Torna la violenza negli Usa. Scontri e tafferugli in diverse città fra i sostenitori di Donald Trump contro la scelta della Corte Suprema di respingere il ricorso del Texas. Intanto William Barr rischia il licenziamento. Il punto di Giampiero Gramaglia
Scontri e tafferugli in diverse città degli Stati Uniti: sostenitori di Donald Trump hanno protestato contro la decisione della Corte Suprema di respingere il ricorso del Texas che mirava a ribaltare l’esito del voto del 3 novembre. Domani, il Collegio elettorale eleggerà formalmente Joe Biden prossimo presidente degli Stati Uniti.
La campagna del magnate, con la regia dell’immarcescibile, per quanto positivo al coronavirus, Rudy Giuliani, punta adesso a creare scompiglio il 6 gennaio, quando il nuovo Congresso prenderà atto dei voti che saranno espressi domani dal Collegio elettorale. Il risultato, salvo sorprese, sarà 306 suffragi per Biden e 232 per Trump.
Momenti di tensione nella capitale Washington, dove un migliaio di persone hanno manifestato davanti alla Corte Suprema e a Freedom Plaza, non lontano dalla Casa Bianca. La polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni per dividere gruppi di sostenitori di Trump, tra cui esponenti dell’estrema destra dei Proud Boys, e di contro-manifestanti. Una decina le persone arrestate.
Dopo tafferugli nella notte tra venerdì e sabato, la ‘Marcia per Trump’ era iniziata ieri mattina nell’area di Capitol Hill, sede del Congresso, mentre contro-manifestanti si riunivano per proteggere ‘Black Live Matter Plaza’, davanti alla Casa Bianca.
La protesta s’è poi spostata alla Corte Suprema, sulla cui scalinata s’è anche visto l’ex consigliere della Sicurezza nazionale Michael Flynn, recentemente graziato da Trump dopo essere stato coinvolto nel Russiagate e condannato. Altre centinaia di manifestanti, pochi con le mascherine, si sono invece raccolti davanti all’obelisco del Washington Monument e a Freedom Plaza.
Ad Olympia, la capitale dello Stato di Washington, all’estremo Nord-Ovest dell’Unione, sono stati esplosi colpi di arma da fuoco, partiti dai manifestanti pro-Trump contro loro contestatori: almeno una persona è stata ferita – non se ne conoscono le condizioni -. Un uomo che ha sparato sarebbe stato arrestato mentre tentava di fuggire.
“Abbiamo appena iniziato a combattere!!!”: Donald Trump ha così salutato su Twitter i suoi fan che stavano protestando contro l’elezione di Biden. “Wow! Migliaia di persone si stanno riversando nelle strade di Washington per stoppare il furto delle elezioni. Non lo sapevo, ma li ho visti!”.
Trump ha poi sorvolato, a bordo del Marine One, l’elicottero presidenziale, la Freedom Plaza, innescando scene di entusiasmo tra i manifestanti, che il presidente ha contestualmente ringraziato su Twitter: “Grazie Patrioti!”.
Trump andava all’accademia militare di West Point, nello Stato di New York, per vedere un match di football: lì ha suscitato polemiche per essersi mostrato senza mascherina in mezzo ai cadetti tutti con la mascherina.
Intanto, vari media Usa riferiscono che Trump potrebbe licenziare il ministro della Giustizia William Barr: Trump sarebbe furioso con lui per non avere reso pubblica prima delle elezioni l’indagine federale nei confronti di Hunter Biden e per non avere avallato la sua tesi di brogli diffusi e sarebbe anche irritato perchè Barr vorrebbe lasciare l’Amministrazione prima del 20 gennaio, l’Inauguration Day.
Domani, il vaccino anti-Covid Pfizer-BioNTech arriverà negli ospedali e in altri centri dell’Unione e comincerà a essere somministrato. Negli Usa i casi di contagio da coronavirus da inizio pandemia hanno ieri superato i 16 milioni, col record d’un milione di nuovi casi negli ultimi quattro giorni. Secondo i dati della John’s Hopkins University, alla mezzanotte di ieri sulla East Coast i contagi erano complessivamente oltre 16.062.000 e i decessi quasi 298.000.