Andrà in scena domani e venerdì il nuovo vertice tra i ministri della Difesa della Nato. L’agenda preparata dal segretario Jens Stoltenberg è fitta. Lorenzo Guerini e colleghi discuteranno di investimenti, sfide missilistiche (russe) e missioni internazionali. Al via il nuovo Centro spazio dell’Alleanza
Pandemia, guerre stellari, sfide missilistiche e investimenti per la Difesa (con i nuovi numeri sui livelli di spesa dei Paesi membri). È un’agenda fitta quella preparata dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per il vertice tra i ministri della Difesa in programma domani e venerdì. Con la seconda ondata ormai assodata in Europa, Lorenzo Guerini e colleghi si ritroveranno ancora in video-conferenza.
IL FATIDICO 2%
Al primo posto dell’agenda resta la risposta coesa al Covid-19, seguita a stretto giro dal “burden sharing”, il giusto equilibrio di responsabilità tra le due sponde dell’Atlantico. Con l’amministrazione targata Donald Trump, il dibattito sul tema si è concentrato soprattutto sul fatidico 2% del Pil da destinare alla Difesa da raggiungere entro il 2024. Il presidente Usa ha più volte richiamato gli alleati, con tanto di strigliate nei confronti dei più lontani dal target (Germania su tutti).
Pur apprezzando l’impegno Usa, Stoltenberg ha sempre cercato di mostrare a Washington il bicchiere mezzo pieno. Lo ha fatto anche oggi nella consueta conferenza stampa pre-vertice, illustrando i nuovi dati sulla spesa dei vari alleati: “Dimostrano che quest’anno sarà il sesto consecutivo di incremento delle spese per la difesa da parte degli alleati europei e del Canada, con un aumento reale del 4,3%”.
LA LINEA USA E LA POSIZIONE ITALIANA
Per l’appuntamento di domani, l’ottimismo di Stoltenberg è destinato a incontrare la facile sponda del capo del Pentagono Mark Esper, desideroso di mostrare nella corsa elettorale al voto del 3 novembre gli effetti dell’impegno Usa sulle spese degli alleati. Ieri, durante l’intervento all’Altantic Council, il segretario alla Difesa ha detto che “grazie alla leadership americana, dal 2016 gli alleati della Nato hanno aggiunto 130 miliardi di dollari per la spesa per la difesa”, aggiungendo la previsione a 400 miliardi entro il 2024.
Per l’Italia, le ultime cifre della Nato stimano nell’anno in corso 22,8 miliardi di euro (1,5 in più rispetto allo scorso anno), cifra che fa salire la quota all’1,43% del Pil rispetto all’1,18% del 2019, sebbene la variazione maggiore sia da imputare al calo del prodotto interno lordo. In ogni caso, Lorenzo Guerini continuerà a supportare la linea che chiede anche più attenzione per la parte relativa al “contribution”, cioè all’impegno nelle missioni comuni per cui il nostro Paese resta secondo solo agli Usa. Tra l’altro, con ogni probabilità il ministro italiano si presenterà ai colleghi con il nuovo Documento programmatico pluriennale 2020-2022.
LA SFIDA RUSSA
Il tema del 2% è legato per la Nato all’esigenza di rafforzare la capacità di deterrenza. Tra le sfide da affrontare, Stoltenberg ha parlato prima di tutto di quella “missilistica russa, in crescita per scala e complessità”. Gli alleati hanno per questo “già concordato un pacchetto equilibrato di misure politiche e militari”, frutto della precedente ministeriale. Inoltre, ha aggiunto, “sono in corso lavori per migliorare le nostre difese aeree e missilistiche, per rafforzare le nostre capacità convenzionali e garantire che il nostro deterrente nucleare rimanga sicuro, protetto ed efficace”. Inevitabile il riferimento al trattato New Start, in scadenza il prossimo febbraio. Stoltenberg ha accolto “con favore” i progressi delle ultime ore tra Stati Uniti e Russia, “perché non dovremmo mai trovarci in una situazione in cui non abbiamo alcun trattato che disciplini il numero di armi nucleari”.
VERSO IL CENTRO SPAZIALE
Parallelamente, “la Nato continua ad adattarsi a tutti i domini”. È per questo che i ministri della Difesa lanceranno durante il vertice il nuovo Centro spaziale dell’Alleanza Atlantica. Sarà inserito all’interno dell’Allied Air Command di Ramstein, in Germania, e getterà le basi per l’istituzione di un Comando spaziale a tutti gli effetti. Stoltenberg ha ribadito le ragioni della rinnovata attenzione della Nato allo Spazio: “Russia e Cina stanno sviluppando sistemi che potrebbero accecare, disabilitare o abbattere i satelliti”, proprio mentre “lo spazio è essenziale per la nostra capacità di navigare, comunicare e rilevare i lanci di missili”. Per questo, il nuovo Centro supporterà “le missioni Nato con comunicazioni e immagini satellitari, condividerà informazioni sulle potenziali minacce ai satelliti e coordinerà le nostre attività in questo ambito cruciale”. Il segretario generale ha escluso “la militarizzazione dello Spazio”, puntando l’attenzione sull’esigenza di aumentare la consapevolezza dell’Alleanza oltre l’atmosfera.
TRA 5G…
Torna poi alla Nato il tema del 5G, inserito all’interno del dibattito sulla “resilienza”. Alla ministeriale Difesa di ottobre 2019, su invito statunitense, i ministri adottarono per la prima volta “nuovi requisiti-base condivisi per la resilienza delle telecomunicazioni, inclusi quelli per le reti 5G”. Stoltenberg ha parlato oggi di “sicurezza delle catene di approvvigionamento e conseguenze della proprietà e del controllo stranieri”, invitando comunque a “fare di più”.
…E MISSIONI
Venerdì, il vertice si chiuderà con un punto sulle missione internazionali. Per l’Afghanistan si confermerà la linea del progressivo ritiro delle 12mila unità a seconda dell’avanzamento del dialogo intra-afghano lanciato a Doha. Un ritiro condizionato, ha chiarito Stoltenberg: “I talebani devono tener fede ai loro impegni, ridurre significativamente i livelli di violenza e spianare la strada a un cessate il fuoco effettivo”. In Iraq, ha aggiunto, “la situazione di sicurezza rimane difficile”. I ministri della Difesa, sulla scia di quanto già concordato, daranno ulteriore impulso alla Nato Training Mission, destinata anche a ereditare parte degli impegni della Coalizione globale anti-Isis.