Skip to main content

Il dibattito non-dibattito si ritorce contro Trump. Il punto di Gramaglia

Un boomerang. Il dibattito virtuale che Donald Trump non ha voluto, ma che ha poi “ricostruito” all’ultimo momento, solo che lui e Joe Biden si ritrovano a rispondere alle domande dei cittadini alla stessa ora, ma su reti diverse, si ritorce contro il magnate presidente.

La notte dello zapping più anomala dell’America proiettata verso le elezioni presidenziali si ritorce contro il magnate presidente che l’ha inventata, dopo essersi rifiutato di trasformare in virtuale, causa coronavirus, il confronto con Biden previsto per ieri sera in formato town hall, con domande dal pubblico.

Merito, o colpa, anche della conduttrice del suo show, Savanna Guthrie, 48 anni, host di Today, show della Nbc, che, sul palco allestito davanti al Pérez Art Museum di Miami, non gli fa sconti e lo stana a più riprese sulle false affermazioni della sua campagna. Al National Constitution Center di Filadelfia, Biden riceve un trattamento meno conflittuale da George Stephanopoulos, anchor della Abc, e può presentare le sue posizioni senza essere interrotto o contestato. A Miami, non ci sono mascherine; a Filadelfia, Biden e Stephanopoulos la indossano entrambi, prima di cominciare a parlare.

Prima che la battaglia per l’audience cominciasse, un rilevamento Wall Street Journal-Nbc dava Biden 11 punti avanti a Trump, 53% dei consensi contro 42%. Altro dato importante emerso ieri: Biden a settembre ha raccolto 383 milioni di dollari, un record per un solo mese.

Per Trump, quella con la Guthrie è stata una delle interviste più difficili che ha finora dovuto affrontare: il presidente non ha voluto rinnegare le teorie cospirazioniste di QAnon e neppure condannare i suprematisti bianchi e s’è mostrato ancora scettico sull’uso della mascherina (“l’85% di quelli che la partano si contagiano”). Biden non s’è sbilanciato sull’idea di aumentare il numero dei giudici della Corte suprema, ma s’è impegnato a prendere posizione prima delle elezioni.

Raramente, se non mai, il magnate, di solito impulsivo e spavaldo, era apparso così in difficoltà, anche se Paulette, un’elettrice, lo lusinga prima di fare la sua domanda: “Lei è così bello quando sorride…”. La Guthrie, diventa sui social la nuova eroina del popolo democratico, “colei che, secondo qualcuno – scrivono sull’Ansa Ugo Caltagirone e Serena Di Ronza —, potrebbe addirittura avere cancellato le ultime chance di vittoria di Trump”.

Naturalmente, non la pensa così la campagna del magnate: “Anche se la commissione ha cancellato il dibattito che avrebbe dovuto esserci stasera, il presidente Trump ha sonoramente battuto Savannah Ghuthrie nel suo ruolo” di rappresentante di Joe Biden: “Il presidente”, dice la campagna del candidato repubblicano, “s’è districato dagli attacchi della Guthrie, interagendo con gli elettori. Su Abc la scena era completamente diversa con domande a Biden per non metterlo in difficoltà. Gli americani possono vedere che il presidente guida il Paese e che in 47 mesi ha fatto più che Biden in 47 anni di politica”.

Biden ha mostrato la consueta pacatezza nel contestare la presidenza Trump e ha accusato il rivale di non avere fatto nella per contenere la diffusione dei contagi. Per la Johns Hopkins University, all’ora dei due dibattiti paralleli si contavano nell’Unione quasi 7.980.000 contagi – oggi saranno otto milioni – e 217.700 vittime. Con 62.000 contagi, ieri è stata la giornata peggiore dal 31 luglio.

Trump è stato invece messo sotto torchio da una Guthrie agguerrita e non disposta ad accettare risposte evasive sulla gestione della pandemia, sull’estremismo di destra, sulle dichiarazioni fiscali del magnate mai pubblicate.

“Quando è risultato negativo l’ultima volta al test anti-Covid, prima del primo dibattito con Biden?”, il 29 settembre, è stata la prima domanda della serata. “Non ricordo… Forse il giorno prima…”, risponde esitante Trump, che ammette di non avere fatto i test tutti i giorni. “Io sono il presidente, devo vedere la gente, non posso restare chiuso in un seminterrato”, è la replica, con un riferimento al basement dove Biden è rimasto rinchiuso nelle settimane più devastanti della pandemia.

Trump difende i bagni di folla dei suoi comizi, senza protezione e senza distanziamento. E subito dopo si rifiuta di condannare esplicitamente il suprematismo bianco e il movimento cospirazionista QAnon: “Non li conosco, non so niente di loro”, afferma, nonostante la Guthrie gli ricordi che ha spesso rilanciato su Twitter le loro teorie complottiste.

“Lei è il presidente, non un qualunque zio strambo”, replica la moderatrice che lo incalza a seguire sulle dichiarazioni dei redditi mai pubblicate: “I numeri usciti sono sbagliati… E comunque il fisco mi ha trattato molto male”, dice Trump, senza smentire di avere pagato, lui, un magnate, 750 dollari l’anno sia nel 2016 che nel 2017.

Se perde, che cosa succede?, è stato chiesto sia a Trump che a Biden. “Accetto il risultato, se è stato tutto regolare e non ci sono stati brogli”, fa il solito distinguo il magnate. “Vorrà dire che non sono stato un buon candidato”, riconosce l’ex vice di Obama.

Prima del dibattito, notizie dalle campagne — Il virus è imparziale: salta da una campagna all’altra. Ormai negativa al Covid-19 tutta la famiglia Trump, anche Barron, il figlio adolescente, che non s’era saputo fosse stato contagiato, la quarantena tocca ai democratici: Kamala Harris sospende fino a domenica tutti i suoi eventi perché due membri del suo staff risultano positivi.

Sono la responsabile della comunicazione, Liz Allen, e un membro dell’equipaggio dell’aereo su cui viaggia la senatrice, risultata negativa a due test questa settimana.

Fronte Kievgate, lato Biden, le autorità federali indagheranno sulle presunte mail del figlio Hunter pubblicate dal New York Post. Lo riferisce la Nbc, citando fonti secondo le quali gli investigatori esamineranno se le missive sono legate a un’operazione di intelligence straniera.

Fronte Kievgate, lato Trump, il Washington Post riferisce che l’intelligence Usa lo scorso anno mise in guardia la Casa Bianca sul fatto che Rudolph Giuliani, l’avvocato personale di Trump, fosse nel mirino dell’intelligence russa che voleva influenzarlo per alimentare la disinformazione in vista del voto. E dietro alle mail pubblicate dal Nyp c’è proprio lui, Giuliani, oltre a Steven Bannon.

Il Senato ha fissato le date per la ratifica della giudice Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, che pare ormai scontata (i repubblicano hanno i numeri): la commissione Giustizia, che ha ieri concluso le sue audizioni, voterà il 22 ottobre, il Senato in plenaria il 26 ottobre.

Il senatore repubblicano Lindsey Graham, presidente della Commissione Giustizia, personaggio molto vicino a Trump, ha ammesso per la prima volta che i democratici hanno “buone possibilità” di conquistare la Casa Bianca e di vincere le elezioni il 3 novembre, ma – ha aggiunto – “questo non giustifica un rinvio della nomina alla Corte Suprema”.

www.giampierogramaglia.eu 



×

Iscriviti alla newsletter