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Trump vs Biden, il giorno dopo. Ecco il riflesso nei sondaggi

Mai più un dibattito come quello di martedì fra Donald Trump e Joe Biden, quando i due rivali si sono ripetutamente interrotti l’un l’altro – 77 volte, è stato contato, specie da parte di Trump, suscitando critiche e irritazione. La commissione responsabile per i dibattiti presidenziali valuterà modifiche al format e annuncerà a breve le sue decisioni, prima degli appuntamenti del 15 e il 22 ottobre.

La commissione vuole prendere misure che consentano uno svolgimento più ordinato dei dibattiti dopo che, nel primo confronto, il caos ha regnato, nonostante i ripetuti tentativi del moderatore, Chris Wallace, un esperto giornalista della Fox News, di fare rispettare le regole.

La commissione, che è bipartisan e che ricorda di lavorare “nell’interesse degli americani”, ringrazia Wallace per la professionalità. Il Washington Post paragona il dibattito di martedì a una “mischia da rugby”: “Le frequenti interruzioni di Trump hanno prodotto un evento caotico e senza coerenza”.

Il presidente non deve però far fronte solo alle polemiche innescate dal suo atteggiamento sul podio di Cleveland: suscita fermento anche il rifiuto di condannare il suprematismo bianco, un rifiuto definito “inaccettabile” dal leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell, un suo alleato. Trump aveva eluso la risposta a una precisa domanda del moderatore in tal senso.

Di fronte alle critiche e alle prese di distanze dei repubblicani, il presidente – scrive il New York Times – “ha falsamente detto di ‘avere sempre denunciato ogni forma di suprematismo bianco’”.  Parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, ieri, Trump ha detto che “le milizie di estrema destra dovrebbero allentare la tensione e lasciar fare alla polizia il suo lavoro”: un tentativo di stemperare le polemiche.

Il rifiuto del presidente di condannare suprematisti bianchi ed estremisti di destra galvanizza gruppi e milizie. I Proud Boys, organizzazione tutta maschile neo-fascista, a favore della violenza politica, promuove a proprio motto una frase del presidente: “I Proud Boys? They stand back and stay by”, sono leali e affidabili, “qualcuno doveva fare qualcosa contro antifa e la sinistra”. Trump ha ieri sostenuto di ignorare chi siano i Proud Boys.

Il presidente intende partecipare ai prossimi due duelli televisivi con Biden, anche se le regole saranno riviste. In ambienti democratici era circolata l’ipotesi, poi smentita, che Biden potesse rinunciare.

L’ex vice di Obama se ne va in treno a fare campagna in Ohio e Pennsylvania, commentando che “il dibattito di martedì doveva essere un dibattito sugli americani, ma Trump guarda gli americani dall’alto in basso e pensa solo ai super-ricchi” e ha trasformato il confronto in rissa. In un’escalation d’irritazione, Biden parla di “una questione di dignità e di rispetto” e dice che “il comportamento del presidente durante il dibattito è una vergogna nazionale”.

Trump, dal canto suo, non abbassa i toni: “Nessuno vuole SleepyJoe come leader – twitta, inclusa la sinistra radicale, che ha perso. Biden manca di rispetto a Bernie Sanders, dandogli del perdente… La sinistra lo sta scaricando: zero entusiasmo per i democratici, leadership debole”. E si lamenta dell’‘arbitro’, il moderatore Wallace: “Erano due contro uno, non è stata una sorpresa, era divertente”.

Il candidato democratico ha vinto, per quelli che hanno guardato il suo primo dibattito televisivo con, anzi contro il presidente. In un sondaggio per conto di Cnn, il 60% degli intervistati gli assegna il successo; in uno analogo di Cbs, Biden vince, ma meno nettamente. Attenzione, però: la platea dei dibattiti è prevalentemente democratica: prima del confronto, il 56% degli intervistati preferiva Biden a Trump.

I titoli dei media pronunciano lo stesso verdetto, mettendo, però, in rilievo la confusione e gli insulti che hanno segnato una brutta serata della politica statunitense. Nancy Pelosi, speaker della Camera, parla di “serata triste” e di “duello caotico” – colpa di Trump, naturalmente.

Nel primo sondaggio pubblicato dopo il duello televisivo, quello di YouGov per l’Economist, Biden ha il 50% delle intenzioni di voto e Trump il 42%, otto punti meno. Il sito RealClearPolitics, che fa la media dei principali sondaggi, dà Biden avanti di 6,6 punti.

A Biden mancherà forse l’entusiasmo, ma non mancano, almeno per ora, i soldi: la sua campagna raccoglie 3,8 milioni di dollari in un’ora a margine del dibattito, un record. Soldi versati non tanto per mandare lui alla Casa Bianca, quanto per cacciarne Donald il bullo.

Il Senato ha intanto varato un suo provvedimento anti-shutdown per evitare la paralisi federale che sarebbe scattata oggi, fissando la nuova scadenza per un’intesa sul bilancio federale all’11 dicembre, dopo le presidenziali. Camera e Senato devono fare collimare le loro decisioni.

Infine, il club dei repubblicani di Harvard si schiera con Trump, che nel 2016 non aveva appoggiato restando per la prima volta in silenzio nei suoi 128 anni di storia, In una lettera aperta, l’Harvard Republican Club loda la politica estera dell’Amministrazione Trump e la gestione delle tasse, e pure la “prudenza usata in tutte le decisioni”. I democratici sono accusati di “aver abbandonato la verità in favore di una visione radicalizzata di una realtà relativa”.

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