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Tank, elicotteri e satelliti. I programmi della Difesa tornano in Parlamento

Tre schemi di decreto ministeriale sono stati assegnati alle commissioni competenti di Camera e Senato. La loro presentazione da parte del governo risale a inizio novembre, nel pieno della seconda ondata da Covid, ma i programmi sono attesi da tempo da Forze armate e comparto industriale: satelliti, carri pesanti ed elicotteri

Tornano in Parlamento i programmi della Difesa. Dopo le audizioni dei vertici militari e la presentazione del Documento programmatico pluriennale 2020-2022, le Commissioni di Senato e Camera inizieranno in settimana i lavori su tre schemi di decreto ministeriale presentati da Lorenzo Guerini per un valore di 1,6 miliardi (spalmati in diversi anni). Le commissioni presiedute dall’ex ministro Pd Roberta Pinotti e dal pentastellato Gianluca Rizzo hanno quaranta giorni per esprimere il necessario parere. Si tratta in ogni caso di programmi annunciati da tempo (alcuni da anni), richiesti delle Forze armate e attesi da un comparto che auspica con forza certezza programmatica.

I BLINDO CENTAURO

Il programma più corposo riguarda la versione due del Blindo Centauro, aggiornamento (e potenziamento) dell’antitank ruotato 8×8 nel mondo. L’esigenza operativa dell’Esercito è di 150 macchine, considerate il minimo per affrontare scenari operativi di crescente complessità. Sono realizzate dal consorzio Cio (paritetico tra Leonardo e Iveco Defence Vehicles). Lo schema di decreto inviato alle Commissioni parlamentari si riferisce alla seconda fase del programma dopo quella approvata nel 2016 per 50 macchine (e 530 milioni). Eppure, di quella stessa prima fase il contratto siglato (nel 2018) ha coperto solo dieci macchine; per le restanti quaranta, seppur approvate, “non si è concretizzato il reperimento delle necessarie risorse finanziari” (situazione simile per molti altri programmi: approvati, con copertura, ma senza risorse effettivamente stanziate). E così, la seconda fase prevede ora 100 nuovi veicoli e l’adeguamento di costo delle 40 che restano della prima fase, per cui si sono introdotti miglioramenti tecnologici.

LA COPERTURA

In tutto, la seconda fase vale 1,47 miliardi di euro, di cui al momento 789 coperti dal Mise (da aggiungere ai 371 stanziati per la fase 1). Tale copertura dello sviluppo economico consentirà l’approvvigionamento di 63 Nuova Blindo Centauro “completi di supporto logistico”. Serviranno poi ulteriori 681 milioni per le tranche successive (55 macchine), così da permettere la piena operatività di tutti i reggimenti di cavalleria dell’Esercito. Nonostante i volumi importanti in termine di numero di macchine, rimane evidente l’eccessiva diluizione nel tempo del programma. Gli stanziamenti del Mise previsti nel nuovo schema ministeriale si riferiscono al periodo 2023-2030.

NUOVI ELICOTTERI

Il secondo schema al vaglio delle Commissioni parlamentari riguarda il nuovo elicottero da ricognizione e scorta (Nees), anch’esso nel ventaglio di programmi attesi dall’Esercito. Pure in questo caso si tratta di una seconda fase dopo la prima avviata nel 2016 (per 487 milioni). La fase 2 (680 milioni dal Mise) dovrà completare progettazione e qualifica, adeguare tecnologicamente alla configurazione finale le tre macchine pre-serie ordinate con la fase 1, e portare alla consegna di altri quattro elicotteri (“con supporto logistico integrato”), insieme all’avvio dei corsi di formazione per il personale. Per le tranche successive serviranno “dedicati interventi di rifinanziamento”.

REQUISITI “IRRINUNCIABILI”

Nel complesso, come emerge dal Dpp, al momento il programma Nees prevede lo sviluppo e l’acquisizione fino a 48 macchine. Come da requisito della Forza armata, dovranno essere caratterizzato “da maggiori prestazioni in termini di sopravvivenza, capacità d’ingaggio, connettività digitalizzata, autonomia e proiettabilità”. Il requisito di supporto alle unità di terra è definito “irrinunciabile” nei moderni scenari operativi, immaginati sempre più densi (urbani) e complessi. L’obiettivo è dunque sostituire gli AW-129 affetti da “crescente obsolescenza” e ormai giunti a fine vita operativa. Dei 48 elicotteri attualmente in dotazione all’Esercito 32 sono “stati sottoposti ad aggiornamenti”; gli altri 16 “vengono utilizzati esclusivamente in attività addestrative”. Evidente il ritardo di sostituzione, tra le “problematiche” evidenziate in recente audizione dal campo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli.

SATELLITI…

“Tempi ristretti” anche per il terzo programma oggetto di schema di decreto ministeriale: un nuovo satellite per telecomunicazioni governative sicure, Sicral 3. È l’acronimo di “sistema italiano per comunicazioni riservate ed allarme”. Con tre satelliti in orbita e un avanzato segmento di terra, assicura le comunicazioni militari e le reti della Difesa, funzioni fondamentali non solo per le attività nei teatri operativi, ma anche in quelle di sicurezza pubblica, emergenza civile e gestione delle infrastrutture strategiche. Finora il programma si è sviluppato in tre fasi per il lancio di altrettanti satelliti: Sicral 1 (nel 2001), Sicral 1B (nel 2009) e Sicral 2 (nel 2015). Quest’ultimo satellite, collocato in orbita geostazionaria, è stato sviluppato nell’ambito della cooperazione con la Francia, al fine di potenziare le capacità di comunicazioni satellitari militari già offerte dai suoi predecessori italiani e dal collega transalpino Syracuse.

…E DIFESA SPAZIALE

Sicral 1B arriverà a fine vita operativa nel 2022. “Onde evitare soluzioni di continuità o gap capacitivi”, la Difesa ha già lanciato nel 2018 studi di fattibilità di Sicral 3, entrato ora tra le priorità a tutti gli effetti del dicastero. D’altra parte, per garantire continuità al sistema servono “un minimo di due assetti SatCom in orbita”. Lo schema in Parlamento vale 199 milioni di euro per la prima tranche: consolidamento del design del sistema e lo sviluppo dei “sottosistemi premianti per la Difesa (tra cui alta frequenza e capacità anti-jamming). I primi 25 milioni sono previsti per il prossimo anno (da fondi Mise), seguiti da 50 nel 2022 e i restanti nei due anni successivi. Il sistema, spiega la Difesa, rappresenta “una chiara opportunità per il sistema-Paese di sviluppare ed esportare soluzioni competitive”. Al momento il programma ha connotazione nazionale, ma non si esclude possibilità di ospitare a bordo payload di partner o alleati.

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