L’Iran minacciava gli elettori di Biden con false email firmate Proud Boys, il gruppo di estrema destra citato da Trump nel primo dibattito. Le rivelazioni dell’intelligence Usa e dell’Fbi
John Ratcliffe, direttore della National Intelligence, ha rivelato, in una conferenza stampa atipica con il numero uno dell’Fbi Christopher Wray, che Iran e Russia hanno ottenuto informazioni sugli elettori statunitensi che possono essere utilizzate per minare la fiducia nel sistema politico del Paese: “Causare confusione, seminare il caos e minare la vostra fiducia nella democrazia americana”, sono i rischi di una simile operazione per gli Stati Uniti secondo Ratcliffe. Axios.com ha rivelato, inoltre, la collaborazione di Twitter e Facebook al caso sottolineando il loro impegno con le forze d sicurezza per chiudere i profili utilizzata per diffondere disinformazione.
I PROUD BOYS
La rivelazione, che giunge a poche ore del secondo e ultimo dibattito tra gli sfidanti per la Casa Bianca e a meno di due settimane dal voto, fa emergere con grande evidenza la velocità e la capacità di adattamento della disinformazione iraniana agli ultimi avvenimenti negli Stati Uniti. Ratcliffe ha dichiarato che questa settimana l’Iran ha inviato agli elettori democratici in molti Stati email minatorie firmandosi come Proud Boys, il gruppo di estrema destra che il presidente Donald Trump ha nominato (senza condannarlo) durante il primo dibattito televisivo con lo sfidante Joe Biden. A tal proposito Ratcliffe ha commentato spiegando che queste email contraffatte sono state pensate “per intimidire gli elettori, incitare disordini e danneggiare il presidente Trump”.
FEDERALI E DEPUTATI
Wray ha messo in guardia le nazioni che cercheranno di interferire nelle prossime elezioni presidenziali e ha minacciato ritorsioni. Il senatore repubblicano Marco Rubio e il democratico Mark Warner, rispettivamente presidente e vicepresidente della commissione Intelligence della Camera alta di Washington, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sulle minacce ai sistemi elettorali e alle infrastrutture statunitensi appena prima della conferenza. “I nostri avversari all’estero cercano di seminare il caos e minare la fiducia degli elettori nelle nostre istituzioni democratiche, compresi i sistemi elettorali e le infrastrutture su cui facciamo affidamento per registrare e riportare adeguatamente le espressioni della volontà degli elettori”, si legge.
I PRECEDENTI
A luglio William Evanina, il massimo funzionario del controspionaggio statunitense, aveva messo in guardia da Cina, Russia e Iran, le principali minacce sotto l’aspetto dell’interferenza elettorale nella corsa presidenziale di quest’anno. A dimostrazione di quanto le sfide del 2016 siano ancora attuali.