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Come cambia la geografia dell’innovazione. Il caso francese

Di Daisy Boscolo Marchi
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L’indice globale dell’innovazione stilato annualmente dalla World Intellectual Property Organization, dall’European Institute for Business Administration e dall’American University of Cornell attesta al dodicesimo posto la Francia. La classifica si basa sui risultati dell’innovazione di 129 Paesi ed economie in tutto il mondo. L’analisi di Daisy Boscolo Marchi

La Francia è attualmente il 12° Paese più innovativo secondo l’indice globale dell’innovazione stilato annualmente dalla World Intellectual Property Organization (Wipo), dall’European Institute for Business Administration e dall’American University of Cornell. Questo indice si basa su 80 criteri che hanno come obiettivo quello di restituire un’ampia visione dell’innovazione: tra questi troviamo l’ambiente politico, l’istruzione, le infrastrutture e lo sviluppo delle imprese. Si tratta di una buona notizia per il Paese soprattutto nell’era del Covid-19: rispetto alla stessa classifica pubblicata l’anno scorso, la Francia ha guadagnato 4 posti.

La crescita esponenziale riflette gli sforzi compiuti in questo settore da ormai qualche anno (pensiamo al miglioramento della qualità dell’istruzione, facilità di creazione di una startup, potenziamento del credito d’imposta per l’occupazione e la competitività…). L’ indice di innovazione globale classifica i risultati dell’innovazione di 129 Paesi ed economie in tutto il mondo, sulla base di più di 80 indicatori.

LE RAGIONI DI QUESTO CAMBIAMENTO

Tradizionalmente, la Francia si caratterizza per un ecosistema favorevole all’innovazione, grazie ad una serie di risorse strutturali promettenti, come il sistema educativo francese, la ricerca pubblica o le infrastrutture digitali. Tuttavia, gli innovatori ed in particolare le start-up (per definizione vettori di innovazione) avevano in passato oggettive difficoltà nell’ottenere i finanziamenti necessari per il loro sviluppo, ed erano dunque maggiormente portati a lasciare il territorio francese ed investire all’estero.

Oggi, le migliori prestazioni della Francia sembrano essere riconducibili alla migliore capacità del Paese di sfruttare i suoi punti di forza. Negli ultimi due anni in particolare, si sono fatti enormi sforzi di finanziamento pubblico per le start-up, spianando la strada alla creazione di imprese innovative sul territorio. Questo ha senz’altro dato una maggiore visibilità globale alla Francia e l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo condotti dalle grandi società e gruppi francesi, in particolare Total, Orange e Axa, hanno fortemente contribuito al risultato.

Nonostante questo aumento, la Francia rimane indietro rispetto agli altri due Paesi europei di dimensioni comparabili, il Regno Unito (4°in classifica) e la Germania (9°), ed è solo l’8° Paese europeo per innovazione. Secondo questo barometro, la Svizzera è campione del mondo, con gli Stati Uniti al 3° posto e la Cina al 14° posto.

UN CAMBIAMENTO NELLA GEOGRAFIA DELL’INNOVAZIONE

Il Global Innovation Index sembra mostrare un graduale cambiamento nella geografia dell’innovazione verso est. Nel corso degli anni, le economie asiatiche come l’India, la Cina, le Filippine e il Vietnam hanno visto aumenti esponenziali della loro posizione in classifica. Anno dopo anno, questo indice è stato utilizzato dai governi dei paesi di tutto il mondo per migliorare le loro prestazioni in termini di innovazione e attirare industrie, business e talenti. Sulla base di questa dinamica innovativa, la Francia ha gradualmente istituito incubatori di start-up sul suo territorio, ma ha anche ospitato centri di innovazione di giganti americani come Facebook e Google. Forgiando un quadro giuridico ed economico favorevole all’innovazione, volto a trattenere i suoi talenti e ad attrarre quelli stranieri, la Francia sta cercando di reagire positivamente alla sfida di restare tra i primi posti degli Stati più innovativi del pianeta.

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