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Una rivoluzione sostenibile tra musica e impresa. Le parole di Enea Roveda CEO di LifeGate

Enea Roveda

Intervista a Enea Roveda, CEO di LifeGate, punto di riferimento della sostenibilità con una community di oltre 5 milioni di persone interessate e appassionate ai temi legati alla sostenibilità. LifeGate nasce nel 2000 dall’esperienza maturata dalla famiglia Roveda negli anni Ottanta con Fattoria Scaldasole, la prima azienda a entrare nella grande distribuzione con un prodotto biologico. In occasione del ventennale, LifeGate ha lanciato una campagna di equity crowdfunding per finanziare diversi progetti tra cui LifeGate Way, il primo ecosistema dedicato alle startup sustainable native.

La crisi economica e sanitaria che stiamo vivendo sta mettendo a dura prova il comparto dell’entertainment. Quale futuro vedi per questo settore?

Credo che questo momento drammatico che ci sta obbligando a fermarci come individui e come paese ci aiuterà a farci ripartire con una nuova consapevolezza. Stiamo attraversando una grave crisi sanitaria, economica, sociale e ambientale, che ormai ha reso chiaro a tutti come non sia più possibile continuare il percorso intrapreso. Tutto sarà di rivedere e da ripensare, anche nel comparto dell’entertainment. Lo streaming diventerà probabilmente una nuova modalità di fruizione, anche la tecnologia verrà sfruttata di più e sarà premiata la creatività.

Ci sono tantissime band che già prima della pandemia faticavano a trovare spazi per esibirsi nei live. Oggi molti locali anche storici stanno chiudendo i battenti perché non hanno retto le conseguenze economiche delle restrizioni. Ritieni che il digitale possa essere una soluzione di aggregazione in cui ci rifugeremo ancora di più oppure questo cambio di paradigma obbligato ci porterà in futuro ad una maggiore voglia di stare insieme e di andare ai live?

Certamente non vediamo l’ora di tornare a un concerto, a un festival, di assistere all’esibizione dei nostri artisti preferiti seduti su un prato e circondati dagli amici, ma in questo momento il digitale può diventare una forma alternativa di aggregazione che non andrà a sostituire i live nel futuro. Un domani le due modalità potranno convivere e le persone potranno scegliere il tipo di fruizione a seconda delle proprie esigenze.

LifeGate è legata ai temi dell’economia circolare e della sostenibilità. Vediamo crescere una maggiore consapevolezza nelle persone sul tema della sostenibilità. Tuttavia, la questione dell’esaurimento delle risorse è un problema di carattere mondiale ma non tutti i Paesi sono attenti al tema. Come possiamo risolvere questo mismatch di prospettive per rendere globale lo sforzo?

Secondo il nostro Osservatorio, che dal 2015 fotografa percezione e abitudini legati alla sostenibilità, si è passati dal 43% dei cittadini che riteneva che la sostenibilità andasse promossa e messa in pratica, e nel 2020 al 72%. L’ultima edizione, il “6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile”, mostra come l’argomento stia a cuore a 36 milioni di italiani. La sostenibilità è anche il pilastro dell’impegno intrapreso dall’Unione Europea già a gennaio 2020 con il Green Deal europeo, programma che ha l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050

Oltre la transizione, l’obiettivo è promuovere la competitività dell’industria europea cambiando il paradigma verso il green trasformando le sfide climatiche e ambientali in opportunità in tutti i settori economici e negli stili di vita dei cittadini. Dopo il Covid 19 il Green Deal e il Next Generation EU saranno l’ossigeno della ripresa.

Nella storia, ogni volta che è scoppiata una pandemia è cambiato l’approccio della politica, delle istituzioni, dell’economia, delle persone.

Tutti questi fattori ci fanno ben sperare in un futuro migliore più green e sostenibile.

Il sistema capitalistico sta mostrando tutti i suoi limiti, con la produzione massiva, i danni all’ecosistema e la concentrazione della ricchezza risorse globali in poche mani. Ogni crisi è anche una crisi di ripensamento dei sistemi e modelli seguiti, c’è spazio oggi per un nuovo concetto di economia?  

Non solo c’è spazio, ma un nuovo paradigma è indispensabile perché il sistema di oggi è insostenibile. Già il 25 settembre 2015 i 193 Paesi dell’ONU si sono riuniti alle Nazioni Unite a New York per la celebrazione del 70° anniversario dell’ONU e in questa circostanza hanno riconosciuto l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e si sono impegnati a salvare il mondo con una direzione nuova, sottoscrivendo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile con 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030. Dei passi sono stati fatti.

Oggi ci sono le risorse economiche, il capitale umano e le tecnologie, si tratta di avere una visione del futuro con la volontà di cambiare.  Costruire e progettare in modo diverso dove tecnologia e sostenibilità sono integrate nei piani industriali, aziendali e nei piani programmatici dei governi. Ormai l’hanno capito anche le aziende che per essere competitive sul mercato è imprescindibile integrare la sostenibilità nel proprio modello di business. È confermato da tanti economisti e dalla finanza.

Alla domanda: quale futuro? fatta a Larry Fink Chairman di Black Rock, il più grande fondo americano, ha risposto: “La sostenibilità. La pandemia che stiamo vivendo mette in evidenza la fragilità del mondo globalizzato e il valore della sostenibilità. In questo periodo abbiamo visto i portafogli sostenibili fornire una performance più forte rispetto ai portafogli tradizionali. Quando usciremo da questa crisi, e gli investitori riequilibreranno i portafogli, avremo l’opportunità di accelerare verso un mondo più sostenibile”.

Le sfide climatiche e ambientali saranno opportunità di crescita economica e di una migliore qualità di vita. Solo attraverso l’impegno di tutti, la salute del Pianeta e di tuti noi andrà di pari passo e potremo rispondere preparati alle prossime sfide che ci attendono.

 

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