Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, molti dipendenti se ne sono andati: il presidente, ancora positivo e contagioso, è isolato al secondo piano della sua residenza, mentre la West Wing rimane semi-deserta, con il personale non essenziale invitato a lavorare da casa. E la lista dei contagiati, ormai quasi una ventina, s’allunga: Stephen Miller, uno dei consiglieri politici di Trump, è l’ultimo di cui si ha conoscenza.
IL VIRUS ALLA CASA BIANCA
Miller è il falco dietro alla strategia sull’immigrazione dell’Amministrazione: è autore di discorsi del presidente ed è marito di Katie Miller, portavoce del vice-presidente Mike Pence, già positiva mesi fa.
Chi ha ieri avvicinato Trump, al primo giorno di lavoro dopo il ricovero ospedaliero, cioè il capo dello staff Mark Meadows e l’assistente Dan Scavino, ha riferito che indossava tutti gli opportuni strumenti protettivi. Jared Kushner, il genero consigliere, era alla Casa Bianca ma ha avuto solo contatti telefonici con il suocero presidente.
Il contagio ha colpito anche i vertici delle Forze Armate: il capo di Stato Maggiore Mark A. Milley e molti altri alti comandanti militari sono in quarantena e lavorano da casa, dopo che il vice-comandante della Guardia Costiera, ammiraglio Charles Ray, è risultato positivo.
L’attenzione politica della giornata è stata concentrata dalle polemiche tra Trump e i democratici sulle misure di stimolo all’economia frenata dall’epidemia di coronavirus: il presidente ha infatti deciso di sospendere le trattative in corso per sbloccare i provvedimenti nel Congresso, rinviando discussioni e decisioni a dopo le elezioni.
IL DUELLO PENCE-HARRIS
Questa sera – alle 03.00 di giovedì, in Italia – ci sarà il duello in tv fra il vice-presidente Pence e la candidata democratica alla vice-presidenza Kamala Harris: per minimizzare i rischi di contagio, i due saranno più distanti di quanto inizialmente previsto – non due metri, ma quasi cinque – e separati da un pannello di plexiglass. Pence non lo voleva: c’è stato un tira e molla, tutto il giorno, fra la campagna repubblicana e la commissione organizzatrice, fino a che il pannello è stato deciso.
Il dibattito fra Pence e la Harris si farà a Salt Lake City, Utah, nella Kingsbury Hall sul President’s Circle, e sarà moderato da Susan Page di USAToday, con misure di sicurezza specifiche (distanziamento, porto della mascherina e quant’altro) anche per il pubblico.
TRUMP-BIDEN, SECONDO ROUND
Trump ha annunciato che ci sarà il 15 al dibattito a Miami con Biden, nonostante i medici avvertano che il decorso della malattia resta imprevedibile. Non si sa ancora, però, se la commissione avallerà la presenza di Trump, risultato positivo il 2 ottobre, e che standard definirà per il confronto, che dovrebbe essere nel formato ‘town hall’, che richiede di essere in forma ed avere energia.
Biden, a sua volta, sostiene che se il presidente non fosse guarito dovrebbe restare in quarantena. E dice che, in ogni caso, la sua partecipazione si baserà sulle raccomandazioni di esperti e medici. “Seguirò le indicazioni dei medici, se e quando Trump dovesse presentarsi al dibattito”.
VACCINO IN VISTA?
Il contesto è quello di un Paese con decine di migliaia di contagi ogni giorno per un totale superiore ai 7 milioni e mezzo: secondo i dati della Johns Hopkins University, a mezzanotte sulla East Coast, i casi nell’Unione erano oltre 7.501.00 e i decessi oltre 210.900.
La Food and Drug Administration, Fda, l’agenzia del farmaco Usa, ha pubblicato alcune linee guida per lo sviluppo del vaccino anti-coronavirus, che erano bloccate da settimane dalla Casa Bianca perché rendono più difficile l’autorizzazione di un vaccino prima dell’Election Day, il 3 novembre, come Trump avrebbe voluto. La Fda avrebbe quindi vinto il braccio di ferro con l’Amministrazione, anche se il presidente ha subito bollato le nuove regole come “una montatura politica”.
