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Niente lotta alle mafie senza principi Ue di legalità

Di Alessandro Butticé e Pierpaolo Rossi

I miliardi di euro che arriveranno in Italia dall’Ue implicheranno la tutela delle spese da frodi, sprechi e abusi. L’Italia ha il dovere di prepararsi alla difesa dello stato di diritto. Chi non lo comprenderà, non dovrà più osare parlare dei Casamonica, né dovrà dire di farlo nell’interesse dei cittadini. Il commento personale di Alessandro Butticé e Pierpaolo Rossi, generali della Guardia di Finanza in congedo

Il 10 novembre, i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo di base sull’attuazione della proposta della Commissione relativa al prossimo bilancio pluriennale e al pacchetto Next Generation Eu. L’accordo dovrà ora essere trasposto nei previsti strumenti normativi dai leader degli Stati membri nel Consiglio europeo e dal Parlamento in qualità di legislatori. Gli strumenti normativi comprendono il regolamento relativo piano finanziario multi-annuale per il 2021-2027 (Mff). Seguirà la fase di approvazione definitiva che passa attraverso ratifica dei parlamenti nazionali.

16 miliardi di euro, quindi, che si aggiungono allo storico accordo del 21 luglio scorso di 1,809 trilioni di euro per il Mff comprendenti un Fondo temporaneo per la ripresa, Next Generation Eu di 750 miliardi di euro, per rafforzare i programmi faro dell’Ue, tra cui Erasmus, Horizon Europe e Eu4Health. Il totale del pacchetto ammonta a 1,824 trilioni di euro nel periodo. Il più grande mai finanziato nella storia dell’Unione.

Un accordo che prevede però, e sarebbe ingenuo o incosciente non pensarci, l’inserimento di un meccanismo sulla tutela delle spese e delle risorse proprie dell’Unione azionabile dalla Commissione su decisione a maggioranza del Consiglio in caso di carenze generalizzate riguardanti l’osservanza dello Stato di diritto negli Stati membri, comunemente denominato “rispetto dello stato di diritto”. Perché a una così grande dotazione finanziaria deve necessariamente accompagnarsi la responsabilità del debito: al potere di spesa corrisponde la responsabilità del rimborso, verrebbe da dire, parafrasando Ben Parker, lo zio di Spiderman.

In questo si inserisce la proposta della Commissione di utilizzare il meccanismo del rispetto dello stato di diritto come condizionalità aggiuntiva da rispettare nella spesa degli stanziamenti del Fondo per la Ripresa. Che si fonda sull’articolo 322, paragrafo 1, lettera a del Trattato Ue e rientra pertanto nelle competenze dell’Unione. Che significa che la Commissione ha la possibilità di proporre al Consiglio misure adeguate, tra cui la sospensione e la riduzione dei finanziamenti concessi agli Stati membri, per tutelare gli interessi finanziari dell’Unione dal rischio di perdite finanziarie causate da carenze generalizzate riguardanti il rispetto dei principi dello stato di diritto. Da cosa deriverebbe questo rischio? Il nesso si trova nel fatto che l’attuazione nazionale dei programmi di spesa non potrà essere efficace se non sostenuta da un’effettiva esecuzione dei controlli e delle verifiche necessarie ad assicurare il rispetto puntuale della legge, nonché la concreta messa in opera dei mezzi di ricorso a livello amministrativo e giudiziario in caso di irregolarità.

Per assolvere agli impegni che saranno presi dai governi nazionali quando faranno appello alle risorse stanziate dal Fondo di Ripresa, questi, nel rispetto del principio di leale collaborazione, dovranno mettere in atto sistemi di controllo efficaci e le altre misure atte a garantire il rispetto dello stato di diritto. Si tratta di obbligazioni di mezzi non di risultato che i governi nazionali dovranno prendere al momento di accettare i finanziamenti dell’Unione, in quanto nessuno stato membro potrà essere penalizzato per essere stato vittima di aggressioni fraudolenta da parte delle organizzazioni criminali. Il meccanismo tuttavia servirà da sprone agli stati per assicurare il controllo accorto delle risorse a disposizione, l’efficienza e la tempistica della spesa e dei meccanismi di controllo e di risoluzione delle eventuali controversie. Il meccanismo tende infatti ad accrescere la tutela contro le eventuali prassi, omissioni o misure delle autorità pubbliche che ledono lo stato di diritto e compromettono o rischiano di comprometterne la capacità dei governi di assolvere i propri obblighi di bilancio.

