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La corsa al vaccino anti-Covid. Tempi e fasi dell’antidoto Pfizer

Continua la corsa disperata per il vaccino contro il Covid-19. L’ultimo annuncio sull’atteso antidoto è stato fatto dalla multinazionale Pfizer, che sarebbe pronta a chiedere l’autorizzazione negli Stati Uniti a fine novembre.

Albert Bourla, ceo del colosso del settore farmaceutico, ha pubblicato una lettera aperta postata sul sito di Pfizer, nella quale spiega che la ricerca sta seguendo le fasi dettate dalla scienza e che per garantire la sicurezza dei dati sarà dedicato un gruppo di scienziati indipendenti che informerà se il vaccino è efficaci. In caso di risultati soddisfacenti, Pfizer avvierà la richiesta negli Stati Uniti, si prevede per la terza settimana di novembre”.

“Volevo parlare a miliardi di persone, milioni di aziende e centinaia di governi in tutto il mondo che stanno investendo le loro speranze in un vaccino sicuro ed efficace per superare questa pandemia – scrive Bourla – So che c’è confusione riguardo a cosa ci vorrà per assicurarne l’approvazione e, date le considerazioni critiche sulla salute pubblica e l’importanza della trasparenza, vorrei fornire maggiore chiarezza sulle scadenze per Pfizer riguardo al nostro vaccino Covid-19 del partner BioNTech”.

Il ceo prosegue sostenendo che “potremmo sapere se il nostro vaccino è efficace o meno entro la fine di ottobre. Per fare ciò, dobbiamo accumulare un certo numero di casi Covid-19 nel nostro studio per confrontare l’efficacia del vaccino negli individui vaccinati con quelli che hanno ricevuto un placebo. Poiché dobbiamo attendere che si verifichi un certo numero di casi, questi dati possono arrivare prima o dopo, in base ai cambiamenti nei tassi di infezione. Un comitato di scienziati indipendenti esaminerà i dati completi e ci informerà se il vaccino è efficace o meno sulla base di criteri predeterminati”.

Pfizer ha assicurato che condividerà con il pubblico qualsiasi lettura conclusiva (positiva o negativa) appena sarà possibile. “Un punto chiave che vorrei chiarire – ha aggiunto Bourla – è che se l’efficacia soddisferà solo uno dei tre requisiti, da sola, non sarà sufficiente per noi per richiedere l’approvazione all’uso. Il secondo requisito è dimostrare che il vaccino è sicuro. I nostri standard interni per la sicurezza dei vaccini e quelli richiesti dalle autorità di regolamentazione sono elevati”.

Il quotidiano Financial Times ricorda che per ricevere l’autorizzazione di emergenza negli Stati Uniti, emessa dall’organizzazione Food and Drug Administration, “Pfizer dovrà presentare dati di sicurezza su almeno la metà dei partecipanti allo studio, delineando come hanno reagito per due mesi dopo la dose finale”. Il vaccino di Pfizer sviluppato con BioNTech viene somministrato in due dosi separate.

Entrambe le aziende sostengono di essere in grado di produrre 100 milioni di dosi in tutto il mondo e almeno 1,3 miliardi nel 2021. “Gli Stati Uniti hanno firmato un accordo con Pfizer per garantire 600 milioni di dosi – scrive il FT, mentre l’Ue sta negoziando un accordo per 200 milioni di dosi”.

“Abbiamo una data – ha scritto su Twitter il virologo Roberto Burioni -. Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, scrive che se tutto andrà bene presenterà una richiesta per una autorizzazione di emergenza del vaccino contro Covid-19 nella terza settimana di novembre 2020. Forza!”.

Meno ottimista Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova. In un post pubblicato su Facebook l’esperta ha scritto: “Vaccino in novembre? Attenzione, dipende da cosa si intende. Se che per fine novembre un vaccino possa, con procedure di emergenza, essere registrato, allora molto probabilmente sì. Se che a novembre saremo vaccinati e quindi tutto tornerà alla normalità, ovviamente no. Se anche, come sembra, ci sarà la registrazione, poi dovrà iniziare la produzione, la distribuzione, la scelta dei primi gruppi da vaccinare. Il vaccino sarà disponibile, se tutto va bene, in primavera”.

E conclude: “Gli studi clinici stanno analizzando l’efficacia del vaccino nel ridurre il numero di sintomatici. Ma poiché solo una piccola parte dei sintomatici sviluppa una forma grave o muore, non sapremo se il vaccino è efficace anche in questi casi. Servirebbe molto più tempo per analizzare questo aspetto, che però è fondamentale […] Quindi per il momento dobbiamo concentrarci sul rispetto delle regole (noi) e su misure attive di contenimento (Stato e Regioni)”.

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