Il regime socialista sarebbe in trattative con le banche locali per avviare un processo di dollarizzazione (già effettivo sull’economia venezuelana). L’anticipazione di Bloomberg
Nicolás Maduro è con l’acqua alla gola. I conti in rosso del Venezuela spingono il regime ad un’alternativa poco socialista: la dollarizzazione formale dell’economia del Paese sudamericano. Anche se chi fa la spesa o percepisce uno stipendio informale in Venezuela deve già fare i conti con la moneta straniera, il governo venezuelano pensa solo adesso ad adottare il dollaro in maniera ufficiale.
Secondo il sito Bloomberg, funzionari della Banca Centrale del Venezuela hanno convocato rappresentanti delle banche locali e altre istituzioni finanziarie locali per discutere un piano che potrebbe portare ad un sistema di compenso e liquidità in dollari americani a partire dal 2021.
Con questa misura diventerebbero formali le transazioni in dollari nel sistema bancario venezuelano. Ugualmente, questo adeguamento permetterebbe alle banche del Venezuela offrire prestiti in dollari, per spingere il mercato di prestiti bancari, oggi completamente moribondo. In questo caso, la moneta locale, il Bolívar, co-esisterebbe nel sistema bancario insieme alla moneta americana.
Nonostante la demonizzazione del capitalismo e degli Stati Uniti, l’anno scorso Nicolás Maduro ha ammesso pubblicamente che la dollarizzazione potrebbe essere una soluzione per fermare l’iperinflazione e sollevare il Venezuela dalla crisi economica.
“Almeno cinque banche private – si legge su Bloomberg – si sono riunite con funzionari della banca centrale nelle ultime settimane. Molte banche del Venezuela già offrono servizi a clienti con dollari, ma si limitano a bonifici in contanti, prelievi e pagamenti tra conti della stessa banca”. Il mese scorso, ricorda il sito, il governo vietò prestiti senza il controllo statale.
In Venezuela l’inflazione è di circa 5400% all’anno. Per i venezuelani la dollarizzazione formale dell’economia cambierebbe poco la realtà quotidiana. “Frequentemente dipendono da reti di pagamenti digitali come Zelle, a causa della mancanza di liquidità – precisa Bloomberg -. Più del 60% delle transazioni commerciali si realizzano in moneta straniera, secondo la firma locale di analisi finanziaria Ecoanalitica”.
