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Libia e Mediterraneo, perché la Turchia resta un alleato. L’incontro tra Guerini e Akar

“Eccellenti relazioni”. Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini riassume lo stato dei rapporti tra Italia e Turchia dopo l’incontro a Roma con il collega Hulusi Akar. Tra Mediterraneo e Nagorno Karabakh, in questi giorni Ankara non gode proprio di ottima fama nel panorama internazionale. Eppure resta “un partner importante dell’Italia e un prezioso alleato Nato”, un interlocutore imprescindibile per tanti dossier di interesse italiano, a partire dalla Libia.

INCONTRI INCROCIATI

L’incontro di oggi segue la visita di Guerini ad Ankara di giugno e il faccia a faccia della scorsa settimana tra il ministro Luigi Di Maio e il collega Mevlut Cavusoglu, ma arriva soprattutto all’indomani della visita ufficiale a Cipro dello stesso titolare di palazzo Baracchini, in un momento in cui i rapporti tra Nicosia e Ankara sono ai minimi storici.

LA VIA DEL DIALOGO

A Cipro Guerini ha ribadito la linea italiana sull’intricata disputa nel Mediterraneo orientale: “Solo conciliando dialogo e fermezza sui principi si può arrivare ad una soluzione riguardo il Mediterraneo orientale”. Si tratta di difendere il diritto internazionale (e dunque gli interessi di Eni su quelle acque) ma evitando la rottura con la Turchia (e dunque anche le sanzioni dell’Ue volute da Grecia e Cipro). Una missione difficile di fronte all’assertività di Ankara su tanti dossier, ma non impossibile, anche perché ha trovato solida sponda nella Nato, che da poco è riuscita ad attivare un meccanismo per la de-confliction.

COLLOQUI LUNGHI E CORDIALI

E così, se ieri il ministro italiano ha notato come “storia, cultura e comune appartenenza all’Ue uniscono Italia e Cipro”, oggi sul fronte turco c’era da confermare ciò che giorni fa, dalla Farnesina, Di Maio ha definito “la storica amicizia” e il legame con un “partner fondamentale” con cui “rafforzare il dialogo”. Una rafforzamento funzionale a tanti interessi italiani, che dal Mediterraneo si estendono alla Libia e fino ai Balcani, senza dimenticare l’attenzione all’escalation in corso nel Nagorno Karabakh. Tra ieri a Cipro e oggi a Roma, la formula di palazzo Baracchini per descrivere gli incontri è la stessa: “un lungo e cordiale colloquio”.

SOLUZIONE NEGOZIALE

Oggi, sul Mediterraneo orientale, ha spiegato Guerini, “ci siamo confrontati e abbiamo riflettuto sulla necessità di fare ogni sforzo per allentare le tensioni”. Nel comunicato del ministero della Difesa turco si parla di “efficace cooperazione tra Turchia e Italia, alleati della Nato e potenti Stati mediterranei”. Spesso gli incontri e i colloqui con i rappresentanti dei governi occidentali sono stati pompati dai canali comunicativi di Ankara, strumento utile per far emergere (dentro e fuori i confini nazionali) l’apparenza di sostegno alle ambizioni turche. In questo caso, la nota ufficiale spiega che “la Turchia è pronta per la soluzione tramite il dialogo e desidera relazioni di buon vicinato e diritto internazionale per i problemi nell’Egeo e nel Mar mediterraneo”. Il nodo è però proprio sull’interpretazione del diritto internazionale, considerando che Ankara contesta la sovranità di Cipro e Grecia su diverse acque. La via scelta è quella della prosecuzione del dialogo, “costruttivo e franco”. I riferimenti condivisi al contesto Nato suggeriscono che l’ambito ormai assodato per la soluzione della crisi è proprio l’Alleanza Atlantica.

LA CRISI LIBICA

In generale, ha spiegato Guerini, tra Turchia e Italia c’è da confermare “lo stato delle eccellenti relazioni”. In cima all’agenda resta la crisi libica, con Ankara che si presenta da tempo attore imprescindibile nella via della stabilizzazione a sostegno del Governo di accordo nazionale dell’ormai dimissionario Fayez al Serraj. Per l’Italia si tratta di “priorità strategica”, ha notato Guerini, con l’auspicio di “un consolidamento del cessate-il-fuoco” e il sostegno “al processo politico, nell’interesse del popolo libico, per una Libia che deve essere unita e sovrana”. Sul piano tecnico militare, “abbiamo discusso del possibile raccordo delle attività di sostegno alle Forze armate e di sicurezza libiche, con particolare riferimento alle attività di sminamento, alla formazione e addestramento ed allo sviluppo di capacità sanitarie militari”. Sono i campi in cui l’Italia è già impegnata e su cui potrebbe esserci convergenza con l’impegno turco, anche per farlo rientrare in canali di peace-building e uscire da quelli di confronto militare.

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