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Da Merkel a Laschet, la svolta della Cdu spiegata da Von Ziegner

Con Elke Von Ziegner, politica di lungo corso della Cdu, un bilancio dell’era Merkel che giunge al tramonto. I migranti, le aperture liberal, l’alleanza con i socialisti. Ora la successione. Da Laschet a Rottgen, ecco chi (non) vuole la svolta verde

Mentre la Germania è alle prese con chiusure parziali che dureranno un mese a partire dal prossimo lunedì 2 novembre, la Cdu continua a vivere un momento tribolato. Il Congresso del partito prevesito per l’8 dicembre a Stoccarda è stato rinviato a causa della pandemia. E dunque la riunione della base cristiano-democratica, in seno alla quale si dovrà scegliere il nuovo presidente e quindi il candidato per la cancelleria tedesca, è prevista per l’inizio del prossimo anno.

I tre candidati in lizza, seppure sovrastati dalla presenza preponderante della Cancelliera Angela Merkel, continuano la loro campagna elettorale “sottobanco”, cercando di tessere rapporti utili per accrescere il proprio sostegno.

Elke Von Ziegner, politica di lungo corso della Cdu e rappresentate del partito per 26 anni nella regione di Ashausen, zona vicino ad Amburgo, ci ha spiegato meglio come sono andati dal punto di vista del partito questi ultimi 15 anni in cui Merkel ha sempre dominato, e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.

Nel 2015 la Cancelliera Angela Merkel ha portato in Germania più di un milione di migranti. Pensa che sia stata una svolta positiva o negativa?

Per ragioni umanitarie, quella poteva essere l’unica decisione giusta che Angela Merkel poteva prendere: accettare in Germania numerosi rifugiati accampati in Ungheria, alcuni dei quali nelle stazioni ferroviarie.

I membri del Cdu erano divisi o uniti nel supportare la decisione di Merkel?

Anche i membri della Cdu che conosco la pensavano come me. Il problema è iniziato a sorgere quando i flussi di rifugiati non si sono fermati. In quel momento io, come molti altri membri del partito, avrei desiderato una soluzione europea rapida. Questo avrebbe anche impedito un rafforzamento dell’AfD in Germania. Credo che Angela Merkel, in quel caso, si sia fatta travolgere dagli eventi.

Migranti, sussidi, matrimoni omosessuali: le politiche di Angela Merkel sono diventate sempre meno conservatrici e sempre più progressiste nel corso degli anni. È così?

In generale, sono sempre stata soddisfatta delle sue mosse politiche: seppure io sia una politica conservatrice credo sia giusto aprirsi a nuovi orizzonti. La Germania ha bisogno di migranti che vivano e lavorino qui e che rispettino le nostre leggi. Anche le persone che hanno perso il lavoro devono essere sostenute. Hartz IV (un sussidio sociale che in Germania viene dato a persone in cerca di lavoro o che hanno basse entrate), tuttavia, porta il nome dell’ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder. Facevorire ed esigere (fördern und fordern), questo è il motto.

La Bassa Sassonia, il Land in cui lei ha rappresentato il partito per 26 anni, è governata dalla Cdu e dall’Spd. Lei pensa sia necessario che la Cdu smetta di allearsi con i socialdemocratici anche a livello regionale?

Nei governi locali l’appartenenza a un partito gioca un ruolo meno importante poiché i cittadini guardano alle cose concrete fatte, come la costruzione di un asilo, i sussidi per le società sportive, i piani di sviluppo e così via. A questo proposito, i cristiano-democratici spesso votano con la Spd e con i Verdi senza che si creino particolari problemi.

Nelle elezioni per il rinnovo del Bundestag che si svolgeranno tra un anno potrebbe nascere un’intesa tra Cdu e i Verdi, come sta accadendo in Austria. I Verdi sono però più vicini alla politica dell’Spd. Come si risolverà la questione?

Nel 2016, dopo le elezioni federali, la Cdu stava già negoziando un accordo con i Verdi che poi però è tramontato e per questo Merkel si dovuta alleare nuovamente con l’Spd. Stavolta, come sempre, gli argomenti più importanti saranno decisi in seno ai negoziati per l’accordo di coalizione. Ma l’anno prossimo sarà il nuovo leader della Cdu a giocare un ruolo fondamentale. Le trattative con Armin Laschet o Norbert Röttgen saranno probabilmente più facili per i Verdi rispetto alla possibilità di trovarsi di fronte Friedrich Merz.

Quali possono essere le aree di scontro con la Cdu?

I punti più controversi saranno probabilmente le normative ambientali, l’agricoltura, la riscossione delle tasse, ma anche – a seconda dell’andamento del Corona virus – il sistema sanitario. Ma, prima di tutto, ci darà il tema dei rifugiati e come affrontare i quelli non riconosciuti come tali.

Katrin Göring-Eckardt e Anton Hofreiter, i due leader del partito dei Verdi, sembrano avere un tono più vivace rispetto al modo di fare pacato di Merkel e di Laschet. Saranno in grado di comunicare con la Cdu?

Entrambi i leader dei Verdi sono politici esperti. Riusciranno sicuramente a far comunicare i partiti.

Chi sostiene per la nuova leadership della Cdu?

Mi dispiace che Annegret Kramm-Karrenbauer si sia dimessa dalla presidenza. Era la mia candidata preferita. Ora sarei felice se Armin Laschet diventasse il nuovo presidente.

Se dovesse scegliere una cosa che Angela Merkel ha sbagliato negli ultimi 15 anni?

Per me Angela Merkel non ha commesso errori. Come detto poco fa, probabilmente ha sottovalutato gli enormi flussi di rifugiati che si spingono verso la Germania. Ma ragionare con il senno del poi è sempre più facile. All’epoca le sue azioni erano semplicemente umane. E la apprezzo molto per questo.

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