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Così Lukashenko mette il bavaglio a sportivi e giornalisti in Bielorussia

Le proteste in Bielorussia contro Alexander Lukashenko continuano. Nonostante il divieto di concentrazioni, domenica si è svolta un’altra manifestazione a Minsk con più di 100.000 persone. I manifestanti chiedono la liberazione dei prigionieri politici, le dimissioni di Lukashenko e nuove elezioni libere.

Agenti con il volto coperto e senza alcun tipo di identificazione hanno arrestato 225 persone, secondo la denuncia del centro per i diritti umani Vesna. Su diversi canali Telegram sono stati diffusi dei video in cui si può verificare l’uso della forza e di cannoni ad acqua da parte delle autorità.

Uno dei settori più colpiti è quello dell’informazione e della comunicazione. L’Associazione di Giornalisti bielorussa ha dichiarato che tra le persone fermate ci sarebbero 10 giorni giornalisti e anche un cittadino russo. Le autorità bielorusse hanno anche ritirato gli accrediti alla stampa straniera con effetto immediato da venerdì, una misura che impedisce la copertura indipendente di quanto sta accadendo nel paese in queste settimane.

Il servizio internet in Bielorussia registra diverse sospensioni, probabilmente con la finalità di bloccare la convocazione alle proteste. Anche la metropolitana di Minsk è chiusa, per cui molti manifestanti non riescono ad arrivare al centro della città.

L’ultimo bavaglio del governo della Bielorussia è stato messo agli sportivi. Il ministro dello Sport bielorusso, Sergey Kovalchuk, ha firmato un decreto in cui obbliga gli sportivi professionisti per contratto a non rilasciare dichiarazioni alla stampa senza l’autorizzazione dei superiori e ad imparare a memoria l’inno nazionale.

Secondo l’agenzia Efe, il sito Tut.by riferisce che il nuovo decreto costringe agli sportivi ad usare solo simboli nazionali e i colori rosso e verde, in chiara contrapposizione ai colori rosso e bianco, diventati simbolo delle proteste.

Lukashenko è un grande appassionato di hockey sul ghiaccio e vuole che lo sport resti al di fuori del movimento contro il suo governo. Tuttavia, alla fine di agosto, un centinaio di atleti hanno firmato una lettera aperta per sfidare al presidente bielorusso a convocare nuove elezioni e porre fine alla repressione della polizia contro le manifestazioni. Successivamente, un centinaio di calciatori hanno postato un video su YouTube per chiedere la fine della violenza contro le proteste.

Il calciatore Illja Škuryn del CSKA Mosca ha dichiarato che rinuncia a rappresentare il suo Paese nella squadra nazionale mentre Lukashenko è presidente.

L’ondata di solidarietà nel mondo del calcio è aumentata dopo l’arresto del giocatore della squadra BATĖ Borisov, Anton Saroka, mentre partecipava ad una protesta.

Infine, la cestista Yelena Levchenko ha denunciato “pressione psicologica” sugli sportivi e ha dichiarato che considera questo nuovo decreto una violazione contro i diritti umani: “Secondo l’articolo 33 della Costituzione, ogni persona ha libertà di opinione, convinzione ed espressione. Nessuno può essere costretto ad esprimere le proprie opinioni o a rinunciare ad esse. Questo vorrebbe dire che si viola la Costituzione”. Per Levchenko, il suo Paese somiglia sempre di più alla Corea del Nord. E ha aggiunto: “Nel XXI secolo non è possibile usare questi metodi al centro dell’Europa”.


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