È ORA DI PREPARARSI ALLA SPESA DI QUESTI FONDI

Come prepararsi ad attuare un meccanismo come lo stato di diritto che sanziona i governi quando non sono in grado di attuare sistemi coerenti di spesa e controllo? Per comprendere bene, costituiscono carenze generalizzate dello stato di diritto quelle che rischiano di compromettere la sana gestione finanziaria delle risorse dell’Unione come:

• il funzionamento parziale ed inefficace delle autorità nazionali incaricate delle procedure di concessione delle sovvenzioni o di aggiudicazione degli appalti;
• il malfunzionamento dei servizi d’indagine e di controllo compresi quelli responsabili per l’esercizio dell’azione penale per la repressione delle frodi e della corruzione;
• il malfunzionamento sistemico dell’attività di controllo giurisdizionale dei servizi di spesa e d’indagine;
• il malfunzionamento delle funzioni di prevenzione e repressione delle frodi;
• il malfunzionamento delle attività di recupero delle somme indebitamente spese.

Il meccanismo di rispetto dello stato di diritto, occorre sottolinearlo, ha poi il vantaggio di salvaguardare i singoli beneficiari dei programmi di spesa i quali non fanno oggetto di recupero di somme spese in spregio delle regole dello stato di diritto. Le misure previste dal meccanismo per tali violazioni sono la sospensione cautelare e la riduzione definitiva degli stanziamenti. Queste misure sono prese successivamente all’accertamento del mancato rispetto dei principi dello stato di diritto da parte del governo interessato e si traducono in correzioni finanziarie a carico dei bilanci degli stati inadempienti, e non dei singoli beneficiari dei finanziamenti che non hanno responsabilità delle inefficienze pubbliche.

Le correzioni finanziarie Il meccanismo delle correzioni finanziarie è ben collaudato in materia di recupero dei fondi agricoli europei affidati in gestione agli Stati membri (cd. Gestione condivisa). Questo si avvale di presunzioni semplici per le quali, alla constatazione da parte degli ispettori della Commissione incaricati di controlli sul posto di insufficienze nelle attività di gestione e controllo delle spese effettuate, conseguono riduzioni forfettarie a carico dello Stato responsabile proporzionate alla gravità delle carenze constatate pari al 5%, 10%, 25% della categoria di spese direttamente interessate all’insufficienza. La legittimità delle presunzioni che sono alla base delle correzioni finanziarie a carico dei bilanci nazionali è stata confermata da numerose sentenze della Corte di Giustizia. Già adesso, l’Italia annualmente perde centinaia di milioni per effetto di queste riduzioni limitatamente alle spese agricole affidatele in gestione condivisa. Occorrerebbe che il governo facesse una mappatura delle inefficienze che sono emerse nell’esperienza di gestione fatta relativamente alle spese agricole per individuare gli standard da migliorare ed estenderli alla gestione delle nuove risorse.

COSA DEVE FARE L’ITALIA?

Il rigoroso rispetto del meccanismo dello stato di diritto in Italia è questione di assoluto interesse nazionale. Permetterà infatti al governo di non subire la doppia penalizzazione derivante dallo spreco delle risorse a dal successivo recupero finanziario a carico del bilancio, conseguente al possibile accertamento di carenze generalizzate. Occorre dunque prepararsi con molta serietà.

