un alleato molto concreto: quello stesso Generale Inverno che portò i francesi alla rotta della Beresina dove dovettero bruciare le loro bandiere per impedire che diventassero trofeo di Michail Illarionovič Goleniščev-Kutuzov.
Avremmo dovuto passare l’estate a preparare le armi contro il Generale Inverno, potenziando la sanità (sia ospedaliera sia sul territorio) ed evitando contagi. Invece, al pari degli ufficiali e delle truppe francesi a Mosca nel 1812 si siamo lanciati in balli e gozzoviglie con grande irresponsabilità e non abbiamo affilato le difese. Pare che i francesi, gli spagnoli ed anche i pudici britannici (quelli della commedia No Sex Please We are British) abbiano fatto peggio noi. Non è motivo di rallegrarsi data la crescita dei contagi e delle vittime. La comunicazione, sia dei “poteri costituiti” sia dei media, non ha contribuito alla preparazione della battaglia contro il Generale Inverno.
È tardi, però, per lamentarsi su cosa si sarebbe dovuto fare e non si è fatto. Gli spifferi che vengano da Palazzo Chigi e dintorni suggeriscono che questo fine settimana dovrebbe essere emanato un Decreto Legge – o un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) – che integri e rafforzi il Dpcm del 13 ottobre.
A mio avviso dovrebbe contenere queste misure minime:
a) Potenziamento immediato della sanità seguendo le indicazione del CTS e di organizzazioni mediche qualificate come la Confedir. Per assicurare finanziamenti certi (pure per assunzioni di medici ed altro personale sanitario), richiesta immediata di sostegno utilizzando lo sportello sanitario del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). È un “mistero doloroso” perché il segretario del Partito Democratico (Pd), Zingaretti, cincischi ancora. I suoi “alleati”, il Movimento 5 Stelle (M5S) temono le elezioni come la peste bubbonica e per non perdere i privilegi di quella che Milavon Gilas chiamò “la nuova casta” accetterebbero di tutto. In ogni caso la saggezza del Capo dello Stato eviterebbe elezioni politiche in piena pandemia e si andrebbe o verso un Esecutivo di unità nazionale o verso un Esecutivo tecnico-politico in cui la “crème de la crème” del M5S manterrebbe auto di servizio ed appartamenti con vista.
b) Proteggere le fasce deboli in due modi ii) incanalare verso di loro le vaccinazioni anti-influenza ed anti-polmonite e ii) fare una campagna di comunicazione (anche alimentata dalla Presidenza del Consiglio tramite “Pubblicità Progresso” sulle maggiori reti televisive) per contribuire a limitare i “contagi familiari”.
c) Difendere e potenziare il futuro di noi tutti, ossia i giovani, assicurando il funzionamento, anche tramite Didattica a Distanza (DaD), di scuole ed università nonché potenziando la ricerca e scaglionando gli orari per alleggerire la pressione sui trasporti pubblici.
d) Adottare un “coprifuoco” come quello applicato in Francia ed in Belgio. Ne soffriranno alcune categorie – ed io personalmente in quanto appassionato di musica sinfonica e lirica – ma sono in gran parte i comparti che i modelli di equilibrio economico generale dell’Italia dicono essere a più basso moltiplicatore, ossia che trainano meno la ripresa. Per mitigare l’impatto si potranno estendere la cassa integrazione in deroga ed i sussidi per i professionisti (trovando risorse nelle somme non spese per “quota 100” e razionalizzando l’uso del «reddito di cittadinanza» sui cui beneficiari aumentare controlli dell’Inps e della Guardia di Finanza).
e) Mettere in atto provvedimenti mirati per favorire i settori che analisi econometriche rivelano ad alto moltiplicatore ed effetto trainante. Sono in gran parte quelli di industria 4.0 nonché le grandi infrastrutture (anatema del M5S) e l’edilizia (vista male dal M5S).
Questo – si badi bene- è solo un primo passo perché il virus ed il suo alleato resteranno con noi a lungo, anche dopo che in primavera il Generale Inverno avrà ritirato parte delle sue truppe. In caso contrario, occorrerà prepararsi ad andare a “Sainte Hèlene, petite île” come la chiamava un ex Imperatore che per un po’ pensò di dominare l’universo mondo.