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Dibattito? No, comizio. Continua la telenovela Trump-Biden

Il prossimo dibattito fra Donald Trump e Joe Biden, in calendario il 15 ottobre, si terrà, se si terrà, da remoto: il presidente e l’ex vice-presidente risponderanno alle domande dei cittadini – la formula è quella del town hall – da luoghi separati. La commissione organizzatrice dei dibattiti presidenziali motiva la sua decisione con preoccupazioni di salute derivanti dall’epidemia di coronavirus: Trump è stato dimesso lunedì dall’ospedale militare Water Reed e non risulta ancora negativo.

Ma il presidente non ci sta: lui vuole essere, come previsto, con Biden sul palco dell’avveniristico Adrienne Arsht Center di Miami in Florida. E annuncia che non parteciperà al dibattito, se non sarà in presenza: “Mi sento perfettamente, non penso di essere contagioso”, dice in una telefonata fiume e senz’argini con Maria Bartiromo, volto celebre di Fox Business. “Per noi il format virtuale non è accettabile”, dice Trump, accusando la commissione di volere “proteggere” il suo rivale.

La decisione “unilaterale” di “cancellare il dibattito in persona è patetica”, gli va dietro la campagna del magnate: è solo una “triste scusa per salvare Joe Biden”: Invece del dibattito virtuale, Trump “farà un comizio”. Il cambio del formato “non è un bene per gli elettori”, che meritano un confronto faccia a faccia fra i candidati, dice il partito repubblicano.

DIBATTITO? NO, COMIZIO

“Non sprecherò il mio tempo in un dibattito virtuale – insiste il presidente, che, da quando è stato dimesso dall’ospedale, appare su di giri, che non ha nulla a che fare con quello che dovrebbe essere un dibattito. Si sta seduti dietro un computer e si parla, è questo un dibattito? E’ ridicolo. E poi possono tagliarti quando vogliono”. Soprattutto, il suo microfono sarebbe spento mentre parla Biden, il che gli impedirebbe di interromperlo, come fece decine di volte nel primo faccia a faccia, la scorsa settimana.

A Trump non piace neppure il moderatore scelto per il secondo duello con Biden, Steve Scully, della C-Span, il servizio pubblico televisivo Usa: “Non è mai stato un ‘Trumper'”. Il presidente, senza freni, se la prende pure conl segretario di Stato Mike Pompeo e il ministro della Giustizia William Barr, due suoi fedelissimi, giudicati “deludenti”.

Opposta la reazione di Biden, che non vede l’ora “di parlare direttamente al popolo americano” e d’illustrare il suo piano per unire il Paese e ricostruirlo”, dopo “la fallimentare leadership” di Trump che, complice la gestione dell’epidemia di coronavirus, ha gettato “l’economia in crescita ereditata” dall’Amministrazione Obama “nel peggior declino dai tempi della Grande Depressione”.

I POSTUMI DI HARRIS E PENCE

La fiammata polemica sul secondo dibattito brucia l’immagine relativamente positiva lasciata, l’altra notte, dal dibattito televisivo fra i candidati vice. Mike Pence e Kamala Harris hanno fatto meglio di Trump e Biden, dal punto di vista di contenuti, educazione e correttezza: frasi finite, poche interruzioni, reciproca cortesia, buona padronanza delle diverse materie.

Ma la sostanza è stata un po’ piatta, senza guizzi, in uno studio così cupo da parere l’antro del virus più che un setting di talk show. Il primo sondaggio a caldo, siglato Cnn, dice che la Harris ha vinto largo: 59 a 38%; ma – attenzione! – c’è il trucco, perché, prima del confronto, lo stesso campione era già predisposto a favore della Harris, 61 a 36%.

Alla Bartiromo, Trump racconta un altro film: la Harris è stata “terribile”, è “un mostro”, è “peggio di una socialista, è una comunista”, “tutto quello che dice è una menzogna”; Pence “l’ha demolita”. E di Biden Trump torna a dire che, come presidente, “non durerebbe due mesi”.

