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Iran, cosa c’è dietro all’assassinio dell’ingegnere nucleare a Teheran

Di Emanuele Rossi e Gabriele Carrer

Il capo degli ingegneri nucleari iraniani, considerato alla guida del programma atomico militare, è stato ucciso a Teheran in un agguato. L’ombra dei servizi israeliani

L’ingegnere nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh è morto a Teheran. Assassinato. Quello che viene considerato il numero uno del programma nucleare degli ayatollah, il “padre della bomba iraniana” è stato trovato all’interno di un’auto crivellata di colpi d’arma da fuoco.

La macchina in cui viaggiava Fakhrizadeh è stata fermata da un’esplosione, poi gli hanno sparato, stando alle notizie fatte uscire dai Guardiani della rivoluzione (l‘unità militare teocratico s’è occupata fin da subito dell’accaduto). Il ministero della Difesa iraniano ha confermato la morte, spiegando in una nota stampa che il veicolo in cui viaggiava lo scienziato è finito vittima di un “attacco terroristico” mentre era accompagnato dalla scorta dei Guardiani. C’è stato uno scontro a fuoco, lo scienziato è stato ferito, ma la corsa in ospedale è stata inutile.

Fakhrizadeh insegnava Fisica all’Imam Hussein University, ma era anche a capo del programma nucleare segreto chiamato Amad e SPND e Brigadier General in servizio. Almeno dal 1998 ha iniziato a lavorare sul piano atomico militare iraniano (che teoricamente è congelato dall’accordo multilaterale Jcpoa del 2015). Secondo gli israeliani non ha mai smesso di essere la figura apicale dal 2000 a oggi, e anche gli americani lo hanno sempre classificato in cima alla lista degli scienziati nucleari del regime.

Viveva iper-protetto, lontano dai riflettori, poche apparizioni pubbliche, difficile (evidentemente non impossibile) da individuare. Fakhrizadeh è il quinto di una lista di colleghi aperta nel 2010. Assassini condotto da professionisti in un ambiente iper-critico: bombe magnetiche attaccate ai veicoli, esecuzioni con silenziatori, dispositivi esplosivi improvvisati.

Gli attacchi sono stati attribuiti sempre al Mossad (probabile in cooperazione con la Cia e a volte pare siano state usate le milizie del Mek, il fronte d’opposizione interno in Iran). Il servizio segreto estero israeliano è specializzato in certe azioni, e recentemente è stata diffusa la notizia di qualcosa di simile avvenuto sempre a Teheran, ma ai danni del numero due di al Qaeda, un egiziano assassinato mentre viaggiava con la figlia tra le strade della capitale iraniana.

“Oggi i terroristi hanno ucciso un eminente scienziato iraniano. Questa codardia, con serie indicazioni del ruolo israeliano, dimostra un disperato atto guerrafondaio. L’Iran chiede alla comunità internazionale, e in particolare all’UE, di porre fine ai loro vergognosi doppi standard e di condannare questo atto di terrore di stato”, ha twittato il ministro degli Esteri iraniano,Javad Zarif, confermando ipotesi più che logiche.

La squadra che il 7 agosto ha ucciso il qaedista è rimasta sul posto e ha portato a termine un’altra missione? Impossibile da dire, Israele non confermerà certe operazioni: “quello che è certo è che fare l’ingegnere nucleare in Iran è un lavoro rischioso”, chiosa ironica una fonte israeliana commentando a caldo i fatti, in forma discreta, con Formiche.net. Val la pena ricordare anche che questa estate l’Iran è stato vittima di una serie di strane esplosioni e incidenti all’interno di installazioni militari e siti nucleari.

Sabotaggi, secondo governo e Pasdaran, che con l’uccisione di Fakhrizadeh dimostrano un’ulteriore vulnerabilità interna mentre promettono vendetta per protezione propagandistica. Gli apparati clandestini si stanno muovendo. L’uccisione dell’ingegnere arriva in un momento particolarmente delicato, la transizione statunitense, e in mezzo ai contatti tra nemici arabi dell’Iran e Israele. Il presidente statunitense uscente, Donald Trump, ha twittato informazioni sulla notizia dell’uccisione.

 

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