L’Italia gode di un eccellente apparato investigativo e di controllo con tre forze di polizia, tra le quali primeggia la Guardia di Finanza per la tutela degli interessi finanziari nazionali e dell’Unione. Quest’ultima costituisce un fiore all’occhiello italiano in Europa e nel mondo, senza eguali in altri Paesi e che l’Italia potrà sicuramente mettere sul piatto della bilancia. Anche per controbilanciare altre lacune e criticità nostrane. Vi sono poi numerose agenzie indipendenti per il controllo dei mercati e delle attività economiche e finanziarie. Il sistema sanzionatorio in termini di previsione di fattispecie criminose o irregolarità sanzionabili è altresì all’avanguardia, e sicuramente molto avanzato. Se non altro per la presenza di sanzioni specifiche per aspetti organizzati della criminalità, e per l’esistenza di misure di prevenzione. Ma anche per la gravità delle pene e delle misure di sicurezza comminabili

Urgenti riforme sono tuttavia urgenti e non più rinviabili nei settori dell’amministrazione-gestione delle spese e nel settore giudiziario. In quest’ultimo caso, la lunghezza dei procedimenti, la loro farraginosità ed il distacco evidente dagli standard dello stato di diritto (si pensi alla mancanza di professionalità del processo tributario o all’arbitrio giudiziario nell’esercizio dell’azione o la sospensione della prescrizione nel processo penale) candidano l’Italia al rischio di misure correttive maggiori per carenze generalizzate.

Il meccanismo del rispetto dello stato di diritto è infatti rivolto ai governi nazionali ed è teso a rafforzarne l’efficacia operativa, la capacità di spesa e la sovranità gestionale. E sarebbe disonesto discutere, invocando qualunque sovranismo, dopo aver beneficiato della solidarietà europea. Che significa il portafoglio dei cittadini di Paesi che spesso stanno messi peggio di altri. Ragione per la quale appaiono inaccettabili i veti minacciati dall’Ungheria e dalla Polonia, dalle quali l’Italia dovrebbe prendere distanza, a difesa della loro sovranità, se non per una malcelata volontà di spendere soldi (altrui) in modo arbitrario e clientelistico. È vero che i governi dovranno sottoporsi ad un controllo sovranazionale che potrà penalizzare alcune scelte demagogiche e populiste. Ma quale occasione migliore per rafforzare l’efficienza adottando i migliori standard europei e le pratiche più performanti a livello europeo? Il meccanismo consentirà di aumentare la fiducia reciproca tra istituzioni ed amministrazioni nazionali ed europee, accrescendo la responsabilità ed il controllo democratico degli esecutivi europei, in nome di quella tanto richiesta, ed ottenuta, solidarietà europea. Quale migliore alternativa potrebbe esserci per il nostro Paese, finita la propaganda alla pancia dei cittadini che ora hanno bisogno di riempirla quella pancia?

In una recente intervista al Sole 24 Ore il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, aveva giustamente avvertito che “i fondi europei in arrivo sono una occasione storica e siamo ad una vera svolta, di cui dev’essere consapevole l’intero Paese. Ma è altrettanto vero che il rischio d’infiltrazioni della criminalità economica è grande”. Zafarana sta già adeguando l’attività ordinaria delle Fiamme Gialle a misure straordinarie. Perché è ben consapevole che il rispetto della legalità è irrinunciabile.

È per questo che va detto forte e chiaro che rifiutare i vincoli europei o osteggiare i controlli non è nell’interesse nazionale. Occorre invece prepararsi per questo. Con una seria riflessione non soltanto sul fronte dei programmi di spesa, ma anche su come razionalizzare e coordinare l’azione delle forze di polizia nel controllo delle spese connesse con l’attuazione degli investimenti connessi al Fondo per la Ripresa. Senza scordare la indispensabile riforma dei sistemi giudiziari: penale, civile e amministrativo.

Rinunciare alla legalità, in un Paese dove in molte sue parti governa da troppo tempo l’illegalità, equivale a rinnegare le nostre opportunità di riscatto e progresso economico e sociale. Vuol dire buttare nel cestino valori condivisi che sono alla base delle nostre società. Che fanno parte della nostra identità comune di europei. A difesa dei cittadini dalla legge del più forte e a garanzia dei diritti e delle libertà dei singoli in una difficile congiuntura come quella che ci attende nella ripresa.

A chi non comprenderà questa semplice verità, non dovrà essere più permesso di parlare nelle loro propagande elettorale di lotta alle mafie dei vari Casamonica nostrani, né di parlare a nome dei cittadini. Perché i cittadini hanno bisogno, prima di tutto, di legalità.

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