Questo Natale è una sosta di noi viandanti al buio, in attesa di quella luce che ci permette di mettere un passo dietro l’altro per riprendere il cammino. Gli auguri di suor Anna Monia Alfieri rivolti in maniera particolare ai genitori, agli studenti, ai gestori della scuola italiana e alle istituzioni
Carissimi tutti,
quali parole pensare e dire, al termine di un anno così complesso, senza che appaiano scontate, stucchevoli e inutili?
In questa circostanza emerge il limite del pensiero: vorrei esprimere una parola che raggiunga tutti, ma soprattutto che sia capace di “armonia”, di tenere insieme le situazioni più disparate.
In questi mesi mi ripeto spesso che possiamo “tenere insieme i diritti, le esigenze, le persone” sono parole; ma questo “tenere insieme” nell’azione concreta è possibile anche perché giungono in soccorso la scienza e i numeri, perché la parola di per sé è limitata.
È una bellissima incompiutezza che ci salva dai danni del delirio di onnipotenza e ci rende umani.
Paure, senso di smarrimento, domande: sul futuro dei figli, per il dolore di un familiare mancato prematuramente, per il rimpianto di parole non dette o forse di quelle che sarebbe stato meglio tacere, per le legittime ambizioni spezzate, per la malattia del genitore che potrebbe lasciare soli i figli…
Penso così a questo Natale: una sosta di noi viandanti al buio, in attesa di quella luce che ci permette di mettere un passo dietro l’altro per riprendere il cammino.
In realtà quel fermarsi rimanda immediatamente al fattore tempo. Il Covid ci ha misteriosamente richiamati all’importanza del tempo presente. La coniugazione dei verbi ci conferma che non possiamo cambiare il passato come non possiamo anticipare il futuro: rimorso e paura cadono di fronte al tempo presente. Sto, faccio, penso, vivo. Quanta pace nasce dalla capacità di scoprirsi viandanti, sì, in cammino, ma – se capaci di ragionare – con un potere enorme. Ci è dato questo tempo presente, questa occasione, questa chance per rendere la società più giusta ed equa, per avviare processi virtuosi, che migliorino la nostra esistenza. Il miglioramento passa dalla formazione, dall’educazione, dalla cultura: dalla scuola.
Se la scuola è malata, lo sarà la società. Nulla più avrà senso di una nazione: la storia, l’arte, la lingua, la bellezza della natura, la letteratura, l’industria…
Occorre liberarsi dall’ansia e ragionare sul presente: nell’attimo, che cosa si può dire, fare, sperare?
Per chi crede e per chi non crede c’è una grotta, e c’è un Bambino lungo la strada. In quell’istante – mentre ognuno di noi aspetta la luce che illumini la strada per riprendere il cammino – ritrova il coraggio di pensare e di agire nonostante tutto. È il movimento di popolo che è sorto come un fiume inarrestabile a favore di una scuola italiana buona per tutti, libera, autonoma, sana dal punto di vista culturale, educativo ed economico. Non si spiegherebbero i picchi di ascolto da due milioni di persone a mezzanotte su questi temi.
Auguri di cuore e andiamo avanti con coraggio.