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Il Capitano del centrodestra? Berlusconi. Parla Bernini (Fi)

Di Federico Di Bisceglie

La senatrice capogruppo di Forza Italia smentisce una frattura nel centrodestra e uno scostamento della maggioranza, il voto sul bilancio è “un assist al Paese”. Berlusconi però si è dimostrato il “capitano” della coalizione. Di Maio? Timeo danaos et dona ferentes

Subbugli nel centrodestra? “No, un confronto doveroso sui temi sostanziali”. Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia in Senato fa piazza pulita rispetto tutte le illazioni fatte sui rapporti con il Governo. Surrettiziamente il chiacchiericcio di palazzo vorrebbe infatti che gli azzurri si stiano avvicinando all’Esecutivo giallorosso. Il ministro Di Maio sembra infatti aver teso una mano al partito di Berlusconi. Tranquilli. La rassicurazione di Bernini è chiara: “Ben venga la collaborazione, ma senza tatticismi. Chi pensa di lusingarci oggi per ottenere vantaggi domani perde tempo”. In questa intervista a Formiche.net, la senatrice azzurra spiega qual è la ratio alla base di certe scelte che il partito sta portando avanti, temi di convergenza e temi di scontro con il governo Conte.

Senatrice Bernini, in questo momento storico in cui il centrodestra sembra attraversare un periodo di tensioni, quale deve essere il ruolo di un partito come Forza Italia?

Non ci sono tensioni, c’è un confronto doveroso e continuo su temi politici che impattano direttamente sul presente e sul futuro degli italiani. Il centrodestra non è un monolite. Vi fanno parte tante anime e tante storie. Un partito come Forza Italia, come intuì Berlusconi sin dalla sua discesa in campo, ha ed avrà sempre il ruolo del padre nobile. A noi spetta il compito di trovare la sintesi, di armonizzare le varie posizioni, di tenere le fila della coalizione nel rispetto di tutti. Un ruolo che portiamo avanti con grande determinazione e che è possibile grazie a un capitano eccezionale, che sa decidere al momento opportuno riuscendo sempre a motivare e tenere unita la squadra.

Qual è realmente il rapporto fra Forza Italia e il governo?

Quello di un partito di opposizione che non si rassegna a vedere il proprio Paese condannato all’immobilismo. Abbiamo perso quasi nove mesi dall’inizio della pandemia e sembriamo chiusi in una bolla, viviamo un tempo sospeso. Governare una pandemia non è semplice, è come pensare di fermare un sisma. Tuttavia, è noto che dopo la prima scossa seguono quelle di assestamento, ma il governo sembra cadere dalle nuvole. Si insegue la pandemia e non la si previene. Da marzo ad oggi abbiamo cercato di dare una mano offrendo soluzioni al governo. Non abbiamo la scienza infusa, ma molte nostre proposte giungono direttamente dalle categorie produttive. Se vogliamo salvare l’economia del Paese dobbiamo chiedere a chi produce e crea lavoro cosa fare, non a una task force improvvisata.

Il voto favorevole del centrodestra allo scostamento di bilancio è un assist all’esecutivo?

È un assist al Paese. Le partite Iva, i piccoli commercianti, gli stagionali, gli organizzatori di eventi, gli operatori dello spettacolo: le categorie in ginocchio costrette allo stop forzato non si contano più. Per non parlare degli invisibili, di coloro che non rientrano nei codici Ateco oggetto di ristoro e che non si sa se e quando saranno indennizzati. Servono soldi, solo così non si lascia nessuno indietro. Ecco perché abbiamo votato lo scostamento di bilancio, perché c’è mezza Italia che non sa come arrivare a fine mese. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Ora spetta al governo non sprecare questi ulteriori miliardi indirizzandoli nelle mani giuste.

Sembra che Luigi Di Maio abbia aperto un fronte per il confronto e la collaborazione con gli azzurri. Come valuta questo atteggiamento?

Timeo Danaos et dona ferentes. Ben venga un atteggiamento propositivo del governo perché le nostre soluzioni non restino lettera morta. Purché dietro non ci siano tatticismi e fini altri rispetto al bene del Paese. Il nostro obiettivo è dare una mano a chi è in difficoltà. Questa è l’unica rotta che dobbiamo seguire. Chi pensa di lusingarci oggi per ottenere vantaggi domani perde tempo. Rifiutiamo l’offerta e andiamo avanti.

Pensa che ci possano essere argomenti sui quali convergere con l’esecutivo?

Un anno bianco fiscale, veri indennizzi e non degli ‘una tantum’ a partite iva e autonomi, un piano dettagliato sul Recovery fund perché si investa nelle imprese, nell’economia della conoscenza, nelle nuove tecnologie. Noi abbiamo le idee chiare su cosa si debba fare in questo momento in Italia. Temo che al governo manchi la bussola, perché è ancora troppo confuso e disorientato.

Qual è il rapporto reale tra i due partner giallorossi?

Non entro nelle faccende altrui. Da politico registro un’unione ancora molto salda perché tenuta insieme dal mastice dell’interesse.

Come valuta l’operato di Giuseppe Conte in questa fase?

A giudicare devono essere gli italiani. A marzo il governo ha chiesto sacrifici, li ha privati della libertà e loro hanno risposto con disciplina, senso di responsabilità e grande solidarietà. Ora sono disorientati, non hanno capito cosa esattamente il governo abbia fatto per garantire che tutto andasse bene. La rabbia ha preso il posto della responsabilità, la delusione quello della solidarietà. Se il governo Conte non cambia registro la tensione sociale rischia di esplodere, e qualche avvisaglia l’abbiamo già avuta. Ma noi ci siamo anche per questo, per impedire che si scriva una brutta pagina della nostra storia comune. E ci batteremo fino alla fine al fianco degli italiani perché a vincere siano solo la fiducia e la voglia di riscatto.

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