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Lo Spazio per la ripresa dell’economia. Scrive Comparini (Thales Alenia Space)

Di Massimo Claudio Comparini

Recovery Fund, rilancio del Paese e nuova era dell’esplorazione spaziale. Cosa unisce tutto questo? Sull’ultimo numero di Airpress risponde Massimo Claudio Comparini, amministratore delegato Thales Alenia Space Italia

Lo spazio è un dominio dove il raggiungimento di risultato implica investimenti rilevanti. È importante quindi riflettere e rendere consapevoli tutti delle ricadute che tali investimenti determinano. Un argomento di interesse crescente negli ultimi anni, che vede anche un dominio apparentemente più lontano come l’esplorazione spaziale poter contribuire in modo molto rilevante.

Tutte le grandi agenzie spaziali (partendo da Nasa, Esa e naturalmente Asi) e le istituzioni deputate per l’Italia contribuiscono con i loro investimenti all’economia generale, non solo dello spazio. Sviluppo di occupazione ad alta specializzazione, incubazione di nuove imprese, possibilità di concepire nuovi servizi, ricadute tecnologiche in settori adiacenti e non. In breve: creazione di “valore” per la società nel senso più ampio e pervasivo del termine. Una crescita delle imprese, grandi e piccole, e dell’intera filiera alla quale contribuisce naturalmente la rete di conoscenza rappresentata dai centri di ricerca e dalla università.La base di un “arricchimento” del Paese nell’accrescere la capacità di generare conoscenza e a partecipare alla trasformazione in atto anche nella società dell’informazione e delle nuove tecnologie digitali.

Le industrie spaziali producono da sempre tecnologie e applicazioni che si rivelano molto importanti per la nostra vita comune. Gli esempi sono innumerevoli, nella scienza dei materiali e dei dispositivi elettronici, nelle nano-tecnologie e più recentemente nell’uso crescente dei Big data spaziali. Tecnologie nate nel contesto spaziale che nel corso degli anni sono diventate d’uso quotidiano, rivoluzionando e modernizzando la nostra vita quotidiana. Due esempi “curiosi”: gli ammortizzatori nati per stabilizzare i razzi applicati per i sistemi di protezione degli edifici ai fenomeni sismici; i sistemi laser per il tracciamento dei ghiacci su Marte utilizzati ora nel campo dell’archeologia.

Un percorso che nasce da lontano, dagli investimenti degli anni 60 fatti dalle allora “super potenze” e dalla volontà espressa in un celebre discorso dal presidente J.F. Kennedy, in un periodo che ha rappresentato il vero punto di partenza di quella che oggi chiamiamo Space economy. Un giro di affari globale stimato superare i 400 miliardi di dollari e che nei prossimi vent’anni, secondo le previsioni, sfonderà quota mille miliardi, dando vita adincredibile opportunità per chi vuole fare business con lo spazio, ciò che alcuni multimiliardari d’oltreoceano stanno cavalcando in modo prorompente con le loro “new space companies”. Anche la recente crisi globale causata dalla pandemia ha contribuito a far comprendere l’importanza dello spazio con la possibilità di accedere rapidamente a informazioni geo-spaziali affidabili, su scala globale e locale, in risposta a circostanze anche rapide o impreviste. I dati sono essenziali per valutare il contesto della crisi, monitorarne l’evoluzione anche in relazione agli impatti che provoca nei comportamenti globali, e supportare risposte efficaci per mitigarne l’impatto socioeconomico.

Le istituzioni europee (Esa, Commissione e agenzie nazionali) hanno cercato attivamente di massimizzare i benefici dello spazio per la gestione della crisi Covid-19, lanciando rapidamente varie iniziative per stimolare lo sviluppo di nuove applicazioni spaziali. Lo spazio e le applicazioni che abilita hanno dimostrato ripetutamente la loro importanza fondamentale nel fornire informazioni e soluzioni essenziali per comprendere, monitorare e rispondere meglio a una varietà di crisi, disastri (naturali o provocati dall’uomo) per supportare la gestione del rischio e la risposta alle emergenze. I servizi spaziali oggi sono una assetto fondamentale per monitorare gli effetti sull’ambiente e sulle attività economiche del cambio climatico, hanno consentito il processo decisionale e hanno dato trasparenza all’implementazione delle misure di contenimento.

Nei prossimi anni è particolarmente importante l’unione di intenti della Commissione europea e dell’Esa nel generare il cosiddetto “Earth digital twin”, modello digitale del Pianeta alimentato dai Big data spaziali generati dalla diverse missioni, che consentirà di sviluppare modelli di analisi e predittivi, comprendere le evoluzioni e rispondere alla sfida globale di avere un Pianeta sostenibile. Lo spazio è quindi un settore industriale che appare essenziale in questa critica fase delle nostre società ed economie, e che ci offre, oltre il contingente, l’opportunità di analizzare le priorità strategiche e l’azione pubblica per posizionarlo come componente integrante dell’agenda post-Covid.

Temi quali tecnologie digitali, cyber, spazio, intelligenza artificiale, robotica, il loro contributo alle sfide del “green deal” e della società digitale e connessa appaiono, nell’ambito di un paniere ampio di progetti, elementi che possono contribuire al dibattito sul Recovery fund in modo pragmatico, cogliendo obiettivi di breve e al contempo dare slancio e visione per la nostra società, la nostra economia nel tempo, in modo sostenibile e duraturo. Sfide per costruire il futuro delle nostre comunità partendo dallo sviluppo di nuove competenze.

Rientra nel contesto di creazione di valore per le importanti ricadute anche nei settori non spaziali pure il contributo tecnologico che potremo dare nei prossimi anni assieme alla filiera nazionale, grazie alla volontà politica e lo sforzo del nostro governo e dell’Asi con l’accordo governativo siglato con Usa per il programma Artemis. Un riconoscimento delle nostre eccellenze scientifiche e produttive che ci deve stimolare a disegnare un nuovo e importante cammino nella attività spaziali, con l’Italia, le sue istituzioni, le use imprese, le sue competenze e la sua comunità scientifica ancora in prima fila a conferma e ulteriore sviluppo di una lunga tradizione di eccellenza.

Thales Alenia Space, nel suo ruolo di grande industria manifatturiera spaziale, parte della alleanza spaziale con la componente di servizi e applicazioni presidiata da Telespazio, attraverso i suoi azionisti e la capitalizzazione delle loro importanti iniziative (come la Digital factory e i Leonardo labs), deve cogliere con il suo lavoro la sfida di essere un catalizzatore delle attività che ruotano intorno al settore, alimentare la filiera, le cooperazioni e le partnership, sviluppare una visione completamente integrata di upstream e downstream, così da consentire evoluzione e crescita complessiva del settore.

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