Usa-Cina, con Biden cambierà la retorica ma non la sostanza. Lo spiega Walter Lohman, direttore del Centro studi asiatici della Heritage Foundation, uno dei principali think tank conservatori degli Stati Uniti, intervenendo alla Scuola di formazione web della Fondazione Farefuturo, presieduta dal senatore Adolfo Urso (FdI)
“Ci saranno cambiamenti nello stile, nella retorica. Ma Joe Biden continuerà nella politica assertiva verso la Cina”. Parola di Walter Lohman, direttore del Centro studi asiatici della Heritage Foundation, uno dei principali think tank conservatori degli Stati Uniti, e uno dei massimi esperti americani su Asia e Cina.
Lohman ha tenuto lunedì sera una lezione alla Scuola di formazione web della Fondazione Farefuturo, presieduta dal senatore Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, vicepresidente del Copasir. Nel suo intervento ha messo in fila le ultime due amministrazioni e quella futura. “C’è molta più continuità tra quella di Donald Trump e quella di Barack Obama di quanto si pensi”, ha spiegato facendo riferimento alla spinta di entrambi i presidenti per un disimpegno internazionale degli Stati Uniti. Le divergenze sono emerse, “non per decisione di Trump bensì per una spinta bipartisan del Congresso, da cui dipende la grande rottura, quella sulla Cina”.
Il giudizio di Lohman sulle politiche trumpiane sulla Cina è positivo: “Certamente non è stato un disastro come spesso si è letto sulla stampa, anche su quella europea”. Uno dei passaggi chiave di questa amministrazione, ha spiegato l’esperto, è l’impegno verso Taiwan e nel Pacifico, in particolare gli investimenti militari nella regione. Proprio il bilancio della difesa sarà fonte di “grande incertezza” nelle politiche di Biden: “Molto dipenderà dalla composizione della squadra di governo”, ha spiegato mettendo in guardia dal fatto che ridurre l’impegno potrebbe lasciare nuovi spazi a Pechino.
Ultimo tema affrontato da Lohman è la politica commerciale statunitense per l’Asia. Gli Stati Uniti rischiano di “rimanere senza una politica per molto tempo ancora”. Anche in questo caso, molto dipenderà dalla composizione dell’amministrazione, in particolare da chi sarà il rappresentante per il commercio. Che la guerra di Washington a colpi di dazi su Pechino finirà sembra cosa certa, come ha spiegato il Wall Street Journal. Ma l’esperto teme addirittura che Biden possa mettere a capo di quell’ufficio una figura “troppo di sinistra, più preoccupata dall’ambiente” che dalle sfide geopolitiche. In lizza, stando a Politico.com, ci sono il deputato californiano Jimmy Gomez, membro del Congressional Asian Pacific American Caucus; Nelson Cunningham, presidente e cofondatore di McLarty Associates con un passato nell’amministrazione di Bill Clinton e nel transition team di Obama.