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Trump ricoverato. Ecco come il virus cambia la corsa alla Casa Bianca

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Il presidente Donald Trump, risultato positivo al coronavirus, è ricoverato da ieri pomeriggio all’ospedale militare Walter Reed, a Bethesda, nel Maryland, alle porte di Washington, dove dovrebbe rimanere alcuni giorni, per potere ricevere immediatamente tutte le cure necessarie in caso di aggravamento.

Il ricovero in ospedale è stato deciso dai medici “per sovrabbondanza di precauzione”, ha spiegato la portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnany: “Il presidente è di buon umore, ha sintomi lievi e ha lavorato durante il giorno”.

Trump ha raggiunto il Walter Reed con il Marine One, l’elicottero che lo attendeva come sempre dietro la Casa Bianca, e poi in auto. Ha lasciato la sua residenza camminando da solo senza aiuti: aveva va la mascherina, come tutti quanti intorno a lui – cosa inedita –; e ha salutato i giornalisti, ma non ha risposto alle loro domande.

Prima di lasciare la Casa Bianca, Trump ha registrato un video-messaggio rassicurante: “Voglio ringraziare tutti per l’enorme sostegno. Sto andando all’ospedale, ma penso di starmela cavando molto bene, vogliamo solo assicurarci che le cose funzionino. La first lady sta bene…”.

Secondo fonti di stampa, Trump, che ha una leggera febbre da ieri mattina, il naso chiuso e tossisce, è “molto stanco, molto affaticato e ha qualche difficoltà a respirare”. Secondo un’altra fonte, Trump “per ora sta bene, ma c’è la paura che le cose possano rapidamente cambiare”.

Nel pomeriggio, il medico della Casa Bianca Sean Conley aveva riferito che il presidente era “affaticato, ma di buon umore”. Gli è stata iniettata una dose di un cocktail di anticorpi sintetici sperimentale, sviluppato dal laboratorio Renegeron, che ha dato risultati preliminari incoraggianti nei test clinici su un piccolo numero di pazienti.

La Casa Bianca aveva avvertito che Trump poteva ricevere farmaci sperimentali che non hanno ancora ricevuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration, l’agenzia del farmaco statunitense, e che non sono disponibili al pubblico. I medici gli somministrano, inoltre, vitamina D, zinco, melatonina, un’aspirina al giorno e un anti-acido.

La first lady Melania, contagiata anch’essa dal Covid-19, ma non ricoverata in ospedale, ha sintomi più lievi: soffre di una “tosse leggera e di mal di testa”. Trump ha 74 anni, Melania 50.

La Casa Bianca non prevede per ora un trasferimento di poteri al vice-presidente Mike Pence, che, però, resta in preallarme nella sua casa all’Osservatorio Navale, dopo essere risultato negativo – lui e la moglie – al coronavirus.

Il presidente “lavorerà per qualche giorno” dall’ospedale. Tutti gli eventi elettorali di Trump sono stati posticipati o riprogrammati in modalità virtuale: potrebbe essere il caso pure dei due dibattiti televisivi rimanenti col candidato democratico Joe Biden (o almeno del primo di essi, il 15 ottobre).

Il duello tv fra Pence e la candidata democratica alla vice-presidenza Kamala Harris si terrà, come previsto, mercoledì prossimo a Salt Lake Cit, nello Utah. La Harris, come il candidato democratico alla presidenza Biden, si è sottoposta al test ed è risultata negativa.

La Casa Bianca si sta intanto rivelando un vero e proprio focolaio di coronavirus: l’attenzione è puntata su quanti hanno partecipato, sabato scorso, alla cerimonia d’annuncio della designazione della giudice Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, un evento nel Giardino delle Rose, praticamente senza precauzioni – né mascherine né distanziamento -.

A parte la Barrett, che si è saputo essere risultata positiva ad agosto ed essere guarita, e il presidente, la first lady e la consigliera Hope Hicks, dei presenti all’annuncio sono risultati positivi il manager della campagna di Trump Bill Stepien, la ex consigliera della Casa Bianca Kellyanne Conway, due senatori repubblicani, Mike Lee e Thom Tillis, e il presidente dell’Università di Notre Dame John I. Jenkins. Lee è nella Commissione Giustizia del Senato che martedì inizierà le audizioni di conferma della Barrett.

Con il virus “non bisogna fare i duri”, ma “portare la mascherina e seguire tutte le raccomandazioni delle autorità sanitarie”, ha ieri detto Biden, aprendo un comizio a Gran Rapids, nel Michigan. Per Biden, la positività di Trump “rafforza il monito che dobbiamo prendere il virus seriamente”.

La campagna di Biden ha sospeso tutti gli spot negativi nei confronti del presidente, cosa che, invece, la campagna di Trump non ha fatto nei confronti di Biden.

Fra i messaggi di augurio, quello dell’ex presidente Barack Obama: lui e l’ex first lady Michelle auspicano che il presidente e la first lady possano riprendersi presto e ricevere, “come tutti gli americani che ne hanno bisogno”, le cure adeguate.

Secondo i dati della Johns Hopkins University, alla mezzanotte sulla East Coast, i contagi nell’Unione erano oltre 7.332.300 e i decessi quasi 208.700.

Dall’estero, sono giunti gli auguri di decine di leader, fra cui quelli del dittatore nord-coreano Kim Jong-un.

Intervistato in aprile da Bob Woodward, Trump aveva detto di non essere preoccupato dal contagio, “Non so perché, ma non lo sono”. Pur ammettendo la pericolosità del virus, il presidente non aveva paura di contagiarsi, come è però successo.

Twitter ha annunciato che rimuoverà i messaggi che “desiderano o augurano la morte, gravi lesioni fisiche o malattie letali a chicchessia”, dopo un’ondata di cinguettii funerei contro Trump. Gli autori dei post che violano la policy della piattaforma non saranno però sospesi.

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