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Tenere il Senato? Sarà dura anche secondo Trump. Il punto di Gramaglia

Il presidente ammette che mantenere la maggioranza al Senato “sarà molto dura”. Nuove crepe tra i repubblicani? Intanto Biden prova a fugare i dubbi sul fracking

“Sarà molto dura” conservare in Senato la maggioranza repubblicana: l’ha ammesso Donald Trump in un incontro con donatori repubblicani. Il presidente non ha però attribuito la possibilità di perdere il Senato a una sua sconfitta, ma al fatto che lui non se la sente di “aiutare” alcuni candidati.

L’ammissione, di cui dà notizia il Washington Post, citando una fonte anonima presente all’evento, è stata fatta giovedì, durante una raccolta fondi a porte chiuse all’Hotel Marriott di Nashville, prima del dibattito televisivo con Joe Biden: “C’è un paio di senatori con cui non voglio avere nulla a che fare”, ha detto il magnate, da cui, in realtà, diversi candidati repubblicani al Senato e alla Camera preferiscono non avere aiuto.

Il presidente ha ieri votato a West Palm Beach, Florida, vicino alla sua residenza di Mar-a-Lago, recandosi al seggio da solo — Melania non è ancora rimessa —, ma fra due ali di folla entusiasta. È la prima volta che Trump vota in Florida: prima lo faceva a New York, ma l’anno scorso ha cambiato residenza. “Sono all’antica, immagino”, ha risposto a chi gli chiedeva perché non votasse per posta — modalità che lui associa a brogli. Il suo vice Mike Pence aveva già votato giorni fa, pure di persona, nell’Indiana.

“Ho votato per un tizio di nome Trump”, ha scherzosamente risposto il presidente ai giornalisti che l’attendevano fuori dal seggio. “Un onore votare: tutto perfetto… È stato un voto molto sicuro”. E non è mancata la frecciata al voto per posta: “Molto più sicuro di quando si spedisce una scheda”.

Trump è uno degli oltre 53 milioni di elettori che hanno già espresso la loro preferenza: un dato che, per lo Us Elections Project, prelude a un’affluenza record di circa 150 milioni di votanti, due terzi degli aventi diritto, la percentuale più alta dal 1908 — nel 2016, gli elettori furono 137,5 milioni.

Dopo il voto, il magnate è andato a fare comizi in North Carolina, Ohio, Wisconsin, fra le punture di spillo dei media sui suoi affari cinesi — una banca cinese paga un lauto affitto alla Trump Tower sulla V Strada a New York, rivela Forbes.

Il suo rivale Joe Biden era in Pennsylvania, per fugare i dubbi sul fracking, creati da una sua frase infelice nel dibattito di giovedì scorso — nessun divieto, ma il taglio dei sussidi federali. Biden è però anche andato all’attacco di Trump per gli affari con la Cina: “Ha un conto in Cina e ha pagato 50 volte più tasse alla Cina che agli Usa… Lui crede di avere costruito gli Stati Uniti… Ma l’America l’hanno costruite le famiglie dei lavoratori, della classe media, come la mia e la vostra”.

Quasi stabile la media dei sondaggi del sito RealClearPolitics: Biden è avanti di 8,1 punti — venerdì, 7,9 — a livello nazionale, mentre il vantaggio resta di 3,8 punti negli Stati in bilico.

L’affondo più duro contro il presidente è venuto da Barack Obama, in un comizio formato drive-in a Miami in Florida: “Gli unici che stanno meglio dopo i quattro anni di Trump sono i milionari cui ha tagliato le tasse… Si vanta di essere stato il miglior presidente per gli afroamericani dai tempi di Lincoln, ma la disoccupazione dei neri, che con me era scesa al 7%, ora è salita al 17%, come durante la Grande depressione… Biden un comunista come Castro? Joe non è socialista: è stato mio vice, è un senatore del Delaware, si batte per i lavoratori, il minimo sindacale, case abbordabili, i diritti umani; e non flirta con i dittatori… Un presidente che non riesce neppure a condannare movimenti che si richiamano ai suprematisti bianchi costituisce un problema… Andate a votare: sono le elezioni più importanti della nostra vita”.

Fronte coronavirus, gli Usa hanno di nuovo battuto il loro record giornaliero di nuovi casi, ben oltre 80 mila: alla mezzanotte sulla East Coast, secondo i dati della John’s Hopkins University, il totale dei contagi superava gli 8.575.000, con quasi 224.900 decessi.

“Abbiamo più casi perché siamo il Paese che fa più test al mondo, ma la mortalità è calata: non spaventate la gente”, dice Trump, proprio mentre giunge notizia della positività di Marc Short, capo di gabinetto di Pence, che guida la task force anticoronavirus della Casa Bianca. Pence intende mantenere i suoi programmi, nonostante Short sia un suo stretto contatto.

Biden è molto critico: “Se non cambiamo rotta, rischiamo altri 200.000 morti… Trump dice che si può convivere con il Covid, ma qui si muore con il Covid perché lui non ha un piano”. E Obama accusa Trump di avere “completamente fallito” nella gestione della pandemia. “Otto mesi dopo l’inizio, i nuovi casi registrano ancora nuovi record”, constata.

www.giampierogramaglia.eu

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