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Chi (non) condanna il regime di Maduro in Parlamento. L’audizione alla Commissione esteri

È ancora scontro tra le forze politiche alla Camera dei deputati sul regime di Nicolas Maduro in Venezuela. In un’audizione con il rappresentante dell’organizzazione internazionale Human Right Watch la Commissione Esteri ha parlato della crisi venezuelana, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.

Ad illustrare il lavoro sul campo svolto dalla nota ong nel Paese sudamericano sono stati José Miguel Vivanco, direttore della divisione americana di Hrw e la vicedirettrice Tamara Taraciuk Broner.

Il rapporto, presentato da Hrw la scorso settimana, ritiene responsabile direttamente il leader del regime, Nicolás Maduro, e molti dei suoi ministri della violazione di diritti umani, mentre il resoconto della missione dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, sottolinea anche gli attacchi contro giornalisti e oppositori che denunciano la grave crisi alimentare in cui è sommerso il Venezuela.

“Il Venezuela non è l’unico Paese in cui si violano i diritti umani – spiega Vivanco -. Gravi problemi ci sono anche in Messico e Colombia, ma in Venezuela la situazione è particolarmente grave e merita l’attenzione internazionale. C’è un governo che accentra il potere e una dittatura di carattere militare, che ha dato origine ad una gravissima emergenza umanitaria e la violazione sistematica dei diritti umani”.

Il direttore ha anche richiamato l’attenzione sul fenomeno di migrazione, che ha portato fuori dal Venezuela più di 5 milioni di persone, e che lancia nuove sfide per la regione. Infine, ha sostenuto che il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti definiranno nuove politiche nei confronti del regime di Maduro, e che l’Italia può avere un ruolo molto importante all’interno dell’Europa per sconfiggere una delle peggiori crisi umanitarie del mondo.

Taraciuk Broner ha riassunto quelli che sono i dati più allarmanti della crisi venezuelana, ad iniziare dalla mancanza di indipendenza giudiziaria: “La giustizia è un’appendice dell’esecutivo. Dalle ultime elezioni di dicembre del 2015, in cui l’opposizione ha vinto con un’ampia maggioranza, il regime di Maduro si è dedicato a smantellare il Parlamento”.

“In Venezuela non c’è un potere elettorale indipendente – ha aggiunto -, giacché i membri del Consiglio Nazionale Elettorale sono stati nominati da Maduro. Il suo governo si è appropriato di nomi e logo dei partiti dell’opposizione per mettere i propri candidati. Ora è impossibile avere elezioni pulite in Venezuela”.

Ma non solo, la rappresentante di Hrw ha spiegato che non c’è possibilità di votare liberamente: “Il governo di Maduro ha comprato voti regalando cibo. E questo ci porta all’attuale crisi alimentare”. Un terzo del Paese ha bisogno di assistenza umanitaria.

Torture, arresti arbitrari, sparizioni forzate, omicidi… Sono alcune delle violazioni ai diritti umani registrati dall’organizzazione. “Dal 2016, 18.000 persone sono state assassinate in quello che il governo di Maduro chiama ‘incidente di resistenza alle autorità’ – ha spiegato Taraciuk Broner – […] dal 2014 ci sono stati 15.000 arresti arbitrari […] Molti civili sono stati processati da tribunali militari, e queste cifre non si registravano in America latina dai tempi delle dittature degli anni ‘70 nel cono sud”.

Mentre l’onorevole del Partito democratico, Lia Quartapelle, ha chiesto di aprire una riflessione sulle iniziative dell’Italia e dell’Unione europea sul Venezuela, il parlamentare di Fratelli d’Italia, Andrea Del Mastro, ha sottolineato che la questione del Venezuela si riassume in un punto molto semplice: se il governo italiano riconosce o no Juan Guaidó come presidente legittimo del Venezuela.

“C’è stato negazionismo da parte del Movimento 5 Stelle per difendere la dittatura di Maduro – ha detto Del Mastro – […] Si porrà o no il veto in Europa sulla crisi venezuelana? […] Sapevamo delle torture, degli arresti arbitrari, dei soffocamenti, l’esodo e la malnutrizione dei bambini venezuelani […] L’Italia riconosca immediatamente Guaidó. Con queste condizioni non possono esserci elezioni libere”.

Per il parlamentare è necessaria una posizione da parte dell’Italia, condivisa con le democrazie del mondo, per riconoscere il presidente del Parlamento venezuelano Guaidó e lavorare per un modello di elezioni libere.

Paolo Formentini, deputato della Lega, ha fatto notare come l’Italia resti la sola democrazia europea a non legittimare il governo ad interim in Venezuela e ha chiesto ai colleghi di lavorare insieme per sottoscrivere una risoluzione per trovare una posizione vicina a quella dei Paesi alleati, gli Stati Uniti e le altre democrazie, in rispetto alla comunità italiana che vive in Venezuela: “Come mondo libero, non possiamo non combattere queste dittature sostenute dalla Russia, Cina e Cuba”.

Non ha nascosto il suo imbarazzo il deputato Emilio Carelli del Movimento 5 Stelle, che ha voluto lasciare in chiaro la sua posizione personale, diversa da quella ufficiale del suo partito, su Maduro: “Ho sempre cercato di denunciare le violazioni del regime venezuelano. Mi impegnerò per aderire a questa risoluzione e sostenere lo slittamento delle elezioni legislative previste il 6 dicembre in Venezuela”.

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