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Usa2020, ecco chi (non) tifa Maduro

La strategia politica contro il regime venezuelano di Maduro è parte della campagna elettorale statunitense. Joe Biden e Donald Trump a caccia del voto latino

Lilibeth Morillo è un’icona dello spettacolo in Venezuela. Attrice e cantante, è figlia di due famosi artisti venezuelani. Ora che vive a Miami è diventata un’appassionata sostenitrice del presidente Donald Trump nella campagna elettorale per le presidenziali 2020.

“Trump 2020. Keep America Great”. Lo slogan si leggeva nella maglietta aderente della giovane artista durante l’evento del movimento “Latinos For Trump” organizzato a fine settembre nella località El Doral di Miami, ora conosciuto come “Doralzuela”, per il grande numero di migranti venezuelani che lì vivono.

Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti sono un argomento molto presente nella comunità venezuelana, fuori e dentro gli Stati Uniti, e li dividono profondamente.

C’è chi sostiene Trump, come Lilibeth Morillo, per timore che il candidato del Partito democratico, Joe Biden, alzi bandiera del socialismo, un riferimento reso famoso in Venezuela dall’ex presidente Hugo Chávez con il progetto politico del “socialismo del XXI secolo”. Altri invece appoggiano Biden perché individuano in Trump tratti autoritari, totalitari e antidemocratici, come i leader del regime venezuelano, prima Hugo Chávez e ora Nicolás Maduro.

Secondo il Pew Research Center, i venezuelani sono una delle comunità di latinos che cresce più rapidamente negli Stati Uniti. Nel 2000 c’erano circa 93.000 venezuelani e nel 2018 erano circa 500.000 (la crescita è del 529%). Di questi, 169.000 hanno diritto al voto perché contano con la cittadinanza americana. E, siccome molti sono nello stato della Florida, che ha un ruolo decisivo nel sistema elettorale americano, il loro voto pesa nel risultato finale.

Un reportage della Bbc racconta che una parte della comunità venezuelana negli Stati Uniti scommette su un’azione decisiva della Casa Bianca nella crisi politica del Venezuela: “Tanto Trump come Biden hanno cercato di attrarre potenziali elettori con dure critiche al presidente venezuelano Nicolás Maduro, che entrambi definiscono dittatore”.

Ma il presidente Trump resta il principale nemico del regime venezuelano. È stato lui il primo capo di Stato e di governo al mondo a riconoscere il presidente del Parlamento venezuelano e leader dell’opposizione Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. Ed è lui il promotore di una serie di sanzioni contro il regime venezuelano.

Ma non solo. Il magnate repubblicano ha autorizzato l’uso del denaro venezuelano recuperato in operazioni anti-corruzione nel sistema finanziario venezuelano per l’acquisto di materiale medico e assistenza sanitaria e sostiene indagini per narcotraffico e riciclaggio contro esponente del governo socialista di Maduro. La politica delle sanzioni economiche di Trump hanno anche danneggiato l’attività petrolifera del regime venezuelano.

Tuttavia, Trump non ha ancora concesso ai venezuelani lo status di protezione temporanea (Tps) e il Partito repubblicano ha votato contro questa iniziativa al Congresso. Biden invece ha promesso che sarà uno dei primi provvedimenti del suo mandato una volta arrivato alla Casa Bianca.

“Questa misura potrebbe essere un sollievo per migliaia di venezuelani che vivono irregolari negli Usa”, si legge nel reportage della Bbc. “In fin dei conti, il Venezuela è dal 2017 il Paese di origine della maggior parte dei richiedenti asilo negli Stati Uniti, anche prima della Cina. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2018, uno su ogni quattro richiedenti asilo è venezuelano”.

Il sito Voa scrive che i politici venezuelani vivono le elezioni americane come se fossero proprie, a causa dell’influenza che avrà il prossimo inquilino della Casa Bianca nelle strategie future per risolvere la crisi del Paese sudamericano. L’avvocato e consulente politico, Luis David Benavides, ha spiegato che un eventuale trionfo di Biden potrebbe interpretarsi erroneamente come un vantaggio per il regime: “Il governo di Maduro necessita avere un cambio di politica alla Casa Bianca. Ha bisogno di un interlocutore con il quale discutere il rallentamento delle sanzioni e l’acceso a mercati internazionali per finanziamenti”.

Per la politologa María del Pilar García Guadilla la scelta migliore per il Venezuela è Biden, giacché Trump ha sfruttato la crisi venezuelana per cercare reddito elettorale. A Voa ha spiegato che il candidato del Partito democratico rappresenta una politica diversa rispetto agli errori fondamentali di Trump in quanto all’allineamento sul Venezuela con l’Unione europea e l’alto costo sociale e umanitario delle sanzioni contro il Venezuela: “Qualsiasi misura democratica e multilaterale che non contribuisca a peggiorare la situazione dei venezuelani è accettabile. Misure unilaterali, antidemocratiche, imposte per la forza, tipo invasione e simili, sarebbero inaccettabili”.



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