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Trump vs Biden, Obama cala l’asso. Il punto di Gramaglia

Alla fine arriva Barack Obama. L’ex presidente Usa scende in campo contro Donald Trump. Il Tycoon, preoccupato dai sondaggi, rispolvera due vecchi consiglieri della campagna contro Hillary Clinton. Il punto di Giampiero Gramaglia

Comizio a Erie in Pennsylvania, ma senza Melania, bloccata a Washington da una tosse persistente, per Donald Trump, che parla anche al telefono con la Fox News e litiga con il programma della Cbs 60 Minutes interrompendo l’intervista programmatica – deve andare in onda domenica, in parallelo con una a Joe Biden.

La campagna elettorale del magnate presidente prosegue a ritmo incalzante e con i soliti mantra: “Andiamo bene, vinceremo le elezioni”; Biden è “un corrotto”, che “ha tradito l’America una legge  dopo l’altra” – citando le misure approvate dal candidato democratico alla Casa Bianca nella sua carriera politica -; lui “nei prossimi quattro anni” farà l’America un gigante della manifattura che non sarà più dipendente dalla Cina; “Un voto per me è un voto per il sogno americano”.

Il candidato democratico si mantiene al riparo, prepara il dibattito televisivo di domani sera e twitta: “La semplice e triste verità è che questo presidente non è in carica per servire il popolo americano ma se stesso”, mentre lui e la sua vice Kamala Harris saranno al servizio delle famiglie americane.

E il New York Times rivela che Trump ha conti correnti in tre Paesi stranieri: oltre a Gran Bretagna e Irlanda, pure in Cina, controllato dalla Trump International Hotels Management Llc. Il giornale ricorda che Trump e i repubblicani dipingono Biden come “un debole” verso la Cina e denunciano che il figlio Hunter ha affari lì, mentre “la storia degli affari di Trump è piena di accordi finanziari internazionali, alcuni dei quali coinvolgono la Cina. Per un decennio, il magnate ha perseguito senza successo progetti in Cina, tenendovi un ufficio mentre correva per la presidenza nel 2016 e creando una partnership con una grande azienda controllata dallo Stato”.

Oltre a Biden, sono i giornalisti i nemici contro cui Trump si scaglia: attacca Kristen Welker, moderatrice del dibattito di domani, che non ha messo la politica estera fra i sei temi in discussione – “E’ terribile, faziosa, sta con i democratici e con Biden” – e la commissione organizzatrice, perché ha deciso di spegnere i microfoni in alcune fasi.

Il magnate, inoltre, minaccia di postare l’intervista con Leslie Stahl per 60 Minutes prima che vada in onda, per mostrarne – dice – la falsità e faziosità. “Tutti dovrebbero paragonarla con le interviste a Sleepy Joe Biden”. Ieri Trump ha bruscamente interrotto l’intervista dopo 45 minuti e ha poi contestato in un tweet alla giornalista di “non indossare la mascherina alla Casa Bianca”, cosa che lui non fa praticamente mai.

Davanti ai suoi fan a Erie il presidente mostra un video in cui il candidato democratico e la sua vice bocciano il fracking, un’attività da cui dipendono nello Stato centinaia di migliaia di posti di lavoro. “Questa elezione è una scelta fra la super-ripresa economica di Trump e la depressione di Biden”, che “vuole chiudere l’America”.

Che il magnate avverta l’ansia di recuperare lo si avverte dalla decisione di richiamare consiglieri della campagna 2016, da Corey Lewandowsky a David Bossie, e dalla mobilitazione della famiglia. In questo quadro, la prolungata convalescenza di Melania, non ancora completamente rimessasi dalla positività al Covid-19, è un brutto colpo: la moglie modella non appare in un evento elettorale accanto al marito, fuori dalla Casa Bianca, da 16 mesi.

Con una mossa senza precedenti, Trump sollecita il ministro della Giustizia William Barr ad agire contro il suo rivale per le attività del figlio Hunter in Ucraina quando il padre era vice-presidente. “Deve agire e farlo presto”, dice a Fox News: vuole che Barr nomini un procuratore speciale.

E sulla pandemia dice: “Guardate i nostri numeri rispetto a quelli dell’Europa … Abbiamo salvato milioni di vite”. Secondo i dati della John’s Hopkins University, gli Stati Uniti, cioè un ventesimo della popolazione mondiale, continuano a contare un quinto delle vittime mondiali da cronavirus: alla mezzanotte sulla East Coast, i contagi negli Usa sfioravano gli 8.272.500 e i decessi i 221.000.

A meno di due settimane dall’Election Day, Joe Biden continua a fare la corsa saldamente in testa nei sondaggi (9 punti per il New York Times, 50 a 41%; 8,6 punti nella media di RealClearPolitics). Ma negli Stati in bilico Trump resta competitivo: in North Carolina, ad esempio, è un testa a testa. La partita si gioca soprattutto lì, in Pennsylvania, Michigan, Ohio e Florida.

Secondo un sondaggio di Financial Times e Peter G Peterson Foundation, il 46% degli americani ritiene che le politiche di Trump siano negative per l’economia e il 44% che siano positive. Prima della pandemia, gli americani che ritenevano che le politiche del presidente aiutassero la crescita erano 11 punti in più di quelli che le criticavano.

È tornata a fare campagna Kamala Harris, dopo una pausa causa coronavirus: ieri, compiva 56 anni (“Il prossimo compleanno lo festeggeremo con qualche gelato alla Casa Bianca”, è stato l’augurio di Biden). E, oggi, i democratici schierano Barack Obama, che comincia un tour negli Stati incerti – prima tappa in un drive-in di Filadelfia.

Ma Obama è già in campo con un video in South Carolina per Jaime Harrison, il democratico che sfida Lindsay Graham, il senatore repubblicano vicino a Trump. “Se volete un senatore che si batte per la riforma della giustizia penale, per le università meno costose e per una sanità accessibile, allora votate il mio amico Jaime Harrison”, dice l’ex presidente.

Biden ha l’appoggio di USAToday, che non aveva mai sostenuto un candidato alla presidenza, ma che ha scelto di farlo perché il rifiuto di Trump d’impegnarsi a una transizione dei poteri ordinata e pacifica “mette in gioco la democrazia americana”. E un ex presidente del partito repubblicano, Michael Steele, appoggia Biden, perché con lui – spiega – sarà possibile “percorrere le strade” che portano a colmare le divisioni nel Paese. Steele, il primo nero presidente del partito repubblicano, s’è di recente unito al Lincoln Project, il progetto di un gruppo di repubblicani contro la rielezione di Trump.

Anche il cast di Happy Days tornerà insieme per un giorno a sostegno di Biden nel Wisconsin, uno degli Stati in bilico, che faceva da sfondo alla leggendaria sitcom.

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