DIBATTITO VIRTUALE: I PRECEDENTI

Se il dibattito virtuale si dovesse fare, non sarà una novità assoluta in una campagna presidenziale: nel 1960, l’anno dell’introduzione dei dibattiti televisivi, John F. Kennedy e Richard Nixon ne concordarono quattro, il primo a Chicago, il secondo a Washington, il terzo – un 13 ottobre – quasi ciascuno a casa sua  – Kennedy negli studi della Abc a New York, Nixon in quelli di Hollywood in California – e il quarto a New York. In quell’occasione, il focus della discussione fu la Cina, che non era ancora un competitore economico, ma un nemico comunista: Nixon, che 12 anni dopo sarebbe stato protagonista della ‘diplomazia di ping-pong’, contestò a Kennedy l’intenzione di lasciare che Pechino si impadronisse delle isole di Quemoy e Matsu, che nessun americano sapeva dov’erano.

I SONDAGGI

Un sondaggio della Fox News vede Biden 10 punti avanti Trump, 53 a 43%. Il sito FiveThirtyEight, che fa capo al guru delle previsioni Nate Silver, vede in ulteriore crescita le chances di Biden di vincere il collegio elettorale- siamo all’84,4%. E nei calcoli della Cnn sul collegio elettorale Biden supera per la prima volta la soglia dei 270 elettori (su 538) necessari per essere eletto presidente. Se si aggiungono gli Stati classificati come “saldamente” nel suo campo (203) e quelli che pendono nella sua direzione (87), il totale arriva infatti a 290 voti. Il candidato dem sembra inoltre aver ricostruito quel cosiddetto ‘muro blu’ nel Midwest che Trump aveva infranto nel 2016 per assicurarsi il successo,

Per il suo cammino verso i 270 voti elettorali, Trump parte da una solida base di 125, cui vanno sommati altri 38 dal Texas che al momento è orientato nella sua direzione: complessivamente sono 163 voti, quindi gliene mancano 107. Ma il totale dei voti che appaiono contendibili sono al momento 85 in cinque Stati (Florida 29, Georgia 16, Iowa 6, North Carolina 15, Ohio 18) e nel secondo distretto del Maine (1).

Lo afferma la presidente del Republican National Committee, Ronna McDaniel, augurandosi che nessun futuro candidato repubblicano si trovi a lavorare con questa commissione che organizza i dibattiti. Il dibattito in calendario il 15 ottobre è stato trasformato in virtuale e il presidente ha già annunciato che non vi parteciperà.

TRUMP VS POMPEO E BARR

Gli strali di Donald Trump si abbattono anche su due dei ministri considerati tra i più fedeli alleati del presidente: il segretario di Stato Mike Pompeo e il ministro della Giustizia William Barr, giudicati deludenti. Nella telefonata fiume con Fox News, durata circa 40 minuti, il presidente ha criticato Pompeo per non aver scovato nei cassetti del Dipartimento di stato le carte che – a suo dire – incastrerebbero l’ex capo della diplomazia Usa Hillary Clinton: “Sono lì, ma non è stato capace di tirarle fuori. Per questa ragione non sono contento di lui”. A Barr invece Trump imputa di non aver affondato sul fronte delle indagini sulle origini dell’inchiesta del Russiagate: “Lo dico chiaramente, ha tutte le informazioni che gli servono”.

 

Gli americani hanno bisogno di sapere quali sono le condizioni di salute di Donald Trump: è necessario sapere quando è stata l’ultima volta che il suo test per il coronavirus è stato negativo. Lo afferma la Speaker della Camera, Nancy Pelosi.

QUI CASA BIANCA

Nel pomeriggio, Trump, in isolamento alla Casa Bianca perché ancora positivo al coronavirus, era tornato nello studio Ovale ma l’accesso alla stanza, secondo il capo dello staf Mark Meadows, è stato estremamente limitato. Da lì, Trump ha postato un video: “Forse mi riconoscete, sono il vostro presidente preferito… Sono tornato un giorno fa dal Walter Reed, dove ho trascorso quattro giorni. Non potevo stare alla Casa Bianca ma siccome sono il presidente mi hanno detto ok. Ora ascolto quello che mi dicono di fare”.

