L’amministrazione Biden si sta delineando come la più diversificata della storia americana: donne e non solo, con esponenti di tutte le minoranze, a partire da quelle afroamericana e ispanica. Il punto di Giampiero Gramaglia
Sono nel segno del “sogno americano” le prime parole di Janet Yellen, ex presidente della Fed, dopo la nomina a segretario al Tesoro dell’amministrazione Biden. In un tweet, la Yellen, che sarà la prima donna al Tesoro nella storia Usa, dopo essere stata la prima alla guida della Fed, scrive: “Come Paese abbiamo da affrontare grandi sfide. Serve ripristinare il sogno americano, ovvero una società in cui ognuno può esprimere proprio potenziale e sognare in grande per i figli. Lavorerò per questo”.
L’amministrazione Biden si sta delineando come la più diversificata della storia americana: donne e non solo, con esponenti di tutte le minoranze, a partire da quelle afroamericana e ispanica. Obiettivo: farne “lo specchio dell’America”, inviando al Paese fortemente diviso un chiaro segnale di unità e di riconciliazione.
Nel giorno in cui il presidente eletto Joe Biden annuncia la sua squadra economica, altri Stati, come Arizona e Wisconsin, certificano i risultati del voto del 3 novembre, ignorando le contestazioni della campagna di Donald Trump. L’Arizona, come la Georgia, era una roccaforte repubblicana espugnata dal candidato democratico.
Ma Trump non alza bandiera bianca. “Non sto battendomi per me”, twitta, “ma per i 74 milioni d’americani che hanno votato per me!”, “mai così tanti per un presidente in carica”, senza tenere conto “dei tanti voti per Trump che sono stati gettati via”. Biden ha avuto oltre 80 milioni di voti.
Fronte epidemia di coronavirus, l’azienda Moderna prevede di avere la disponibilità entro fine anno negli Stati Uniti di circa 20 milioni di dosi del vaccino anti-Covid mRNA-1273 e prevede nel 2021 una produzione globale tra 500 milioni e un miliardo di dosi. Moderna segnala ulteriori progressi mirati ad assicurare che la distribuzione, conservazione e manipolazione del vaccino possano essere effettuati utilizzando infrastrutture esistenti.
Alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, il coronavirus (dati della John’s Hopkins University) aveva contagiato negli Usa oltre 13.540.000 persone e ne aveva uccise oltre 268.000.
Intanto, Scott Atlas, controverso consigliere speciale di Trump per il Covid-19, s’è dimesso: se ne ignorano le ragioni. Sostenitore dell’immunità di gregge, ma non esperto di malattie infettive, Atlas ha più volte minimizzato il pericolo della pandemia e criticato mascherina e distanziamento sociale.
Nonostante le microfratture al piede destro procuratesi mentre giocava con uno dei suoi cani, Biden ha ieri avuto il primo briefing d’intelligence presidenziale e ha poi incontrato, con la sua vice Kamala Harris, lo staff per sicurezza nazionale e clima, per discutere del rientro degli Usa nell’accordo di Parigi, che dovrebbe essere uno dei primi atti della sua presidenza.
È pure attesa la nomina di uno zar anti-Covid – si cita Jeffrey Zients, l’ex consigliere economico di Barack Obama –, che dovrà garantire un asse tra l’amministrazione e chi combatte la pandemia sul campo, a iniziare dal direttore dell’Istituto per le malattie infettive, il virologo Anthony Fauci.
Le nomine economiche – Al Tesoro, la Yellen sarà affiancata dal primo afroamericano a rivestire il ruolo di vice-segretario, Adewale “Wally” Adeyemo, ora presidente della Fondazione Obama. Oltre alla Yellen e ad Adeyemo, Biden ha scelto un’avvocatessa, Neera Tanden, come capo dell’Ufficio per la gestione e il bilancio della Casa Bianca, e un’economista docente a Princeton, Cecilia Rouse, come capo del Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca, dove entreranno pure Jared Bernstein, ex economista capo della campagna di Biden, e Heather Boushey, attiva sul fronte delle ineguaglianze economiche.
A completare la squadra economica, manca ancora il tassello importante del consigliere economico del presidente, che guiderà il National Economic Council della Casa Bianca, di fatto una war room in cui si delinea la politica economica dell’amministrazione.
La figura da tempo più citata era Brian Deese, 42 anni, già viceconsigliere economico di Obama, che aiutò in particolare nel salvataggio dell’industria dell’auto dopo la crisi del 2008. Ma Deese è attualmente manager di BlackRock, la più grande società di investimento al mondo, il che lo rende inviso alla sinistra del Partito democratico. Circola pure il nome di Roger Ferguson, afroamericano ed ex vicepresidente della Fed.
È scontro con i progressisti anche per la guida del Pentagono e del dipartimento di Giustizia, dove potrebbero approdare altre due figure femminili che, con la Harris e la Yellen, sarebbero le donne più eminenti della nuova amministrazione: rispettivamente, Michele Flournoy e Sally Yates. Attendendo Lael Brainard a capo della Fed quando nel 2022 scadrà il mandato di Jerome Powell. Ma la Flournoy non piace alla sinistra perché è un “falco” e perché ha lavorato in società che fanno consulenze e affari con militari e governi stranieri. In alternativa, ci sarebbero Elizabeth Randall, già viceministro dell’Energia, o Jeh Johnson, già responsabile della Sicurezza interna.
Biden ha pure annunciato la squadra che deve organizzare l’Inauguration Day del 20 gennaio, quando il presidente eletto giurerà e si insedierà alla Casa Bianca. La cerimonia sarà ovviamente condizionata dalla pandemia, sia per l’afflusso di persone sul National Mall sia per la parata lungo Pennsylvania Avenue, l’arteria che collega Capitolo Hill, sede del Congresso, alla Casa Bianca.
Nel team ci saranno Tony Allen, che fu speechwriter di Biden quand’era senatore, e altri elementi dello staff e della campagna del presidente eletto: Maju Varghese, Erin Wilson e Yvanna Cancela. Non è ancora chiaro se Trump sarà presente come da tradizione alla cerimonia, alla quale sono fin d’ora attesi tutti gli ex presidenti in vita, Jimmy Carter, Bill Clinton, George W. Bush e Obama.
Intanto, l’enfasi della stampa sulla squadra di sole donne per la comunicazione della Casa Bianca allestita da Biden ha suscitato una reazione picca dell’attuale portavoce Kayleigh McEnany: “Trump ha già una squadra stampa tutta femminile”, ha twittato, ricordando che sono donne anche le portavoci del vicepresidente Mike Pence, della first lady Melania Trump e della second lady Karen Pence.