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Quando la collusione politica svela una patologia delle relazioni sociali

Non possiamo più ignorare il fatto che in Italia soffriamo di una grave patologia delle relazioni sociali, in particolare quelle che riguardano la cosa pubblica e i privati cittadini, vuoi che siano aziende, individui o gruppi di interesse. L’analisi di Chiara Buoncristiani, giornalista e psicoterapeuta

L’inchiesta sul ponte Morandi mette in evidenza non solo “una politica imprenditoriale volta alla massimizzazione dei profitti mediante la riduzione e il ritardo delle spese per la manutenzione a scapito della sicurezza pubblica”. Siamo indignati, ma purtroppo non ci stupiamo più. E forse nemmeno l’indignazione è adeguata rispetto a un problema da cui nessuno ormai può dirsi estraneo.

È la rete di rapporti di collusione tra politici e alti dirigenti che, ancora una volta, se in questo Paese non fosse abbastanza chiaro, a rivelarci la nostra immagine riflessa. Impressionanti sono i messaggi recuperati dai magistrati nelle chat degli indagati. Che cos’è la collusione? A livello psichico è l’assenza di un elemento di separazione tra chi stabilisce gli indirizzi della cosa pubblica e i privati. La mancanza di differenziazione tra contenitore sociale condiviso e interessi particolari.

In regime collusivo non regna la divisione tra i poteri, ma la confusione e il segreto sulle modalità di gestione del potere. La burocrazia diventa incomprensibile, l’autorità diventa lontana e “oscura”. La cosa pubblica si fa “nemica” e persecutoria per i cittadini, che la insultano e la svalutano incolpandola di tutti i mali. È l’attacco alla casta responsabile di tutti i mali.

In alternativa la cosa pubblica può diventare “amica” solo se la si manipola, corrompendola: convincendo chi deve fare le norme generali a fare norme “su misura”. Si prova così a sedurre l’autorità cercando il favore ad personam, la posizioni di privilegio tramite manovre di pressione, l’elusione della legge tramite corruzioni e raccomandazioni.

Non possiamo più ignorare il fatto che in Italia soffriamo di una grave patologia delle relazioni sociali, in particolare quelle che riguardano la cosa pubblica e i privati cittadini, vuoi che siano aziende, individui o gruppi di interesse.



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