Cosa succede se applichiamo le percentuali di errore dei sondaggi del 2016 (pro Clinton) alle stime nella sfida tra Biden e Trump? L’analisi di Lucio Martino, membro del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University.
Mentre il 3 novembre è a meno di due settimane di distanza, 50 milioni di americani, qualcosa come un terzo di quanti si sono recati alle urne nel 2016, hanno già votato per eleggere quel Collegio elettorale composto da 538 membri destinato a sua volta a eleggere il presidente degli Stati Uniti. Per conquistare la Casa Bianca, il presidente Donald Trump oppure l’ex vicepresidente Joe Biden dovranno aggiudicarsene almeno 270, cosa possibile senza vincere la maggioranza del voto popolare.
Almeno stando ai sondaggi, non c’è più partita. Biden sembra destinato a culminare il suo mezzo secolo di carriera politica aggiudicandosi la presidenza con ben 357 grandi elettori, 87 più del necessario, e 27 Stati su 50. Eppure, i sondaggi di quest’anno richiamano alla mente quelli di quattro anni fa, al punto da dare la sensazione di un’esperienza precedentemente vissuta, perché ne ripetono quasi esattamente i valori.
Quest’anno sono nove gli Stati destinati a decidere l’esito delle elezioni presidenziali. Per la precisione si tratta di Arizona, Florida, Iowa, Michigan, Ohio, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Nella scorsa tornata elettorale, i sondaggi attribuirono la vittoria all’allora candidata del Partito democratico, Hillary Clinton, in tutti e nove questi Stati. E l’attribuirono grosso modo con le stesse percentuali con le quali ora l’attribuiscono a Biden, come si può desumere dalla tabella riportata qui di seguito:
CLINTON 22/10/16 | BIDEN 22/10/20 | TRUMP 22/10/16 | TRUMP 22/10/20 | |
ARIZONA | 46.4 | 48.8 | 45.7 | 45.4 |
FLORIDA | 49.3 | 49.2 | 45.5 | 45.4 |
IOWA | 46.3 | 47.5 | 45.6 | 46.5 |
MICHIGAN | 50.3 | 50.7 | 41.5 | 45.4 |
NORTH CAROLINA | 48.6 | 49.3 | 45.7 | 42.7 |
OHIO | 47.2 | 46.6 | 45.7 | 47.4 |
PENNSYLVANIA | 50.4 | 50.6 | 43.3 | 44.3 |
WISCONSIN | 50.2 | 50.3 | 42.5 | 44.0 |
Sempre nella stessa tabella si può vedere come anche le percentuali ora attribuite a Trump non differiscono sensibilmente da quelle a lui attibuite allora. A differire in modo sensibile furono poi i risultati effettivi delle elezioni:
CLINTON 22/10/16 | CLINTON 08/11/16 | TRUMP 22/10/16 | TRUMP 08/11/16 | |
ARIZONA | 46.4 | 44.6 | 45.7 | 48.1 |
FLORIDA | 49.3 | 47.4 | 45.5 | 48.6 |
IOWA | 46.3 | 41.7 | 45.6 | 51.1 |
MICHIGAN | 50.3 | 47.0 | 41.5 | 47.3 |
NORTH CAROLINA | 48.6 | 46.2 | 45.7 | 49.8 |
OHIO | 47.2 | 43.2 | 45.7 | 51.3 |
PENNSYLVANIA | 50.4 | 47.5 | 43.3 | 48.2 |
WISCONSIN | 50.2 | 46.5 | 42.5 | 47.2 |
Trump vinse in tutti questi Stati e si aggiudicò così la Casa Bianca. A posteriori, è evidente che i sondaggi sbagliarono in modo sostanziale, sottostimando Trump e sovrastimando Clinton, come si ricava dalla seguente tabella.
CLINTON 2016 ERROR | TRUMP 2016 ERROR | |
ARIZONA | +1.8 | -2.4 |
FLORIDA | +1.9 | -3.1 |
IOWA | +4.6 | -5.5 |
MICHIGAN | +3.3 | -5.8 |
NORTH CAROLINA | +2.4 | -4.1 |
OHIO | +4.0 | -5.9 |
PENNSYLVANIA | +2.9 | -4.9 |
WISCONSIN | +3.7 | -4.7 |
Se ci si chiede cosa accadrà mai applicando lo stesso errore ai sondaggi di quest’anno. La risposta è nella prossima tabella:
BIDEN 03/11/20 | TRUMP 03/11/20 | |
ARIZONA | 47.0 | 47.8 |
FLORIDA | 47.3 | 48.5 |
IOWA | 42.9 | 52.0 |
MICHIGAN | 47.4 | 48.5 |
NORTH CAROLINA | 46.9 | 50.3 |
OHIO | 42.6 | 53.3 |
PENNSYLVANIA | 47.5 | 49.2 |
WISCONSIN | 46.6 | 48.7 |
Con un margine certamente ristretto, ma Trump dovrebbe vincere di nuovo in tutti questi Stati e, quindi, riconquistare la Casa Bianca. Ovviamente sono di tutt’altro parere i responsabili dei tanti sondaggi d’opinione che affollano quotidianamente ogni canale pubblico di comunicazione. Questi ultimi dicono di aver fatto tesoro della loro precedente esperienza e, quindi, di aver meglio calibrato le proprie rilevazioni, in modo da coprire più accuratamente la base elettorale di Trump. In ogni caso, colpisce che i dati da loro ora prodotti siano pressoché gli stessi di quelli prodotti allora, tanto che vale la pena di ricordare l’aforismo generalmente attribuito a Niels Bohr, il filosofo della scienza e teorico della fisica, secondo il quale “fare previsioni è molto difficile, specialmente quando riguardano il futuro”.
(Tutti i dati riportati in queste tabelle sono direttamente ricavati da fivethirtyeight.com)