In queste ore si torna a parlare di chiusure, di zone rosse, di lockdown mirati. La scuola in Italia, si ritrova a fare i conti con lo spettro della DAD. Un incubo per i docenti, le famiglie e gli studenti.
In Italia si pensa che la chiusura delle scuole abbia, nei confronti del covid, lo stesso effetto del vaccino. Siamo sicuri che sia proprio la curva dei contagi a chiederci di scegliere quale dei due diritti sacrificare tra Salute e Sicurezza?
Due diritti messi allo scontro eppure non solo l’uno non è l’opposto dell’altro ma vanno tenuti insieme perché non di solo covid si muore. E’ sempre l’osservazione della realtà a suggerirci le soluzioni.
Proviamoci
Analizzando l’impatto del Covid sul diritto all’Istruzione in Italia e nel resto d’Europa si evince che il Covid conferma che lo scenario del sistema scolastico europeo è differente rispetto a quello Italiano. E la differenza si gioca sull’equità. Basti pensare alla Francia: paese che della laicità fa un vanto nazionale, riconosce la libertà di scelta educativa alla famiglia e, in tempi di Covid, chiude tutto, ma lascia aperte le scuole.
Con il 4 Dpcm di questa notte (04/11/2020) il dado è tratto, non si torna indietro possiamo solo porre le premesse perché la Scuola 2021 riparta per tutti.
In alternativa lo scenario dal 2021 sarà esattamente quello del 2020: la scuola ripartirà solo per alcuni privilegiati che avranno in mano le sorti della nazione. Quindi il diritto all’istruzione sarà inteso come un lusso, una cosa da ricchi, come lo è stato per secoli, con una piccola variante: il figlio “di chi può” a scuola, presso collegi prestigiosi, e poi sulle ali della grande finanza; il figlio del povero – oggi – nelle grinfie della criminalità organizzata o distrutto dalla droga
Con l’ausilio di queste slides partendo dall’analisi dell’impatto del covid sul diritto all’istruzione in Italia e in Europa cerco di spiegare le ragioni che ci impongono di non perdere i prossimi mesi per invertire la curva contagi covid e la curva deprivazione culturale SLIDES