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Il trumpismo senza Trump? Si chiama Ivanka (e balla in Florida)

Trump sconfitto, ma il trumpismo no. Ecco perché lo scettro potrebbe passare alla figlia Ivanka. Speculazioni e rapporti (anche in Italia)

Ivanka Trump ha festeggiato i suoi 39 anni lo scorso 30 ottobre tenendo comizi a favore del padre in Michigan e Wisconsin, due Stati chiave nella corsa alla Bianca. Il giorno prima era in Florida, dove i latinos hanno fatto sì che Donald Trump battesse Joe Biden. “Il migliore regalo di compleanno quest’anno è ottenere la rielezione di Donald Trump per altri quattro anni”, ha scritto su Twitter. La secondogenita del presidente uscente e della sua prima moglie, Ivana, è stata per lungo tempo vicepresidente esecutivo della Trump Organization prima di diventare advisor del presidente. Alla Casa Bianca, con lei, c’è anche il marito Jared Kushner, senior advisor del presidente e uno degli architetti degli Accordi di Abramo che hanno portato alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele e Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Sudan: i due consiglieri del presidente si sono sposati nel 2009 con rito ebraico dopo la conversazione di Ivanka (che è anche il primo ebreo della first family).

VERSO IL 2024

Ivanka Trump ha passato la campagna elettorale appena conclusa a fare da ambasciatrice del padre. Tanto che il gossip d’oltreoceano non esclude che possa tentare nei prossimi anni la corsa per il Senato, magari in Florida. Molto si specula in queste ore sulla possibilità che il presidente uscente si ricandidi nel 2024: un’ipotesi che difficilmente troverebbe il sostegno necessario in un Partito repubblicano che ha iniziato a prendere le distanze da lui. Senza dimenticare un dettaglio: un presidente uscente sconfitto difficilmente verrebbe percepito dagli elettori come una scelta vincente e con slancio per il futuro. Piuttosto, la sua eredità potrebbe essere raccolta da uno dei figli, da Ivanka e/o dal primogenito Donald Trump Jr, che potrebbero puntare a entrare al Congresso per conquistare dalll’interno il Partito repubblicano (e non più da outisider come fatto dal padre cinque anni fa).

IL TRUMPISMO CHE RIMANE

Trump è sconfitto. Ma il trumpismo sembra destinato a rimanere un elemento del Partito repubblicano e del suo elettorato in futuro. Così, potrebbero essere figure apprezzate dall’establishment repubblicano ma anche in grado di raccogliere consensi “trumpiani” (avendo partecipato a questi quattro anni tra Congresso e amministrazione) quelle destinate a giocarsi la nomination repubblicana tra quattro anni. In questo caso i nomi sarebbero diversi: dai senatori Tom Cotton, Josh Hawley, Marco Rubio e Rick Scott (forti questi ultimi due del successo nella loro Florida) fino al segretario di Stato Mike Pompeo e all’ex ambasciatore alle Nazioni Unite Nikki Haley. Senza dimenticare il vicepresidente Mike Pence.

IL VIAGGIO IN ITALIA

Intanto c’è da scommettere che la famiglia Trump passerà i prossimi anni, come ogni ex famiglia presidenziale, a girare il mondo e stringere mani. Nel viaggio italiano del 2017, Ivanka era apparsa il membro della first family più apprezzata dal mondo cattolico. Tre anni fa aveva incontrato papa Francesco, poi si era recata a Trastevere per incontrare la Comunità di Sant’Egidio (una visita presente anche nel recente passaggio a Roma del segretario di Stato Pompeo). La figlia del presidente Trump era stata ricevuta dal fondatore dell’organizzazione, Andrea Riccardi e si era detta “grata” per l’opportunità di conoscere le iniziative dell’organizzazione e le storie di alcune vittime del traffico di essere umani.


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