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Copyright, presto legge in Italia la direttiva Ue che fa discutere

Di Daniele Viotti

Tutto pronto per l’approvazione della legge sul diritto d’autore in Parlamento. Conversazione con Giuseppe Abbamonte, direttore Media Policy, DG Connect, Commissione europea di Daniele Viotti che come parlamentare europeo ha seguito la direttiva nella passata legislatura e ora ha dato il via all’iniziativa #noisiamorete per seguire l’evoluzione dell’iter nel suo recepimento in Italia

Nelle prossime settimane arriveremo al primo grande traguardo del recepimento nel nostro Paese della direttiva europea sul copyright: l’approvazione della legge nel Parlamento Italiano. Una legge che ha fatto e fa discutere qui e negli altri Paesi Ue, che ha ancora zone d’ombra a livello interpretativo tant’è che la Commissione europea è tornata sul tema e entro fine anno pubblicherà delle importanti linee guida.

L’auspicio della Commissione è che i Paesi membri siano fedeli allo spirito della direttiva. Per comprendere meglio le indicazioni di Bruxelles, abbiamo intervistato il direttore Media Policy della DG Connect, Giuseppe Abbamonte.

Dottor Abbamonte, perché è così importante questa direttiva? 

Innanzitutto va detto che la direttiva ha seguito un processo legislativo estremamente controverso, è stato probabilmente uno dei più difficili dossier legislativi della storia dell’Unione europea e sicuramente il più difficile della scorsa legislatura.

Il processo di recepimento è importante perché la direttiva copre una larga gamma di aspetti differenti e va molto più in dettaglio rispetto alla direttiva quadro, la Infosoc del 2001. Vi sono degli aspetti completamente nuovi nel diritto europeo come il capitolo sulla remunerazione degli autori e le norme sulle licenze collettive estese.

Che cosa sta facendo la Commissione? 

La Commissione ha organizzato, da ottobre 2019 a febbraio 2020, una serie di incontri con gli stakeholder, cui ha fatto seguito una consultazione scritta che si è chiusa il 10 settembre. Abbiamo ricevuto 110 risposte che stiamo analizzando.

Il 28 settembre abbiamo organizzato l’ultima di una serie di riunioni del Comitato di contatto degli Stati membri e pubblicheremo entro fine anno degli orientamenti sull’applicazione dell’articolo 17, che introduce il nuovo regime di responsabilità per i fornitori di servizi di condivisione di contenuti online.

Qual è l’obiettivo di questo articolo? 

L’articolo 17 si fonda su un equilibrio molto difficile fra i diversi interessi legittimi in gioco. L’obiettivo perseguito non è soltanto quello della protezione degli interessi economici degli aventi diritto, ma anche la tutela delle attese legittime delle piattaforme e degli utenti finali.

Nell’esprimere gli orientamenti, la Commissione è tenuta a rispettare questo equilibrio che riflette la volontà dei legislatori. Per salvaguardare i diritti degli utenti, abbiamo suggerito – nel documento per le consultazioni – un approccio pragmatico che eviti il blocco automatico dei contributi che non violano il diritto d’autore.

Può spiegare quali sono i nodi centrali relativi a questo articolo? 

L’articolo 17 prevede che i servizi di condivisione dei contenuti online debbano ottenere una autorizzazione da parte dei titolari dei diritti per i contenuti che vengono caricati dagli utenti sui loro siti. I rightholders. Gli aventi diritto sono liberi di non autorizzare le piattaforme a utilizzare i loro contenuti. Laddove l’utilizzo del contenuto protetto non venga autorizzato, l’articolo 17 definisce delle condizioni secondo le quali le piattaforme potranno essere esenti da responsabilità per la violazione del diritto d’autore. Le piattaforme dovranno, per esempio, dimostrare di aver effettuato i massimi sforzi per ottenere un’autorizzazione senza esserci poi riuscite.

L’articolo 17 introduce anche degli specifici diritti degli utenti nell’obiettivo di proteggere gli usi legittimi dei contenuti ed evitare che upload coperti da eccezioni al diritto d’autore vengano bloccati dalle piattaforme. Questo aspetto è particolarmente importante per il rispetto di alcuni diritti fondamentali, tra cui il diritto alla libertà di espressione e il diritto della libertà alla creazione artistica.

Le linee guida della Commissione serviranno a chiarire alcuni di questi punti e si occuperanno anche delle tecnologie applicate per la gestione del copyright, che non vengono menzionate esplicitamente nella direttiva, ma che diventeranno fondamentali per l’applicazione pratica nel riconoscimento dei contenuti. Tali strumenti sono già largamente utilizzati dalla maggiori piattaforme online, sulla base del c.d. fingerprinting.

Cosa cambierà per gli utenti? 

Per effetto del nuovo approccio introdotto dalla direttiva, nella maggior parte dei casi ci sarà una specie di “presunzione di innocenza” per il caricatore di contenuti sulle piattaforme, approccio che permetterà di raggiungere un bilanciamento tra diritto d’autore e la libertà di espressione.

Per esempio, il caricamento di un contenuto che corrisponda solo in parte (c.d. partial match) alle impronte digitali (fingerprint) fornite dall’avente diritto alla piattaforma non potrà essere bloccato ma dovrà essere sottoposto a revisione umana da parte della piattaforma, mentre il contenuto rimarrà online e quindi non verrà rimosso.

Un estratto da un film o da una canzone inserito in un video generato da un utente al fine di critica di un film o di un album non dovrà essere tolto e sarà poi soggetto ad una human review. Al contrario, l’upload di un intero brano musicale o di un intero film o di un estratto molto importante di un film (che corrisponde pienamente o a una parte molto importante delle impronte fornite dagli aventi diritto) potrà essere bloccato. Il cosiddetto one-to-one match andrà a creare i presupposti per una presunta violazione del diritto d’autore. L’utente potrà comunque contestare questa decisione in un secondo momento, attraverso i meccanismi di ricorso.

Qual è la situazione oggi, cioè prima dell’approvazione della legge? 

Oggi viviamo una situazione di incertezza dove le piattaforme per ridurre i rischi legali utilizzano già filtri e strumenti di identificazione. In pratica, il copyright viene già gestito e così tanti contenuti user generated, che contengono materiale protetto dal diritto d’autore, vengono oscurati o bloccati.

La situazione per l’utente migliorerà per effetto della direttiva perché una serie di eccezioni verranno rese obbligatorie all’interno dell’Unione europea e perché, per la prima volta, verrà esplicitata chiaramente la responsabilità delle piattaforme.

Altra cosa importante: una volta che la piattaforma otterrà le licenze, queste ricomprenderanno l’uso privato. Se sono un appassionato chitarrista, le mie cover di assoli non saranno bloccate perché non guadagno soldi.

Ci sono quindi ancora molte cose da definire e le linee guida saranno fondamentali in questo senso. 

Sì. C’è da dire che la norma è complessa non perché il legislatore europeo sia confuso, ma perché è la situazione ad essere estremamente complessa e lo sarebbe molto di più se non ci fosse l’articolo 17. Questa direttiva contribuirà alla creazione di un mercato integrato europeo del copyright.

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