Trump ha postato un altro video su Twitter dove parla senza mascherina, in giacca e cravatta senza, davanti allo Studio Ovale, assicurando che sta bene grazie al Regeneron, un cocktail sperimentale di anticorpi sintetici e che intende promuovere gratis per tutti gli americani il Regeneron, il trattamento sperimentale a base di anticorpi sintetici con cui e’ stato curato dal Covid.

“È stato incredibile, mi sono sentito bene subito, è incredibile come funzioni”, spiega. “Voglio per voi quello che ho avuto io e lo renderò gratis, non voglio che paghiate per una colpa non vostra, la colpa è della Cina e pagherà un grande prezzo”, ha promesso, confidando nell’autorizzazione all’uso di emergenza.

Quanto al vaccino, “penso che dovremmo averlo prima delle elezioni – ha detto -, ma è coinvolta la politica. E va bene. Vogliono fare i loro giochi e magari arriverà subito dopo le elezioni”.

Il numero due del corpo dei Marines è risultato positivo al Covid-19. Il generale Gary Thomas era tra i vertici militari che si erano messi in quarantena questa settimana dopo il contagio del vicecomandante della guardia costiera Charles Rey.

L’OMBRA DELLE FRODI ELETTORALI

Il dipartimento di Giustizia, guidato da William Barr, ha revocato la prassi consolidata da decenni di non avviare indagini per frodi elettorali nei mesi prima di un’elezione per il timore di ridurre l’affluenza alle urne o di erodere la fiducia nei risultati. Lo rivela il New York Times.

In un memo il ministero dice ai procuratori che possono indagare su sospetti di frodi elettorali prima che i voti siano contati, in particolare sulle cattive condotte di dipendenti federali, compresi i militari e quelli postali, due categorie coinvolte nel trasporto delle schede

Facebook ha annunciato che tutti gli spot legati alle elezioni, a sfondo politico o sociale, saranno vietati sulle sue piattaforme negli Usa alla chiusura del voto del 3 novembre. La compagnia ha spiegato di aver preso questa decisione per ridurre i rischi di “confusione o di abuso”, sullo sfondo dei timori di una spoglio delle schede molto contestato.

LE CURE DI TRUMP

Regeneron ha presentato alla Food and Drug Administration la richiesta di autorizzazione per l’uso di emergenza per il cocktail sperimentale di anticorpi somministrato a Donald Trump contro il coronavirus. Lo annuncia Regeneron in una nota, sottolineando che al momento sono disponibili dosi per per 50.000 pazienti. Nei prossimi mesi sarà invece disponibile per 300.000 pazienti.

Un alto funzionario della sicurezza della Casa Bianca, Crede Bailey, è gravemente malato di Covid-19 ed è ricoverato in ospedale da settembre, secondo quattro persone che hanno familiarità con le sue condizioni. Lo riferisce Bloomberg, aggiungendo che la Casa Bianca non ha divulgato pubblicamente la notizia della malattia di Bailey.

Il funzionario si è ammalato prima dell’evento del Rose Garden del 26 settembre tenuto dal presidente Donald Trump per annunciare la scelta di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, che è stato collegato a più di una dozzina di casi di contagio.

Un portavoce della Casa Bianca ha rifiutato di commentare le condizioni di Bailey. Si tratta del responsabile dell’ufficio di sicurezza della Casa Bianca, che gestisce le credenziali per l’accesso alla Casa Bianca e lavora a stretto contatto con i servizi segreti sulle misure di sicurezza in tutto il complesso.

Dipendente federale in carriera che raramente è apparso nei notiziari, Bailey è stato coinvolto in una controversia lo scorso anno sulle autorizzazioni di sicurezza concesse alla figlia di Trump, Ivanka Trump, e al genero Jared Kushner. Bailey ha testimoniato in privato al Comitato di supervisione della Camera che non ha subito pressioni da parte di altri alla Casa Bianca per concedere autorizzazioni.

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