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Virus e 007, le prime grane del presidente Biden

Ora è ufficiale: con la vittoria della Georgia Joe Biden è presidente degli Stati Uniti e si spegne la battaglia legale di Donald Trump. Ma per il nuovo inquilino alla Casa Bianca non saranno mesi facili. Il punto di Giampiero Gramaglia

Joe Biden ha vinto le elezioni presidenziali di Usa 2020 con 306 Grandi Elettori, Donald Trump ne ha avuti 232. Esattamente lo stesso risultato di Usa 2016, quando Trump batté Hillary Clinton 306 a 232.

Il risultato definitivo è stato fissato ieri, con l’assegnazione degli ultimi Stati ancora non attribuiti: la North Carolina a Trump e la Georgia a Biden, che ha così strappato al rivale, rispetto al 2016, cinque Stati, i tre del Blue Wall – Pennsylvania, 20 Grandi Elettori, Michigan 16 e Wisconsin 10 -, la Georgia 16 e l’Arizona 11, questi ultimi due da tempo repubblicani, oltre a un Grande Elettore del Nebraska.

Biden era già divenuto presidente eletto una settimana fa, quando, aggiudicandosi la Pennsylvania, aveva superato la soglia dei 270 Grandi Elettori, indipendentemente dall’esito degli Stati ancora da assegnare.

E la campagna di Trump inanella sconfitte sul fronte legale: due giudici in Pennsylvania respingono una mezza dozzina di istanze per invalidare i voti nella zona di Filadelfia, dove gli elettori si sono espressi a favore di Biden in modo schiacciante. Le richieste si basavano sulla mancanza di nomi, indirizzi o date sulle buste esterne delle schede utilizzate per il voto per posta – ma la legge statale non richiede che ci siano questi dati -. E un giudice del Michigan respinge un’iniziativa per bloccare la certificazione dei voti pro Biden a Detroit.

La campagna di Trump sta cercando di ritardare la certificazione del successo di Biden in alcuni Stati chiave, con l’obiettivo di consegnarne al magnate il collegio elettorale, rovesciando il risultato del voto popolare.

Dopo avere perso un’azione intentata nella Contea di Maricopa in Arizona, gli avvocati di Trump hanno rinunciato all’azione legale per il riconteggio dei voti nello Stato, perché l’operazione non servirebbe a rovesciare l’esito del voto in quello Stato vinto da Biden. Un riconteggio è in corso anche in Georgia.

Di fronte a questa serie di rovesci giudiziari, Trump avrebbe deciso di affidare al suo avvocato personale, Rudolph Giuliani, tutte le cause relative all’esito delle elezioni.

Oggi, a Washington, sono previste manifestazioni dei sostenitori di Trump e dei suoi contestatori. E il presidente non esclude di fare “un saluto” ai suoi fan: “Scalda il cuore vedere tutto questo enorme sostegno in tutto il Paese”, afferma in un tweet, ribadendo che “queste elezioni sono state truccate”. La manifestazione pro Trump avrà come protagonisti gruppi come Women for Trump, Million MAGA March e Stop the Steal; quella contro Trump gruppi antirazzisti e antifascisti.

Trump e la pandemia: vaccino presto e lite con Cuomo – Ieri sera, Trump ha fatto un briefing – un monologo senza domande – sull’epidemia di coronavirus e la distribuzione del vaccino Pfizer, che sarà molto presto approvato, anche se una disponibilità generalizzata non sarà possibile prima di aprile.

Il presidente ha riaperto una polemica con il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, con un botta e risposta sulla distribuzione del vaccino nella Grande Mela.

Biden ha ieri incontrato la sua task force anti-Covid: “La pandemia – ha poi dichiarato – richiede una risposta federale robusta e immediata, che sfortunatamente manca. Io sono il presidente eletto ma non sarò presidente sino al prossimo anno. La crisi non rispetta le date sul calendario, sta accelerando ora … E’ necessaria un’azione urgente oggi, ora, da parte dell’attuale Amministrazione, partendo dal riconoscimento di quanto seria è la situazione”.

Infatti, l’’epidemia di coronavirus continua ad avanzare a ritmi record di contagi giornalieri – rischiano di essere presto oltre 200 mila -. Per la John’s Hopkins University, il numero dei contagi, alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, superava i 10.736.000 e quello dei decessi i 244.300 – quasi duemila in un solo giorno -.

