Passano i giorni, si stringe la strada che potrebbe riportare Donald Trump alla Casa Bianca. Le agenzie per la cyber-sicurezza negano i brogli, “elezioni regolari”. I ricorsi tornano indietro come boomerang, e intanto il papa benedice Joe Biden. Il punto di Giampiero Gramaglia
“Le elezioni più sicure nella storia degli Stati Uniti”: così, diverse autorità elettorali federali, statali e locali affermano, in un comunicato congiunto, di non avere trovato, a oltre una settimana dal voto, “alcuna prova” di schede perse o alterate o di sistemi di voto violati. L’affermazione contrasta con la tesi di elezioni fraudolente di Donald Trump e della sua campagna.
Intanto, Joe Biden viene proclamato vincitore in Arizona dalla Cnn e da altri media, dopo che lo era già stato dall’Ap e dalla Fox. Gli Stati non ancora assegnati restano la Georgia e la North Carolina.
Il presidente eletto ha ieri parlato con Papa Francesco e lo ha ringraziato per la sua “benedizione” e le sue “congratulazioni”, sottolineando l’apprezzamento per la “leadership del Papa nel promuovere la pace, la riconciliazione e i comuni legami di umanità nel mondo”.
Nel loro comunicato, le autorità incaricate della sicurezza del voto firmatarie affermano: “Sappiamo che il nostro processo elettorale è oggetto di campagne di disinformazione e affermazioni infondate, ma … noi abbiamo una fiducia assoluta nella sicurezza e nell’integrità delle nostre elezioni”.
Tra i firmatari, c’è l’Agenzia della cyber sicurezza e della sicurezza delle infrastrutture (Cisa), che risponde al ministero della Sicurezza interna. A dirigerla è Christopher Krebs, che avrebbe riferito ai suoi collaboratori – scrive The Guardian – di aspettarsi di essere licenziato dalla Casa Bianca.
Anche senza gli 11 Grandi Elettori dell’Arizona, Biden era già al di là della soglia di 270 necessaria per essere eletto. L’ultimo candidato presidenziale democratico a vincere in Arizona, che è lo Stato del defunto senatore repubblicano John McCain, il più carismatico oppositore interno di Trump, era stato Bill Clinton nel 1996 (e, prima di lui, Harry Truman nel 1948). Nel 2016, Trump aveva vinto lo Stato con un vantaggio del 3,5% su Hillary Clinton; adesso, ha perso per decimi di punto.
Karl Rove, lo stratega politico delle elezioni di George W. Bush, consigliere informale di Trump, scrive sul Wall Street Journal che i risultati delle elezioni non saranno ribaltati e che i riconteggi occasionalmente cambiano i margini nell’ordine di centinaia di voti, ma non di decine di migliaia. Una volta esauriti ricorsi e riconteggi, “il presidente dovrebbe fare la sua parte per unire il Paese guidando una transizione pacifica e lasciando da parte le recriminazioni”.
Mark Zuckerberg, in un incontro con i suoi dipendenti, ha detto che “l’esito delle elezioni è chiaro” e che “Biden sarà il nostro prossimo presidente”. Secondo quanto riportato dal BuzzFeed News e confermato dal social network, il fondatore di Facebook ha osservato: “È importante che la gente abbia fiducia che le elezioni sono state fondamentalmente oneste e questo vale anche per le decine di milioni di persone che hanno votato per Trump”.
Il capo dei democratici al Senato Chuck Schumer accusa i repubblicani di avvelenare la democrazia continuando a rifiutare di riconoscere la vittoria di Biden. “Abbiamo avuto un’elezione presidenziale divisiva e molto combattuta, ma invece di lavorare a riunificare il Paese …, i repubblicani stanno diffondendo teorie cospirative, negando la realtà e avvelenando il bene della nostra democrazia”.