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Biden e McConnell, così torna la vecchia intesa

Finita la fase elettorale, torna la politica a Washington DC. Joe Biden, presidente eletto e confermato dal Collegio elettorale, incassa l’apertura del leader repubblicano Mitch McConnell. E il plauso degli ultimi capi di Stato esteri, da Putin a Bolsonaro. Il punto di Giampiero Gramaglia

L’ ‘era Biden’ comincerà il 20 gennaio 2021, con il giuramento e l’insediamento del 46° presidente alla Casa Bianca. Ma l’‘era Trump’ ha già cominciato a sgretolarsi, dopo che i Grandi Elettori hanno ufficializzato la sconfitta del magnate. Il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell ha ieri riconosciuto per la prima volta che gli Stati Uniti hanno un nuovo presidente eletto, congratulandosi con Joe Biden.

McConnell, che era stato fortemente criticato per non aver ancora riconosciuto la vittoria di Biden, ha reso omaggio a Trump: “merita il nostro ringraziamento”, perché “la lista dei risultati raggiunti dal 2016 è quasi infinita”. Ma, secondo il New York Times, ha già chiesto ai senatori repubblicani di porre fine ai tentativi di ribaltare l’esito delle presidenziali, non avallando un ultimo escamotage quando il Congresso si riunirà il 6 gennaio per contare i voti del Collegio elettorale, 306 per Biden e 232 per Trump.

Il passo di McConnell ha suscitato reazioni opposte, da parte di Biden e di Trump. Biden l’ha chiamato per ringraziarlo e ha avuto con lui una “buona conversazione” – dicono fonti dello staff del presidente eletto -: i due, nonostante le divisioni politiche, sono legati da una vecchia e franca amicizia consolidata nei tanti anni – una trentina – trascorsi insieme al Senato. Trump ha invece twittato per l’ennesima volta: “Incredibili prove stanno emergendo sulla frode elettorale. Non ce n’è mai stata una così nel nostro Paese!”.

Altri segnali inequivocabili che la partita dell’Election Day, protrattasi per sei settimane, è finita sono state le congratulazioni a Biden arrivate dai leader più refrattari a riconoscerne la vittoria, o perché ligi alla forma – il messicano Lopez Obrador – o perché legati a Trump – il brasiliano Bolsonaro – o perché un po’ l’uno e un po’ l’altro – il russo Putin.

E la giustizia ordinaria accelera le sue inchieste sugli affari del magnate, che intrecciava pubblico e privato: la magistratura di New York impone alla Trump Organization la consegna dei documenti d’una proprietà sui cui sgravi fiscali s’indaga. L’ordine può creare un precedente per tutte le altre richieste di documenti finora inevase, nell’intreccio di inchieste sui redditi dei Trump.

Biden, intanto, continua a riempire le caselle della sua squadra, cui manca, di pezzi grossi, soltanto il segretario alla Giustizia. Il presidente eletto ha scelto l’ex sindaco di South Bend, Indiana, ed ex aspirante alla nomination democratica alla Casa Bianca Pete Buttigieg come ministro dei Trasporti e l’ex governatrice ed ex procuratrice generale del Michigan Jennifer Granholm, 61 anni, come ministro dell’Energia.

Gina McCarthy, ex numero uno dell’Epa, l’Agenzia federale per la protezione dell’ambiente, sarà consigliere della Casa Bianca per la lotta ai cambiamenti climatici. La McCarthy dovrà coordinare le politiche interne mirate a conseguire uno dei principali impegni del ‘programma Biden’: avviare gli Usa al traguardo di emissioni di carbonio zero prima del 2050. La McCarthy sarà una sorta d’alter ego interno di John Kerry, impegnato a promuovere sul fronte internazionale obiettivi ambientali ambiziosi.

Una quarantina di membri del Congresso fanno appello a Biden e alla sua vice Kamala Harris perché aboliscano la pena di morte federale, ripristinata a luglio da Trump dopo anni di moratoria: in una lettera, deputati e senatori auspicano che Biden intervenga per decreto fin dal primo giorno del suo mandato – è improbabile che ciò avvenga, mentre è possibile che si torni alla moratoria -.

E mentre la campagna di vaccinazioni anti-coronavirus prosegue, il virologo Anthony Fauci invita Biden e la Harris a farsi vaccinare al più presto. La raccomandazione di Fauci coincide coi timori per la salute di Biden ravvivati dalla tosse e dalla raucedine esibite lunedì sera, facendo il discorso della vittoria. “E’ solo un po’ di raffreddore”, tranquillizza il presidente eletto, che, avendo 78 anni, è un soggetto a rischio.

Negli Usa, l’epidemia non accenna a placarsi: alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, i numeratori della John’s Hopkins University contavano quasi 16.717.000 contagi e oltre 303.500 vittime.

Fronte famiglia Trump, Ivanka potrebbe candidarsi in Florida per il Senato sfidando nelle primarie Marco Rubio. Pensa e un futuro politico anche Donald Jr, il primogenito, che piace molto alla base più conservatrice del partito repubblicano e che, diversamente da Ivanka, condivide gli aspetti più rozzi del carattere paterno.



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