“La presidenza Trump iniziò con una marcia delle donne ed è destinata a finire con il voto delle donne”: ci sono stati cortei, ieri, in tutta l’Unione per la Women’s March, la marcia delle donne. Decine di migliaia di persone, da New York a Washington, da Los Angeles a San Francisco, chiedevano agli americani di votare contro il presidente Donald Trump e contestavano la nomina alla Corte Suprema della cattolica ultra-conservatrice Amy Barrett. La Women’s March segnò l’inizio della presidenza di Trump, il 21 gennaio 2017.
A poco più di due settimane dall’Election Day, il 3 novembre, oltre 25 milioni di americani hanno già votato di persona o per posta: almeno un quinto del totale degli elettori, a conti fatti. I dati sono dello Us Election Project della Università della Florida. In tempi di pandemia – spiegano gli esperti – molti elettori stanno scegliendo il voto anticipato, soprattutto per posta, per evitare assembramenti o code ai seggi. Nel 2016, a questo punto, i voti già espressi erano 6 milioni, un quarto degli attuali.
Per l’ultimo sondaggio di The Hill, i due maggiori candidati alla presidenza, Trump e Joe Biden, sono testa a testa in Florida, con il 48% dei consensi ciascuno. RealClearPolitics, che fa la media dei principali rilevamenti, vede lì Biden avanti di solo 1,4 punti (48,2% a 46,8%). Per The Hill l’ex vice di Obama è avanti di 11 punti in Michigan e di 5 in Pennsylvania, altri due Stati chiave.
Ma questo non frena Trump dal dire e twittare che “è in arrivo una gigantesca ondata rossa”, cioè una vittoria dei repubblicani, facendo campagna in Michigan e in Wisconsin, sostenendo che “Biden è una minaccia per la sicurezza nazionale”, con riferimento ai presunti legami del suo rivale con Cina e Ucraina.
Parlando a Muskegon, nel Michigan, Trump ha detto: “Se vengo rieletto si tornerà alla vita normale. Biden, invece, vuole chiudere il Paese e prolungare la pandemia. Con lui si andrebbe verso la più grande depressione economica della storia”. Secondo i dati della John’s Hopkins University, nell’Unione il ritmo dei contagi è tornato sui livelli di metà luglio: alla mezzanotte sulla East Coast, il totale dei contagi superava gli 8.106.000 e quello dei decessi sfiorava i 219.300.
Nel comizio in Michigan, Trump ha pure attaccato la governatrice dello Stato Gretchen Whitmer, che miliziani di estrema destra volevano rapire l’estate scorsa perché pro-lockdown (un piano poi sventato dall’Fbi): “La governatrice Whitmer deve riaprire il Michigan, lo deve riaprire subito, deve riaprire le scuole”, ha detto Trump, che in passato ha più volte twittato “Liberate il Michigan”, sostenendo le proteste contro le restrizioni anti-contagio varate dalla governatrice democratica.
Trump ha anche ritwittato un post del figlio Eric con una foto della mansion dei Biden in Delaware e la nota: “Il salario di un senatore è di 174 mila dollari l’anno, questa è la casa di Joe Biden … Vi sembra normale?”.
A accuse e illazioni, Biden risponde senza rispondere: “Non ho nessuna risposta da dare – dice -, è solo un’altra campagna diffamatoria”, riferendosi in particolare alle presunte mail del figlio Hunter pubblicate dal New York Post e su cui sta indagando l’Fbi. E la sua campagna ribadisce che Biden non ha compiuto “alcun illecito o crimine” nel gestire la politica dell’Amministrazione Obama verso l’Ucraina.