Il Secret Service, l’agenzia federale che si occupa della sicurezza del presidente e delle più alte cariche dello Stato, accusa un’ondata di contagi: oltre 130 agenti sono positivi o sono in quarantena dopo l’ultima convulsa fase della campagna elettorale del magnate, arrivato a tenere fino a cinque affollati comizi al giorno. Si sta anche tentando di capire – scrive il Washington Post – se una parte dei contagi sia legato alla situazione interna alla Casa Bianca, divenuta un focolaio con una dozzina di contagiati.

Il briefing di Trump ha permesso di scoprire un cambiamento nell’acconciatura del presidente, che dal giallo canarino degli ultimi quattro anni è virata verso un signorile grigio argento, quasi platino.

Biden: congratulazioni dalla Cina e telefonata con Conte – Il presidente eletto ha ieri ricevuto – finalmente, ha osservato qualcuno – le congratulazioni della Cina, che non s’era finora pronunciata sull’esito del voto negli Stati Uniti, e ha proseguito le sue telefonate con leader amici e alleati.

In quella con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, resa nota da Palazzo Chigi, sono stati sottolineati – riferiscono fonti italiane, citate dall’Ansa – i tradizionali, profondi legami di amicizia e alleanza fra i due Paesi. È stata inoltre riaffermata la forte volontà di collaborare sulle grandi sfide globali, in merito alle quali Italia e Stati Uniti condividono le medesime priorità.

Le fonti di Biden dicono che il presidente eletto ha ringraziato il premier italiano per gli auguri e gli ha espresso l’”impegno a rafforzare le relazioni con l’Italia e rivitalizzare la relazione transatlantica, anche attraverso la Nato e la Ue”. Biden ha detto di essere “impaziente di lavorare insieme durante la presidenza italiana del G20 il prossimo anno” e ha inoltre espresso il suo plauso all’ “opportunità di cooperare su una serie d’interessi comuni, compresi il contenimento del Covid e il miglioramento della sicurezza sanitaria globale, perseguendo una ripresa economica sostenibile e affrontando la minaccia del cambiamento climatico”.

Le grane della transizione – Il ‘transition team’ di Biden chiede l’accesso al briefing di intelligence, finora negato da Trump, e l’applicazione tutte le prerogative previste dal processo di transizione. La richiesta è ormai sostenuta da numerosi parlamentari repubblicani.

Le ultime vittime delle epurazioni ‘trumpiane’ sono Valery Boyd, capo degli affari internazionali, e Bryan Ware, consigliere politico all’agenzia per la cyber-sicurezza e la sicurezza delle infrastrutture, un’agenzia che ha certificato l’assenza di brogli nelle elezioni. E, al Pentagono, Alexis Ross, capo gabinetto aggiunto del segretario alla Difesa Mark Esper (il primo a essere stato licenziato).

Peter Navarro, pirotecnico consigliere di Trump per le politiche commerciali, dice a Fox Business: “Ci stiamo preparando a un secondo mandato”. Navarro ricalca il segretario di Stato Mike Pompeo e ribadisce il rifiuto della Casa Bianca di riconoscere Joe Biden presidente eletto. La Casa Bianca insiste: “Ci sarà un secondo mandato”.

Il Las Vegas Review Journal, testata del magnate dei casinò Sheldon Adelson, il donatore di Trump più generoso, lo esorta ad ammettere la sconfitta, nell’editoriale ‘Il presidente cerca di ritardare l’inevitabile’

Biden, secondo un’indiscrezione del Washington Post sta pensando a Hillary Clinton rappresentante degli Usa all’Onu, ruolo che pareva promesso a Pete Buttigieg.

Infine, un parere da parente e da psicologa sul futuro di Trump da Mary Trump, la nipote in rotta con lo zio e con la famiglia anche per questioni di eredità. Intervistata dalla Cnn, la scrittrice spiega che lo zio non si ricandiderà perché non vuole trovarsi a rischio di perdere di nuovo. A suo avviso, se il presidente ipotizza con il suo entourage una possibile ricandidatura, lo fa solo per il suo ego. Senza contare che nei prossimi anni potrebbero profilarsi impedimenti a una ricandidatura da fattori come la salute, l’età e le questioni giudiziarie.


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