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Cosa succede ora che Trump ha fallito anche il blitz nel Michigan

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I legislatori repubblicani del Michigan resistono alle pressioni di Trump e annunciano l’impegno a onorare il risultato del voto che ha visto vincitore Biden. Per The Donald le speranze di rovesciare il giudizio delle urne sono ridotte al lumicino

Dopo un incontro alla Casa Bianca con Donald Trump, i legislatori repubblicani del Michigan dicono no al magnate presidente uscito sconfitto dalle elezioni del 3 novembre: in una nota, s’impegnano a onorare il risultato del voto nello Stato, che ha visto vincitore il presidente eletto Joe Biden.

La nota dice: “Non abbiamo avuto nessuna informazione in grado di cambiare il risultato elettorale. Seguiremo la legge e le normali procedure: il processo di certificazione dev’essere scevro da minacce e intimidazioni”. Le accuse di presunte frodi vanno prese sul serio, esaminate e, se ci sono prove, portate in tribunale. “Il candidato che ottiene il maggior numero di suffragi vince le elezioni e i 16 grandi elettori del Michigan. Queste sono verità semplici”.

I legislatori repubblicani dello Stato vinto da Trump nel 2016 e perso quest’anno erano stati invitati, se non convocati, alla Casa Bianca dallo stesso Trump. La certificazione del risultato del Michigan è prevista lunedì, il 24 novembre, mentre ieri c’è stata quella della Georgia, vinta da Biden anche dopo il riconteggio delle schede.

Il no dei legislatori repubblicani del Michigan, dopo la raffica di sconfitte nelle corti giudiziarie, allontana la prospettiva che il magnate presidente riesca a rovesciare l’esito del voto per vie legali.

Anche il senatore repubblicano Mitt Romney, dichiaratamente anti Trump, aveva criticato la mossa di mettere sotto pressione i legislatori del Michigan per capovolgere il risultato elettorale. “Senza presentare alcuna prova di brogli diffusi, il presidente cerca… di sovvertire la volontà degli elettori… È difficile immaginare un’azione peggiore e più antidemocratica…”.

Trump, che ha ieri partecipati al vertice dell’Apec virtuale, sarà oggi e domani al G20 virtuale organizzato dall’Arabia Saudita. Nella riunione dell’organizzazione che dal 1989 vuole favorire cooperazione economica e libero scambio nel Pacifico, il presidente uscente degli Stati Uniti era l’unico a non avere sullo sfondo il logo dell’Apec.

Intorno a Trump, torna a manifestarsi il contagio da coronavirus: Donald Trump Jr, figlio maggiore, è positivo e in isolamento per quanto asintomatico. In estate, la sua fidanzata Kimberly Guilfoyle era risultata positiva. Anche Rudy Giuliani, il legale personale del magnate, artefice delle strategie per rovesciare il risultato elettorale, è in isolamento dopo che suo figlio Andrew Giuliani è risultato positivo.

Nell’Unione, l’epidemia continua a essere virulenta: alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, i dati della John’s Hopkins University certificavano quasi 11.911.000 contagi e oltre 254.400 decessi.

Nelle more della transizione, tuttora bloccata da Trump e dai suoi fedelissimi, il presidente eletto chiede donazioni ai suoi sostenitori, in modo da ovviare all’indisponibilità dei fondi federali previsti. Biden, dopo il segretario al Tesoro, avrebbe già scelto il segretario di Stato, ma né l’uno né l’altro sono stati resi pubblici. Secondo indiscrezione, il segretario di Stato non sarebbe Susan Rice, l’ex ambasciatrice degli Usa all’Onu ed ex consigliere alla Sicurezza nazionale di Barack Obama, perché i repubblicani del Senato le sono ostili.

Ieri, Biden, che ha festeggiato il 78° compleanno, a due mesi esatti dal suo insediamento, ha ricevuto la speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dei democratici in Senato Chuck Schumer.


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