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Formentini (Lega) spiega come rafforzare i rapporti Italia-Israele

Bene la visita del ministro Di Maio. Ma l’Italia può fare di più con Israele. L’intervento di Paolo Formentini (Lega), presidente del Gruppo di collaborazione parlamentare con la Knesset

Lunedì ho incontrato (online) il mio omologo presidente della parte israeliana del gruppo di collaborazione tra Knesset e Camera dei deputati, Gideon Saar. Un incontro di straordinario interesse: si è ribadito con forza che la necessità di rafforzare sempre più la partnership strategica tra Italia e Israele.

Quindi è sicuramente positiva la visita in questi giorni in Israele del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Speriamo però che sia sincera e convinta la posizione del Movimento 5 stelle visto che nel non lontano 2016 (ma anche fino a pochi mesi fa) la loro posizione era totalmente filopalestinese e, di fatto, contro Israele.

Bene anche gli accordi siglati da Snam. Ma si deve e si può fare sicuramente molto di più. Siamo convinti come Lega, infatti, che la complementarietà tra Israele start-up nation e l’Italia grande manifattura d’Europa debba essere incrementata sempre più, portando più Israele in Italia e più Italia in Israele. Dal gas del Mediterraneo orientale all’intelligenza artificiale e all’innovazione tecnologica in generale tanti sono gli ambiti nei quali potenziare, con reciproca soddisfazione, una collaborazione. Quando le condizioni economiche lo permetteranno sarebbe strategico, per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, veder realizzato il gasdotto Eastmed (avversato dal Movimento 5 stelle), che collegherebbe Israele all’Italia, unendole ancor più.

La Lega, sola nel panorama politico italiano, sostiene con forza il riconoscimento di Gerusalemme capitale d’Israele e il conseguente spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv. Ma dal nostro governo rossogiallo invece solo silenzio desolante. Eppure la visita del ministro degli Esteri avrebbe potuto essere proprio l’occasione per esprimersi su questo tema.

Di fronte a una svolta epocale, l’alba di un nuovo Medio Oriente quale gli Accordi di Abramo ci saremmo aspettati più entusiasmo da parte del ministro Di Maio, un appoggio più convinto e un appello alla dirigenza palestinese affinché colga la palla al balzo e ponga fine ai lanci di razzi (che hanno ‘celebrato’ la sigla degli Accordi) e lavori a un nuovo Medio Oriente di pace.

Ci saremmo aspettati anche parole più chiare sulla richiesta, da parte israeliana, di riconoscimento di Hezbollah come organizzazione terroristica, richiesta sulla quale, secondo la Lega, va avviata una profonda è necessaria riflessione.

Antisemitismo e campagna Bds vanno a braccetto, ma anche su questo tema silenzio: nulla s’ode, da parte della maggioranza di governo, su quell’odio sa forma di antisemitismo che è l’odio per Israele!

Ministro Di Maio, un ultimo appello: basta ambiguità! Scegliamo l’Occidente con orgoglio e rivendichiamo con determinazione davanti alla barbarie dell’estremismo islamista le nostre radici giudaico-cristiane e il nostro collocamento internazionale al fianco degli Stati Uniti d’America patria di libertà e democrazia. Non si può più essere contemporaneamente alleati degli Stati Uniti e d’Israele e dichiarare che Cina e Iran sono nostri nuovi partner.

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