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Trump o Biden, cosa cambia per l’Italia. Report Brookings

Dazi, cambiamenti climatici, rapporto con la Nato e presenza militare nell’area Mena. Un rapporto Brookings spiega le elezioni Usa dalla prospettiva italiana

Dazi, cambiamenti climatici, rapporto con la Nato, impegno militare statunitense in Nord Africa e Medio Oriente, atteggiamento verso Cina e Russia. Le relazioni tra Stati Uniti e Italia non sembrano aver risentito del “generale declino delle relazioni transatlantiche”: il volume degli scambi commerciali è in aumento negli ultimi dieci anni e i legami di sicurezza “sono rimasti intatti in diversi teatri”. Ma Roma “sta seguendo da vicino l’andamento delle elezioni presidenziali statunitensi, poiché l’esito potrebbe avere implicazioni significative per la cooperazione in materia di sicurezza, commercio e sfide globali”. Si apre così un rapporto firmato da Giovanna De Maio e Caroline Klaff per Brookings Institution, uno dei più importanti think tank statunitensi presieduto dall’ex generale quattro stelle John Allen.

L’ECONOMIA

Quattro sono le aree di analisi individuate dalle due esperte Brookings. La prima è l’economia. Una seconda amministrazione guidata da Donald Trump potrebbe significare, spiegano, più dazi sul settore automobilistico: dunque, un problema per l’Italia, terzo esportatore europeo negli Stati Uniti e Paese chiave nella catena di approvvigionamento tedesca. Inoltre, Trump potrebbe imporre nuove sanzioni sui beni europei in risposta alle digital services tax in vigore in diversi Paesi, tra cui l’Italia. Invece, il consigliere per la politica estera di Joe Biden, Antony Blinken, ha dichiarato che un’amministrazione dem metterebbe “fine all’artificiosa guerra commerciale con l’Europa”: con Biden, dunque, il rapporto tra Stati Uniti e Unione europea sarebbe meno conflittuale. Tuttavia, difficilmente l’ex vicepresidente si impegnerebbe a riprendere il Ttip di Barack Obama.

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il clima è forse il tema su cui un’amministrazione Biden e l’Europa avrebbero più punti di contatto. Basti pensare agli sfori della Commissione europea sul Green New Deal e al fatto che l’ex vicepresidente identifica il cambiamento climatico come pilastro delle sue agende di politica interna ed estera. Oltre a sottolineare l’importanza di patti come l’Accordo di Parigi, il piano di Biden indica anche che la sua amministrazione offrirebbe ai Paesi che hanno aderito alla Via della Seta, come l’Italia, “fonti alternative di finanziamento allo sviluppo per minori investimenti in energia di carbonio”. Con Trump, noto per il suo disinteresse verso questo tema, il dialogo continuerebbe a essere complicato.

LA SICUREZZA

“Stati Uniti e Italia condividono cruciali e storici legami di sicurezza”, scrivono le due esperte ricordando il peso italiano nella Nato e la presenza dei militari statunitensi nel nostro Paese. E anche su questo tema si presentano le stesse dinamiche: visto lo slancio al ritiro di Trump e l’impegno di Biden a ristabilire la leadership americana, l’intesa tra l’Europa e il candidato democratico potrebbe essere più facile. Tuttavia, avvertono, “è probabile che entrambi i candidati continuino a ridurre la portata del coinvolgimento degli Stati Uniti in Nord Africa e in Medio Oriente, evitando impegni lunghi e costosi e interventi non necessari”. Una sfida per i Paesi del Mediterraneo, in particolare sulla questione libica.

RAPPORTO CON LE GRANDI POTENZE

Pur con due approcci diversi sia Trump sia Biden continuerebbero a esercitare una forte pressione sulla Cina. Diversamente potrebbero agire sulla Russia: il primo potrebbe “ammorbidirsi ancor di più” a caccia di un accordo con Vladimir Putin; il secondo cercherebbe il dialogo su alcuni temi (come i trattati sulla limitazione degli armamenti) ma cercherebbe di trovare una sponda nell’Unione europea sul tema delle sanzioni contro la Russia. In questo quadro, notano De Maio e Klaff, “l’Italia e la Russia mantengono legami economici e politici costantemente forti, derivanti dalle loro economie complementari, relazioni energetiche fruttuose e stretti legami personali tra i leader. Per questo, l’Italia tenterà di costruire ponti tra Stati Uniti e Russia, soprattutto se Washington dovesse optare per una linea più dura su Mosca”.

QUATTRO MOSSE

Il rapporto si conclude con quattro raccomandazioni per la prossima amministrazione statunitense nel rapporto con l’Italia. Prima: riconoscere che la promozione di nuovi rapporti industriali con gli alleati transatlantici e la protezione dei posti di lavoro non è un gioco a somma zero. Seconda: cercare la sovrapposizione con i piani di economia verde dell’Italia e capitalizzare la cooperazione esistente nel settore delle energie rinnovabili. Terza: ristabilire la fiducia con gli alleati e sfruttare l’Italia come valido partner per la sicurezza (nel Mediterraneo in particolare). Quarta: coordinarsi con gli alleati sulla Cina e contare sull’Italia come partner per il dialogo con la Russia.

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