Un’insegna di Huawei a sinistra, un’infermiera con mascherina a destra, le bandiere di Stati Uniti e Unione europea. Con questo trittico si presenta Together or Alone? Choices and Strategies for Transatlantic Relations for 2021 and Beyond, il documento di raccomandazioni della Transatlantic Task Force, un progetto del German Marshall Fund e della Bundeskanzler-Helmut-Schmidt-Stiftung diretto da Bruce Stokes. Tra i membri della task force compaiono anche il generale statunitense John Allen, oggi presidente della Brookings Institution, la baronessa Catherine Ashton, già Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, l’ambasciatore Wolfgang Ischinger, presidente della Munich Security Conference, e l’italiana Nathalie Tocci, direttore dello Iai e special adviser dell’Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell.
LE SFIDE DELL’OCCIDENTE
Nelle prime righe della sintesi introduttiva ci sono tutte le prossime sfide del mondo, in particolare dell’Occidente. “Nel 2021, gli Stati Uniti e le nazioni d’Europa dovranno affrontare sfide che minacciano il loro stile di vita: una pandemia catastrofica, una profonda recessione economica, un’accelerazione del cambiamento climatico, una Cina in ascesa, una crescente concorrenza tecnologica e minacce emergenti alla sicurezza”. Ma non solo: gli Stati Uniti potrebbero avere un nuovo presidente, il Regno Unito lascerà il mercato unico europeo e la Germania avrà una nuova leadership in autunno che metterà fine al quindicinale governo di Angela Merkel.
Sfide che “mettono alla prova la nostra capacità di mantenere la nostra promessa di salvaguardare e migliorare la vita delle nostre persone”, a cui si deve sommare una prova difficilissima: “il disincanto pubblico reciproco” tra Stati Uniti ed Europa. Sfide che “possono essere affrontate con successo da soli” ma solo con “un’azione internazionale concertata e cooperativa”, si legge nel documento.
IL PASSATO NON BASTA
Europa e Stati Uniti sono rimasti fianco a fianco davanti alla Guerra fredda, dopo l’11 settembre e all’indomani della crisi finanziaria del 2009-2010 grazie a interessi comuni e un insieme condiviso di valori democratici che hanno portato sicurezza e prosperità. Ma il passato glorioso non è garanzia di successo futuro, avvertono gli esperti della Task Force indicando un percorso ambizioso. Tanto che loro stessi ammettono che non tutte le proposte troveranno facili consensi sulle sponde dell’Atlantico e che sarebbe un percorso complesso e lungo (“non un esercizio di un anno”, scrivono).
LE PROPOSTE
Uscire vincitori da queste sfide non è facile, dunque. Ma prima, forse, serve rispondere alla domanda contenuta nel titolo del rapporto: Stati Unione ed Europa, assieme o da soli?
Sei i temi oggetto delle raccomandazioni degli esperti: pandemia, ripresa economica, clima, Cina, tecnologia e sicurezza. Per rispondere alla prima sfida gli esperti raccomandano la creazione di una scorta transatlantica di farmaci e forniture mediche e il diritto a un equo accesso ai vaccini. La ripresa economica invece deve passare da sforzi coordinati (evitando un’uscita prematura dallo stimolo), dalla creazione di “green and blue supply chains” e da una nuova spinta propulsiva per l’Organizzazione mondiale della sanità (a partire da una riforma dei meccanismi di risoluzione delle dispute).
Accordi di Parigi e cooperazione a livello “subnazionale” sono gli ingredienti della ricetta per il clima. Quanto alla Cina, invece, serve raggiungere la reciprocità nelle relazioni economiche (obiettivo che da tempo l’Unione europea insegue senza successo) e create un gruppo di lavoro permanente transatlantico a livello di vicepresidenti per rispondere alle sfide comuni (economiche, politiche e strategiche) rappresentate da Pechino. Per la tecnologia si raccomanda il sostegno alla ricerca e sviluppo di tecnologie emergenti (a partire dall’intelligenza artificiale e dalla genomica) e la definizione di standard internazionali (anche in questo caso, per non lasciare il primato alla Cina). Ultimo tema, la sicurezza: modernizzazione con impegno statunitense a mantenere una “robusta presenza militare in Europa” e ripresa dei negoziati per la riduzione degli armamenti (da New Start a Open Skies).