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Usa, così Trump vuole scalare la Corte suprema

Trump

Il presidente Donald Trump è convinto di avere ancora una carta per ribaltare l’esito delle presidenziali: un ricorso respinto dopo l’altro, spera di arrivare alla Corte Suprema. Ma la strada resta tutta in salita. Il punto di Giampiero Gramaglia

Donald Trump non fa in tempo ad annunciare un’iniziativa per ribaltare l’esito delle presidenziali che la mossa diventa un boomerang. E Joe Biden, in attesa di prendere decisioni più importanti, fa sapere che lui e Jill, la moglie, avranno un gatto alla Casa Bianca, oltre ai loro due cani.

Il presidente uscente annuncia ricorso in Pennsylvania contro una sentenza a lui sfavorevole e la Corte Suprema dello Stato, quasi a giro di posta, respinge il tentativo di sospendere la certificazione dei risultati che assegnano la vittoria a Joe Biden; in una contea del Wisconsin chiede di ricontare le schede perché ci sono stati “molti voti illegali” e Biden ne esce con un centinaio di voti in più (era già avanti di circa 20 mila). Tutte operazioni costose: i riconteggi non obbligatori per legge sono a spese del candidato che li chiede.

I margini di contestazione del risultato del 3 novembre si vanno riducendo, anche se resta l’ipotesi, di ricorso respinto in ricorso respinto, di arrivare alla Corte Suprema degli Stati Uniti, dove c’è sì una maggioranza di giudici conservatori – e tre su nove li ha nominati lo stesso Trump, ma dove bisogna presentare un caso solido.

Forse, qualche ulteriore novità uscirà dalla prima intervista di Trump dopo le elezioni presidenziali: nel pomeriggio italiano, il magnate presidente avrà un telefonata dal vivo con Maria Bartiromo, celebre giornalista economica di Fox News, nel programma ‘Sunday Morning Futures’. Trump risponderà alla Bartiromo da Camp David, dove passa in famiglia il fine settimana di Thanksgiving.

Nel futuro prossimo di Melania, la sua fist lady, e dello stesso Trump, potrebbero esserci libri di memorie ben pagati: il memoir di Melania è una esclusiva di Page Six, la rubrica di gossip del ‘New York Post‘. “Melania sta avendo incontri per scrivere un libro di memorie”, hanno confidato fonti anonime al quotidiano di Rupert Murdoch. “E i soldi incassati sarebbero suoi. Una chance di guadagnare qualcosa da sola”.

Il magnate avrebbe incoraggiato la moglie nel progetto che, secondo le fonti, potrebbe portare a un bestseller dal momento che il mercato dei libri su Trump sta andando a gonfie vele, a prescindere se i tomi siano a favore o contro il presidente. Lo stesso Trump, secondo il New York Post, potrebbe strappare un contratto da svariati milioni di dollari per un memoir sul quadriennio alla Casa Bianca una volta finito il mandato.

Nel ponte di Thanksgiving, invece, Joe e Jill Biden avrebbero preso una decisione importante: con loro, alla Casa Bianca, non ci saranno solo i loro due cani Major e Champ, ma anche un gattino. Lo riferisce la Cbs su Twitter. “I Biden ci dicono in esclusiva che presto ai due pastori tedeschi si unirà un gattino”, ha fatto sapere la anchor del programma Sunday Morning, Jane Pauley.

A Biden piacciono gli animali da compagnia, come aveva confidato lui stesso alla Fox in settembre, e già allora aveva detto che meditava di prendere un gattino. Quasi tutti i presidenti degli Stati Uniti hanno avuto “first pets” negli anni della Casa Bianca: facendosi accompagnare da Major e Champ, oltre che dal felino ancora senza nome, i Biden ripristineranno in gennaio una tradizione secolare interrotta nei quattro anni della presidenza di Donald Trump.

Altri presidenti Usa hanno accolto cani e gatti nella “prima casa” degli Stati Uniti: da ultimi, Bill Clinton, la moglie Hillary e la figlia Chelsea arrivarono dall’Arkansas con il gatto Sock a cui affiancarono poi il labrador Buddy, mentre nella Casa Bianca di George W. Bush i piu’ famosi terrier Barney e Miss Beazley fecero ombra alla gattina India “Willie” Bush.

Tra i presidenti “gattari” merita poi una menzione speciale Abraham Lincoln che ne ebbe parecchi, alcuni dei quali randagi, tra cui i celebri gattini Tabby e Dixie, regalo del segretario di stato William Seward, che presero il posto nel suo cuore dopo la decisione di lasciare il cane Fido a Springfield una volta eletto.

Presa la decisione del gatto, la prossima settimana sarà invece decisiva per la composizione dell’Amministrazione Biden: fra molte indiscrezioni e una quasi certezza – Janet yellen al tesoro -,si attende la nomina del team economico e mancano pure annunci per il Pentagono, la Cia, la Giustizia, mentre si parla di uno zar anti-Covid che potrebbe essere Jeffrey Zients.

L’epidemia di coronavirus continua a essere virulenta. Alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, secondo i dati della John’s Hopkions University, i contagi nell’Unione s’avvicinano ai 13.250.000 e e i decessi superano i 266.000.

 

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