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Sanzioni contro Russia e Bielorussia. Berlino detta la politica estera Ue

L’Unione europea ha deciso: sanzioni contro i responsabili dell’avvelenamento dell’oppositore russo Alexei Navalny. I ministri degli Esteri dei 27 Stati membri hanno trovato l’intesa oggi durante il Consiglio affari esteri. Ad annunciarlo l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell. “Oggi abbiamo discusso su come attuare la proposta franco-tedesca di misure restrittive contro i responsabili del tentativo di assassinio”, ha detto. “C’è un accordo politico per attuare queste misure che sarà fatto dall’organo politico del Consiglio”.

A guidare il fronte ci sono Francia e Germania, che ritengo che l’avvelenamento con il novichok non sarebbe mai potuto accadere senza il coinvolgimento delle autorità russe. A inizio settembre l’Italia aveva espresso “inquietudine e indignazione” per quanto avvenuto. “È un crimine che condanniamo fermamente e ciò rende ancora più urgente la necessità per la Federazione Russa di chiarire rapidamente e in modo trasparente la responsabilità dell’incidente”, aveva affermato la Farnesina.

NAGORNO-KARABAKH

Il capo della diplomazia europea Borrell ha invitato in conferenza stampa che al rispetto del cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. “Abbiamo ascoltato l’intervento del ministro degli Affari esteri francesi, co-presidente del gruppo di Minsk”, ha spiegato. “Abbiamo parlato di come possiamo dare sostegno tangibile per garantire il cessate il fuoco concordato il 10 ottobre. Cessate il fuoco che deve essere rispettato”, ha aggiunto. “I ministri hanno puntualizzato che tutti gli attori regionali devono contribuire alla de-escalation e alla pace”, ha concluso.

BIELORUSSIA

Intesa trovata anche sulla Bielorussia: i 27 ministri degli Esteri hanno deciso che l’Unione europea dovrà adottare nuove sanzioni verso entità e funzionari di alto rango del regime di Aleksandr Lukashenko, incluso il presidente stesso, se la situazione non dovesse migliorare. Nel pacchetto misure come il congelamento dei beni e il divieto di ingresso in territorio europeo per 40 persone considerate responsabili dei brogli elettorali e della repressione dei manifestanti. Una lista a cui potrebbe presto essere aggiunto Lukashenko. Nel frattempo, Bruxelles aumenterà il sostegno, anche economico, alla società civile ed i media indipendenti nel Paese ex-sovietico, in vista di “una transizione democratica pacifica”.

Anche in questo caso a guidare i 27 c’è la Germania. A sollecitare la decisione di inviare un messaggio al regime di Lukashenko è stata il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas: “Dobbiamo constatare che dal nostro ultimo incontro non è cambiato nulla. Continuano le violenze da parte del regime e gli arresti di manifestanti pacifici. Ho suggerito di implementare un nuovo pacchetto di sanzioni”, ha dichiarato.

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