Questo è un commento pubblicato sui social del governatore della Liguria Giovanni Toti. Si tratta della quinta essenza del cinismo.
L’idea che sta dietro questo commento, però, è assai diffusa in ogni ambito dell’esistente. Si tratta dell’estremizzazione del “rapporto costo-beneficio”, la ragione senza il sentimento. Sì, perché da un punto di vista logico, per chi condivide questa visione economicistica dell’esistente, è assolutamente lineare e comprensibile.
I “liberali”, ai quali Toti vorrebbe richiamarsi, dovrebbero avvertire un moto di orrore. Poiché niente c’è di quella cultura in quell’affermazione. Mi sforzo di immaginare Adam Smith, filosofo morale, davanti a un simile pronunciamento. Per questo, da tempo, si parla di neoliberisti.
Questa deviazione razionalistica, economicistica e cinica dell’esistente interpreta le persone come “oggetti”. Per cui, sono viste sempre e solo in funzione dell’utilità che essi possono avere per il raggiungimento di un determinato scopo. Se non sono utili sono quindi semplicemente “inutili” e se sono “inutili” sono un costo. Per questo vi invito a leggere con attenzione quella frasetta del tweet, che cito ora qua
“(…) persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del paese che vanno però tutelate (…)”
Vite di scarto, per citare il sociologo polacco Bauman. E se sei uno scarto, perché sei inabile al lavoro, perché sei vecchio e/o hai una pensione (poco conta che tu abbia lavorato 40 anni spaccandoti la schiena, e che tu te la sia di fatto pagata quella pensione), perché sei malato, l’unica opzione che resta è lo “smaltimento”. Dopotutto, quel “che vanno però tutelati”, suona alla fine dei conti di una profonda ipocrisia.
Questa affermazione di Toti potrebbe serenamente essere derubricata a un tweet imbecille scritto da un soggetto che non meriterebbe nemmeno un secondo di attenzione. Purtroppo per noi, il soggetto è un Presidente di Regione, esponente storico di un movimento politico che ha governato questo Paese per 15 anni circa e che ha influenzato (in peggio) la cultura politica del paese e soprattutto ne ha corrotto l’etica. Un approccio per altro anticristiano. Il che è interessante per chi si richiama sempre ai “valori” del cristianesimo. Un richiamo che fanno senza averne mai compreso però il senso.
Si tratta del riassunto perfetto dell’ideologia dominante di una certa classe dirigente. Che spiega bene il perché dello sbandamento complessivo della politica e della società italiana degli ultimi 20 anni almeno. E delle reazioni “populiste” degli ultimi 10 anni e del loro successo. Toti non esprime nulla di nuovo, anzi, si tratta di un pensiero vecchio, che si fonda sul un’idea estremizzata però del pragmatismo e l’utilitarismo, sulla deumanizzazione delle persone, che sono ridotte ad oggetto e che è dunque riassumibile con questa considerazione: puro cinismo.
Quindi, che muoiano pure i vecchi, gli inabili e i malati, per Toti sarebbe, evidentemente, solo un modo per correggere in positivo la bilancia economica del paese.