Gli ultimi interventi del governo serviranno forse a scongiurare un secondo lockdown.
Un ulteriore sostegno alle PMI e alle famiglie deve essere al centro della strategia di sostegno economico, ma la pianificazione rimane fondamentale in una situazione di emergenza.
La politica non deve dimenticarselo.
Ecco il punto di vista di Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio per la ricostruzione economica post Covid19 che abbiamo creato in Competere.eu sui provvedimenti del governo di domenica 18 ottobre.
Nel prevedere le misure urgenti, ed a breve termine, al fine di fronteggiare gli effetti sull’economia della nuova ondata pandemica il Cdm, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, tra le varie misure proposte ha posto l’accento sulle imprese, ed in particolare quelle che operano al Sud Italia, con provvedimenti quali la fiscalità di vantaggio e le misure di sostegno all’economia riguardanti il Fondo di Garanzia Pmi e Sace oltre che all’internazionalizzazione.
Sicuramente la situazione attuale delle Pmi necessita oltre che di interventi a breve termine di una importante programmazione di una politica di incentivi rivolti al potenziamento e salvaguardia dell’intero sistema impresa pertanto ben vengano, assolutamente, interventi a breve termine che siano in grado di contrastare l’emorragia economico finanziaria che le imprese stanno vivendo in questo particolare periodo storico ma, l’occasione del Recovery Fund, impone una improrogabile e necessaria politica di incentivi programmata nei tempi e nei modi e che abbia come punto cardine la semplificazione dei processi di valutazione e di rendicontazione, fatti salvi i dovuti controlli, dei fondi pubblici destinati alle imprese.
Lo stanziamento previsto, quindi, di 13,4 miliardi per il triennio 2021 – 2023 a favore della fiscalità di vantaggio per le imprese che operano al Sud è sicuramente un passo importante unitamente alla proroga per l’anno 2021 del credito d’imposta per gli investimenti nelle Regioni del Mezzogiorno.
L’istituzione di un fondo da 4 miliardi di euro rappresenta sicuramente una iniezione di liquidità ottimale per le imprese che hanno subito, e subiranno nel breve termine le conseguenze in termini di fatturato per il nuovo avvicinarsi dell’emergenza pandemica. Parimenti sono da ritenersi importanti le proroghe delle misure relative alla moratoria sui mutui, alle garanzie pubbliche del Fondo di Garanzia Pmi e da Sace oltre che le misure a sostegno della patrimonializzazione delle Pmi. Importante, infine, ed a carattere altamente strategico lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro per le attività di internazionalizzazione.
Tutte le misure innanzi dette, aventi carattere di urgenza e di brevissimo termine, saranno tanto efficaci quanto la loro attuazione sarà veloce e attuabile, senza tempi lunghi di attesa o procedure operative poco praticabili come visto con i prestiti garantiti in passato, ma al tempo stesso giusta e destinata alle imprese che effettivamente sono meritevoli di ottenere tali contributi.
Completano, infine, le misure previste dal Cdm le azioni in materia fiscale con l’introduzione dell’assegno unico per le famiglie, lavoro e welfare, trasporti, scuola e cultura. Previsti ulteriori stanziamenti in materia sanitaria con l’acquisto di vaccini e l’assunzione di personale medico.
Con lo stanziamento, quindi, di 1,8 miliardi di euro, arrivando a complessivi 7 miliardi, si pone in essere la condizione per avere un taglio del cuneo fiscale. Unitamente a ciò è bene sottolineare la proroga al 31/12/2020 della notifica delle cartelle di pagamento e l’istituzione del “fondo per la fedeltà fiscale”. Anche in tema di welfare e lavoro le novità sono importanti con una decontribuzione totale, per tre anni, in caso di assunzione di giovani under 35 da parte dell imprese operanti sul territorio nazionale, oltre al fatto dell’ampliamento delle settimane riguardanti la Cassa Integrazione Guadagni, l’Ape Social e Opzione Donna.
Sicuramente il supporto prospettato è concreto e va nella direzione di evitare un nuovo lockdown sicuramente letale per il tessuto produttivo dell’intero Paese e, di riflesso, anche per il sistema sociale.