IL NEW YORK TIMES CON BIDEN
Biden continua a fare campagna e ieri era a Gettysburg, in Pennsylvania, dove nel 1863 gli unionisti sconfissero i confederati in una delle battaglie più importanti della Guerra civile. Il democratico invita all’unità un Paese “oggi ancora una volta è diviso”: “Sarò il presidente di tutti”, assicura Biden, sottolineando le differenze con Trump.
Il New York Times ha dato il suo scontato endorsement a Biden, “il leader di cui il nostro Paese ha bisogno ora”. Lo afferma il board del quotidiano, in un editoriale dal titolo “Eleggi Joe Biden, America”. Il messaggio di unità e pragmatismo è il richiamo giusto: “Biden non è un candidato perfetto e non sarà un presidente perfetto, ma la politica non è perfezione”.
Negli ultimi giorni, di sondaggio in sondaggio, Biden ha visto il suo vantaggio su Trump ampliarsi: secondo l’ultimo rilevamento nazionale della Cnn, che tiene conto del dibattito del 29 settembre e della malattia del magnate, il 57% degli elettori propende per il candidato democratico e il 41% per quello repubblicano.
TRUMP FA IL SUPER-EROE
Trump gioca in campagna elettorale la carta del Super-Eroe che sconfigge il coronavirus con i suoi Super-Poteri: si proclama “invincibile”, lui che ha beneficiato di terapie d’avanguardia non accessibili al cittadino qualunque, e twitta che il Covid-19 “nella maggior parte dei casi è meno letale” dell’influenza – un dato puntualmente smentito dai media: in sei mesi il coronavirus ha fatto negli Usa più morti (oltre 210 mila) che l’influenza in cinque anni (178 mila) -. Troppo presto per dire se la il presidente Super-Eroe, che probabilmente galvanizza il suo elettorato, farà presa anche sugli indecisi e sui moderati.
Chi si aspettava un magnate presidente ‘ammansito’ dall’esperienza della malattia è rimasto deluso: “La stagione dell’influenza sta per arrivare. Ogni anno, l’influenza fa anche oltre 100 mila morti, nonostante il vaccino. Chiudiamo per questo il Paese? No, abbiamo imparato a convivere con essa, proprio come stiamo imparando a convivere con il Covid, che per gran parte della popolazione non è letale”, ha ieri twittato. Il suo post è stato segnalato come “fuorviante e potenzialmente dannoso”.
L’operazione ‘mitizzazione’ è partita subito dopo il rientro di Trump alla Casa Bianca dall’ospedale, dov’è rimasto appena 72 ore: ne era parte il gesto studiato con cui il magnate presidente, tuttora positivo e contagioso, s’è tolto la mascherina, sotto il portico della sua residenza, poco dopo essere sbarcato dal MarineOne sul South Lawn. La scelta di Trump di togliersi la mascherina è stata letta da molti come un atto di sfida, del resto confermato dai messaggi del presidente nel lasciare l’ospedale. I sanitari confermano che il magnate non presenta più sintomi, ma non escludono una ricaduta.
La campagna del candidato repubblicano ha diffuso un video che ne celebra il trionfo sul Covid-19, nonostante i medici mettano in guardia sul rischio di ricaduta. La clip, una parodia di una partita di football americano tra i San Francisco 49ers e i Philadelphia Eagles, mostra un attaccante dei 49ers con la faccia del presidente evitare un difensore con la testa da coronavirus e fare touchdown. Segue un balletto di esultanza: uno spot muscolare in sintonia con l’immagine di “eroe invincibile” vantata su Twitter dallo stesso Trump.
Sono pure state messe in vendita a cento dollari l’una monete di ‘Trump che sconfigge il Covid-19’: si possono acquistare online presso un negozio che vende oggettistica legata alla Casa Bianca, non lontano da Pennsylvania Avenue 1600. Il 20% del ricavato dalla vendita delle monete sarà donato ad associazioni per la prevenzione del coronavirus e per la ricerca sul cancro.
Trump ha proseguito di buon mattino dalla Casa Bianca l’offensiva di tweet lanciata lunedì mattina dall’ospedale militare Walter Reed, attaccando Biden sull’aborto e sulla Corte Suprema. Biden non è, però, rimasto passivo: ha twittato “Masks matter”, le mascherine contano, “Salvano vite”, in aperto contrasto con l’immagine di Trump che, appena tornato alla Casa Bianca dal Walter Reed, si toglie la protezione dal viso.